Perché è il tempo di Madeleine Delbrêl

Dieci motivi per cui la “mistica delle periferie” è oggi di un’attualità unica, rendendosi ispirazione per il momento che viviamo
27 Marzo 2025

In questi ultimi tempi Madeleine Delbrêl (1904-1964) sta vivendo una quanto mai opportuna e giusta riscoperta. Così, ad esempio, Francesco in più occasioni ha parlato di questa donna dal «cuore continuamente in uscita» (8 novembre 2023), fino a chiudere il suo rilevante “saluto” al Sinodo 2024 proprio citando la «mistica delle periferie» e alcuni splendidi versi del suo Ballo dell’obbedienza (1949). Così, allo stesso modo, durante gli esercizi spirituali alla Curia romana padre Pasolini ha ricordato il fondamentale Noi delle strade (1969), un testo da leggere e meditare con costanza, tanto inesauribile è la ricchezza di spunti che la poetessa di Ivry, assistente sociale e testimone, seppe condensare nei testi lì raccolti. Ma gli esempi sono molti, a volerli ripercorrere tutti.

È, questo, il tempo di Madeleine Delbrêl: la rinnovata attenzione per la sua persona, per le sue opere e soprattutto per i suoi scritti dicono che è il momento in cui si sta ritornando a questa grande figura del cristianesimo del Novecento, la cui testimonianza appare ancora oggi luminosa e feconda, capace di ispirare il nostro essere cristiani qui e ora. È una figura generativa, che semina largamente nelle vite di quanti gli si accostano e che permette di orientarsi con maggior sicurezza nelle pieghe di questo XXI secolo.
Così, ho provato a mettere a fuoco dieci motivi per cui oggi Madeleine Delbrêl ha una attualità straordinaria.

1.Periferie: ella scelse di vivere nella periferia operaia di Parigi, a Ivry, in un quartiere ad alta densità di ateismo. Non fu donna del centro; non fu donna delle luci e degli spazi di potere. La sua ‘opzione per le periferie’ fu un movimento verso l’esterno, verso i dimenticati e gli esclusi, verso coloro che erano considerarti nemici, nella periferia di una grande metropoli. Come non pensare alla spinta verso le periferie del cristianesimo del XXI secolo, alla ricerca di un Dio che lì già è presente?

2.Dialogo: tutto il trentennio passato a Ivry fu per Madeleine una decisiva «lezione spirituale» (Ambiente ateo, circostanza favorevole alla nostra conversione personale, 1964), poiché nel dialogo con l’ateismo comunista ella trovò ragioni di vicinanza e non di conflitto, motivi di condivisione e non di esclusione. Ivry fu per Madeleine l’ora di una nuova conversione, dopo quella del 1924: «Pur essendo io una convertita, ho trovato in quell’ambiente non credente condizioni favorevoli a una nuova conversione a una fede più autentica, più vera, più sana» (Tempo d’oggi, tempo della nostra fede, 1961), nella convinzione che «la vera vita di fede tiene e si sviluppa in ambiente ateo» (Ambiente ateo). Oggi, in un contesto di estremo post-cristianesimo o a-cristianesimo, quale lezione ci giunge da uno sguardo e un’azione dentro il mondo post-secolare e non fuori, accanto, contro!

3.Quotidianità: il luogo dell’esperienza cristiana e dell’evangelizzazione è la via, l’ufficio, la fabbrica, il tram, la metropolitana. Madeleine lo ripete continuamente: è nello svolgersi dei giorni che si incontra Dio e si incontrano i fratelli; lì, nel «martirio delle pazienze» si sperimenta la fedeltà a un amore ricevuto. I cristiani, che sono «quelli della via» (At 9,2), diventano i compagni di vita, poiché siamo «noi delle strade».

4.Libertà: sorprende per l’epoca in cui Madeleine visse la sua grande libertà di pensiero e di azione; ella fu capace di critica e di osservazioni pungenti (Il popolo di Parigi va al funerale di suo padre, 1949, sull’esclusione degli umili dai funerali del cardinal Suhard; In merito a una decisione romana, 1959, riguardo alla fine dell’esperienza dei preti operai). Obbedienza nei fondamentali, libertà in ciò che non è essenziale, in ciò che è modalità di annuncio e di servizio, osando vie nuove: questi sono ancora stimoli per l’oggi: «La fede che Dio ci dà nel 1964 è una fede per il 1964. Essa non ha lo scopo di far durare ciò che fa per questo o quel tempo e che è passato con lui. La fede è fatta perché l’amore eterno di Dio sia rivelato a tutti gli uomini» (Ambiente ateo).

5.Profezia: vi è una profezia di tenore biblico in Madeleine Delbrêl: ella fu in grado di intuire strade nuove, senza rinunciare a una denuncia del male presente — sociale, economico, morale —. Seppe tracciare sentieri di vita cristiana che avrebbero poi conosciuto sviluppo e avrebbero generato vita (si pensi alla scelta di vivere in una comunità di donne senza consacrazione); tratteggiò uno stile di cristianesimo (cordiale, amico, vicino, non militante) che oggi sappiamo essere la postura con cui vivere evangelicamente. Leggere i suoi scritti riserva la sorpresa di una lettura del suoi tempi che sembrano, in realtà, lettura dei nostri tempi.

6.Mistica: colpisce il radicamento in Dio di Madeleine. La sua vita di preghiera fu intensa, profonda, fedele. Davvero si ha l’impressione di una donna immersa nel mistero di Dio e, quindi, immersa nel mistero dell’uomo. Le due cose sono unite, non in contrapposizione; c’è un gradiente di silenzio mistico in Madeleine che diviene rivelazione del Mistero: «La rivelazione essenziale del Vangelo è la presenza dominante ed invadente di Dio. È una chiamata ad incontrare Dio, e Dio non si incontra che nella solitudine» (Chi mi segue non cammina nelle tenebre, 1948)

7.Poesia: comunicare concetti e idee, esperienze e vissuti nel linguaggio fine ed evocativo della poesia: così fece Madeleine, mistica e poetessa originale. Testi come Noi delle strade, La passione delle pazienze, Il ballo dell’obbedienza sono commenti e interpretazioni evangeliche, secondo la cadenza della poesia. In un’epoca di dominio di scienza e tecnica, quale grazia poter sostare e gustare il gratuito della poesia, che offre scarti e disorientamenti buoni e costruttivi!

8.Giustizia: Madeleine visse realmente il mistero dell’incarnazione, in un servizio perseverante e umile ai poveri. Come assistente sociale e come cristiana convinta seppe indicare le ‘strutture di peccato’ della società moderna, seppe denunciare l’ingiustizia, seppe anche rimproverare l’ipocrisia dei cristiani: «Un mondo ateo non nasce a fianco di comunità cristiane senza che queste siano colpevoli, almeno, di egoismo cieco» (Il rischio della sottomissione, 1954). Ma su tutto fece prevalere la bontà più che l’odio, l’amore più che la violenza, senza sconti di responsabilità, senza nascondere o chiudere gli occhi. In un XXI secolo di disuguaglianze crescenti, come non prestare ascolto alle sue parole e non seguire il suo esempio?

9.Donna: Madeleine fu una donna consapevole della propria dimensione femminile, cosciente della sua dignità ecclesiale, lontana da clericalismi e subordinazioni. Donna nel mondo, donna nella chiesa, attiva, partecipe, insofferente verso la marginalità ecclesiale delle donne: non è anche questo un seme di futuro, un messaggio per l’oggi?

10.Leggerezza: vi sono un’ironia e un umorismo insoliti nelle parole di Madeleine. Nelle sue parole non si trovano mai pesantezza, verbosità, paura, aggressività, ma sempre pennelleggia con leggerezza, con simpatia quanto va scrivendo. Madeleine è la donna del sorriso, non del broncio: l’umorismo come antidoto alla fatica del vivere e come via evangelica: «Poiché io penso che tu forse ne hai abbastanza / della gente che sempre parla di servirti col piglio del condottiero, / di conoscerti con aria da professore, / di raggiungerti con regole sportive, / di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato» (Il ballo dell’obbedienza). Ai cristiani che vivono nel terrore della fine della cristianità, a quanti sentono il desiderio di proselitismi accigliati, agli apocalittici ecclesiali… a noi tutti, quanto fa bene accompagnare la vita di fede con un po’ di sana e libera leggerezza?

Ecco, dieci motivi (ma altri se ne potrebbero aggiungere) per dire che questo è il tempo opportuno per conoscere e far proprio il messaggio umile di Madeleine Delbrêl.

(Mi sia lecito una nota personale: girando con uno spettacolo dedicato a Madeleine Delbrêl mi sorprende il numero di persone che nutre un sincero affetto per questa donna del secolo scorso, traendo da lei ispirazione, in tutti i contesti — di provincia, cittadini, in Italia come all’estero —. E mi stupisco nel vedere anche persone giovani, rare negli ambienti ecclesiali, farsi incuriosire da ciò che Madeleine ha ancora oggi da dire e da dare al nostro cristianesimo contemporaneo).

(ph: Amis de Madeleine Delbrêl)

2 risposte a “Perché è il tempo di Madeleine Delbrêl”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Sergio!
    * Grazie x avermela fatta conoscere, con la tua pièce a MI…
    Sai cosa mi succede leggendo il tuo msg???
    Una cosa strana…🙃
    Leggo il tuo 1) PERIFERIE
    e mi sbuca dentro qa. pensiero..
    Ma Gesù DOVE è nato???
    E mi rispondo..
    In una periferia!
    Poi la mia mente, che nn si ferma maiiii ( qs è un grosssso limite😭), si chiede:
    Msg con radici e/o provo???
    Poi vado avanti e vedo su ogni . la sua vicinanza con Gesù.
    Ma vorrei che foste ognuno di voi a scoprirla.
    Grazie Sergio.

    • Sergio Di Benedetto ha detto:

      Caro Pietro, non solo è impressionante la vicinanza evangelica radicale, come dici, ma è molto stupefacente anche la consonanza con alcuni grandi paradigmi del pontificato di Francesco. Grazie

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