"Credere è entrare in conflitto": in questo verso ci sono tutta la profezia e tutta la poesia di padre David, che entrava nella vita eterna 30 anni fa, lasciandoci le sue parole di fuoco.
"Accanto alla dimensione sociale della dignità, c'è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l'intera società". Mattarella inaugura il settennato con una preghiera laica sulla dignità. C'è consonanza tra le due sponde del Tevere.
I Sinodi possono essere l’occasione per pensare e costruire la comunità del futuro, ma ne siamo poco consapevoli perché, in fondo, non abbiamo più né coraggio né idee (e nemmeno, forse, fede).
Una breve storia narrata da Elie Wiesel ci spiega qual è il senso del fare memoria della Shoah
Da giorni tutti i 'grandi elettori' dichiarano di voler compiere una scelta presidenziale - e un'azione politica- "per il bene degli italiani": come sempre da decenni. Considerando che in 30 anni gli stipendi in Italia sono diminuiti, unico paese dell'UE, c'è da toccare ferro...
Un’escursione in una valle dalla storia dolorosa per conflitti tra cristiani e i segni di speranza e unità quotidiana che oggi ci sono
Si moltiplicano i libri, le riflessioni, gli articoli sul Sinodo: è una buona notizia, perché abbiamo bisogno di costruire pensiero per arrivare a un'azione vera non più rimandabile
Vivere il tempo come occasione di crescite e maturazioni continue, “custodendo” e “meditando”, generando e accompagnando: come Maria, ma pure come ci ricorda una pagina di Natalia Ginzburg.
A togliere ogni zucchero al Natale cristiano ci pensa non solo la liturgia, nel giorno dei "Santi Innocenti martiri", ma anche la cronaca: decine di cristiani uccisi in Myanmar dalla giunta militare. Il mistero dell'Incarnazione arriva alla croce (e alla resurrezione).
In un tempo ancora di fatica e forse di buio, possiamo di nuovo dare fiducia all’annuncio del profeta «un Bambino è nato per noi», per accogliere quel Bambino come compagno delle nostre vite.
Aprirsi alle ferite dell’umanità e della storia, per cogliere la presenza del Dio incarnato: così il teologo ceco Tomáš Halík modella un cardine della fede cristiana per il XXI secolo.
Dal dibattito pubblico ai media alla politica: molti parlano di scuola, mai però si ascolta chi la scuola, da adulto, la frequenta ogni giorno. Un fenomeno che dura ormai da troppi anni.
Eraldo Affinati licenzia una sua ricostruzione della parabola esistenziale di Gesù di Nazareth, fedele al Vangelo e, allo stesso tempo, alla sua fantasia d’autore.
Il Papa accetta le dimissioni parigine di Monsignor Aupetit, pare per una 'marachella' relazionale con una donna. I cattotradizionalisti gridano al gomblottoooo plutomassonico. Il fatto è che essere duri con i peccati degli altri e indulgenti con i propri forse non funziona più.
A parte alcune meritorie iniziative locali, ‘il cammino sinodale’ stenta a giungere nel quotidiano delle comunità cristiane italiane: bisogna pensare altro, per non perdere l’occasione.
Nasceva duecento anni fa il grande scrittore russo, che ha saputo riportare nella pagina scritta l’abisso e la luce che tessono la trama dell’animo umano.
Tre episodi apparentemente lontani per ricordare che la nostra vita può avere il dono di incontrare maestri.
Ricordiamo Mario Rigoni Stern, autore di pagine tra le più belle della nostra letteratura contemporanea, che ci farà bene rileggere in questi giorni di Beatitudini evangeliche.
Il fallimento delle Edizioni Dehoniane è l’ultimo segnale dell’assenza di una vera fiducia e di un serio investimento cattolico nella cultura, nel pensiero, nell’arte.
È da poco uscito, per le Edizioni Dehoniane, il volume «La diversità feconda. Un dialogo etico tra religioni nella città», che tratta il delicato e attuale tema del pluralismo religioso, del dialogo e dell’etica nel mondo di oggi
Un pomeriggio in un gioiello di arte, spiritualità e storia, offuscate da immagini devozionali e messaggi di paura e rimprovero, che dicono qualcosa di una visione di fede, persona e chiesa...
Dialogando con i gesuiti slovacchi, Francesco ha parlato della tentazione e dell'ideologia del "tornare indietro". Dobbiamo forse ammettere che è una tentazione che vivono il singolo fedele, le comunità, la Chiesa tutta...
Accantonare la bramosia del primo posto, per scegliere la via del servizio: è questa la legge del Regno, che rifiuta ogni strumentalizzazione di Dio, come ci ricorda anche la scrittrice Edith Bruck.
Nella serie “The Big Bang Theory” uno dei protagonisti, Sheldon Cooper, occupa sempre un proprio posto fisso sul divano di casa, e nessuno può sedersi lì: che sia anche una tendenza nelle nostre parrocchie?
C’è un disagio crescente, anche se non manifesto, non solo tra i laici ma anche tra i sacerdoti che vivono con dedizione la parrocchia, di cui vedono tutti i limiti; ma non sembra che essi trovino ascolto reale tra i vescovi.
La catechesi del Papa sulla Torah, un biglietto di Francesco d’Assisi e la fatica che spesso le comunità cristiane vivono nel generare alla libertà.
Ancora oggi moltissimi chiedono il funerale religioso: accompagnare il momento del lutto, pensando a ‘catechisti del congedo’, a cui affidare anche dei momenti liturgici, potrebbe valorizzare carismi e ministeri, aiutando a ripensare la parrocchia oltre la figura del sacerdote.
Gli scienziati dell'ONU dicono che riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci e innalzamento dei mari sono troppo avanzati e quasi irreversibili; abbiamo la Laudato si', che chiede una "conversione ecologica", eppure quanti negazionisti ecologici anche in Ecclesia!
Sembra che abbiamo paura del silenzio, nelle nostre vite e nelle nostre comunità. Invece possiamo cogliere l’occasione delle vacanze per vivere qualche momento di sosta, senza voler sempre riempire gli spazi, magari riscoprendo il patrimonio cristiano nel campo della meditazione silenziosa.
Ascoltare la nostra fame, dare udienza alle direzioni interiori, per rinunciare agli ingombri e far spazio alla vita vera, come invita il Vangelo di oggi, in assonanza con una poesia dello scrittore svizzero Alberto Nessi.
Dal 6 agosto sarà obbligatoria la 'certificazione verde' per accedere a ristoranti, bar, teatri, cinema, piscine, palestre, congressi, convegni, centri culturali, concorsi pubblici. Non per i luoghi di culto. Privilegio o giustizia? Beato chi in questo tempo ha sempre certezze...
Alla Normale di Pisa, durante la consegna dei diplomi al termine del corso accademico, tre studentesse hanno contestato apertamente il sistema universitario neoliberale. Ma il senso di quanto accaduto va al di là delle mura universitarie...
Di fronte ai bisogni del mondo, possiamo essere preda dello scoramento: ma la Parola di oggi ci invita a grandi affidamenti e piccole opere quotidiane, come troviamo anche in una poesia di Antonella Anedda dedicata alla madre intenta a cucire....
La ripresa del culto ha messo nuovamente in evidenza la necessità di silenzio e interiorità, spesso assenti nella nostre liturgie
Nei giorni delle contrapposizioni sul DDL Zan, quanto mancano una voce e uno stile come quelli del cardinal Martini, capace di dialogare superando le chiusure, riconoscendo il buono che c’è e insieme ragionando su ciò che non sembra un bene…
Il Centro Universitario Cattolico mette a bando borse di studio post lauream da 6.000 euro l’anno: qualcosa forse non torna in CEI nella concezione della ricerca, della cultura e del lavoro equamente retribuito
È tempo che i laici rivedano le tante aspettative di cui spesso rivestono la figura del prete, per un più equilibrato, umano e armonico vivere cristiano.
Le parabola del granellino di senapa e del seme che cresce spontaneamente sono un esame di coscienza: stiamo impedendo o stiamo favorendo la crescita del Regno di Dio? La figura di Charles de Foucauld, insieme a una pagina di Mario Rigoni Stern che cita Anton Čechov, ci possono aiutare…
"Nel dialogo si scopre come diverse sono le vie che conducono alla luce della fede, e come sia possibile farle convergere allo stesso fine. Anche se divergenti, possono diventare complementari, spingendo il nostro ragionamento fuori dei sentieri comuni" (Ecclesiam suam)
Talvolta siamo così presi dalla critica e dal conflitto con l’altro, certi di sapere quale sia la strada più giusta del credere, da dimenticarci che l’essenziale è il camminare, come richiede lo Spirito.
L'attuale crisi occidentale della fede è dovuta ad uno smarrimento di Dio e di Cristo oppure del mondo abitato dal loro Spirito?
In vista dell’estate e della ripresa a settembre, sarebbe bello che ogni comunità trovasse il modo di fare discernimento e compiere un passo concreto, per raccogliere quanto la pandemia ha rivelato riguardo alla vita delle nostre parrocchie, anche in vista di un Sinodo italiano.
Mentre in autunno teatri, cinema, sale da concerti e sale di cultura chiudevano, le chiese rimanevano aperte al culto. Una contraddizione e una ferita, che ora dobbiamo provare a sanare, dando ospitalità agli artisti.
Qualche nota a margine de “Il Vangelo secondo Jack Kerouac” di Luca Miele
Una cosa, tra le altre, ci ricorda Hans Kung: la ricerca, in ogni campo, quindi anche in quello teologico, deve aprire strade e rischiare, magari anche inciampando, per allargare lo spazio della nostra conoscenza; se tutto fosse già dato staticamente, non avremmo sequela...
Le donne si incamminano verso il sepolcro tra la notte e l’alba, quando ancora è buio ma già inizia a sorgere il sole, per andare incontro all’inatteso: la tomba è vuota. Anche noi viviamo la stessa condizione, anche a noi è chiesto di dare fiducia a una resurrezione non più cessata - facendo piccoli passi di vita e mutando sguardo, come dice Tonino Guerra in una sua breve poesia.
Avvertiamo forse la tentazione dell’indifferenza e del cinismo, dopo un anno di pandemia; eppure possiamo ancora sentire emozioni e sentimenti veri nell’accostarci alla Passione, secondo l’invito del profeta Isaia e una profonda poesia di Elena Bono.
Il chicco di grano muore, nel silenzio, ma per portare vita, in attesa della primavera: è la nostra vocazione, è la via del cristiano da sempre, come ci ricordano due poesie di Elena Bono
Una pandemia lunga un anno ci ha affaticato. Ma ora, cosa provare a fare nelle nostre vite?
Nella penombra Nicodemo si avvicina al mistero di Gesù, in un discorso che ricorda come la luce e le tenebre siano pertinenza di Dio, mentre l’uomo deve domandarsi se sia un ‘cieco vedente’, come accade in un noto romanzo di Saramago.
Il Vangelo ci invita a fare spazio a Dio, rimuovendo ciò che nel tempo ha occupato i nostri luoghi interiori - impedendoci una vita piena -, avendo magari accumulato solo quanto è destinato ad appesantirci per poi perire nell’oblio. Come accade in un celebre romanzo di Giorgio Bassani.
A Sanremo Fiorello si presenta con la corona di spine, Achille Lauro con il simbolo del Sacro Cuore, mentre il Papa è in Iraq sui passi di Abramo. Il trash della religione consumistica vs la fede che muove la vita...
Pietro, di fronte alla Trasfigurazione, manifesta la tentazione del tutto, da avere ‘qui e ora’: è una tentazione pericolosa, animata da un’inquietudine febbrile, come ci ricorda anche una poesia di Wislawa Szymborska.
Proviamo ad abitare il deserto, senza fughe, facendo della tentazione un’occasione per rileggere i nostri desideri, le nostre nostalgie più vere, perché, come ci ricorda Caproni, «tutti riceviamo un dono», che va continuamente riscoperto.
Proviamo a ricordare i doni della scorsa Quaresima, indubbiamente imprevista, per custodirli e magari condividerli in queste settimane che ci portano alla Pasqua.
Di fronte ai silenzi e alle resistenze dei ‘piani alti’ della Chiesa italiana a percorrere nuove strade, a partire dal Sinodo, possiamo tentare alcuni passi – che non intacchino il depositum fidei - ‘come se’ i vescovi avessero approvato, magari avendo come meta e ripartenza il Giubileo del 2025.
Dopo l’analisi delle diverse crisi della parrocchia, proviamo ad avanzare qualche proposta, ripensando le comunità per un annuncio del vangelo più aderente all’umanità che siamo e al tempo in cui viviamo
La pandemia è un'apocalisse per il nostro mondo, ossia un 'disvelamento' di dinamiche, fenomeni, problemi e risorse in cui eravamo immersi in modo poco consapevole...
Il racconto dell’Epifania ci presenta diversi modi di usare le parole, ora in modo onesto –i Magi -, ora in modo autoreferenziale –gli scribi -, ora in modo ingannatore –Erode-. Ma l’uso della parola è segno di un modo di vivere, come testimoniava Leonardo Sciascia, che nasceva cento anni fa.