In quell’intreccio sempre più stretto (e non sempre salutare) tra onlife e online, mi capita spesso di imbattermi in post di ‘argomento religioso’, soprattutto perché parte della mia ‘bolla’ social di quello discute e quello condivide. Ciò che mi colpisce, sempre, è lo stile di moltissime persone, esplicitamente cristiane (come desiderano dichiarare, già a partire da immagini emblematiche dei propri profili: figure sacre, icone, etc), che, quando si trovano a trattare di un qualsiasi argomento, manifestano modi, toni, posture molto aggressive, irrispettose, finanche violente. L’ironia lascia presto spazio al sarcasmo velenoso, e poi agli epiteti poco edificanti, fino ad arrivare all’insulto (qualche volta, credo, con qualche risvolto giuridico). Nessun ascolto, nessuna stima reciproca, nessuna benevolenza: l’elmetto e la lancia (verbale) in resta sono quanto di più diffuso c’è nell’utente ‘cattolico’ medio e anagraficamente maturo che passa (molto) tempo nel web.
Divisi per bande, abbiamo sovente sostituito il dialogo pacato — anche nelle diverse sensibilità — con un violento conflitto senza tregua. Gli haters, che tanto agio trovano nel virtuale, anche e soprattutto protetti da un vile anonimato, hanno fatto scuola e hanno ormai non più discepoli, ma veri maestri nelle bolle di cattolica ispirazione.
Quello che si comunica, tra un santino e una giaculatoria (un discorso a parte meriterebbe la grammatica artistica ‘cristiana’ che rimbalza in rete), è un’accesa inimicizia, un odio sempre vivace, uno stato permanente di guerra. Nei pozzi avvelenati di Internet, nelle fosse livorose delle praterie virtuali, i cristiani sono spesso protagonisti. Sarà allora sempre più urgente chiederci quale spettacolo diamo da cristiani in rete, tra social e forum, non dimenticando che esiste una dimensione del male commesso che si allarga e dilaga anche attraverso la tastiera.
La religione della misericordia, la fede in un Dio d’amore sono spesso diventati, nella declinazione web, la religione dell’uomo frustrato, la fede in un Dio che benedice le armi virtuali, la morale sterile dell’occhio per occhio. Soprattutto quando ci si sente investiti di una missione divina, volta alla difesa della (mia) verità, ecco che l’attacco è ‘depenalizzato’, la violenza tollerata se non fomentata, lo scontro cercato e provocato.
Ma a coloro che non condividono la fede cristiana, che impressione si offre? Una religione che ha giocato tutto sull’amore, a partire dal Cristo, è divenuta una religione dell’astio. Il comandamento supremo, quel fondamentale “ama il prossimo tuo come te stesso”, è dimenticato e calpestato (sempre con mille giustificazioni interiori). La ‘differenza cristiana’, in rete, sembra più legata a differenziarsi in peggio che in meglio; tra una devozione e una novena, quale sguardo virtuale sappiamo coltivare sul web? Quale spazio di riflessione e di attesa sappiamo costruire, vincendo pure la tentazione dell’immediato intervento, della risposta dura da lanciare subito? Sappiano ancora aspettare e, nel caso, decidere la via del silenzio per non alimentare circoli verbali di prepotenza?
Davvero, in rete noi cristiani sembriamo essere persone che vivono di rabbia e non di speranza e carità. La testimonianza che offriamo è spesso una controtestimonianza, una picconata alla credibilità della fede che professiamo. Chi non condivide le nostre idee diviene un nemico, e non certo da ‘amare’ (Mt 5, 44), ma da combattere il più a fondo possibile, soprattutto se è un ‘cristiano da correggere’.
Infine, è interessante sottolineare come non si colga la contraddizione tra il condividere un versetto della Parola, una citazione di una santo, un’immagine ‘sacra’ e al tempo stesso entrare nei circoli viziosi dell’odio online che tutto distruggono, a partire dalla stessa persona con cui si entra in relazione.
Forse, vista la preponderanza di certi modi aggressivi e così poco evangelici, l’indifferenza del mondo non cristiano sembra essere una profilassi utile e necessaria: a chi potrà apparire interessante una religione che si basa sull’amore ma che poi, nel web, diventa scusa per parole irrispettose, violente e offensive? La pace che tanto desideriamo… e anche da custodire e costruire in rete.
E comunque colpisce “il cristianesimo è una religione fondata sull’odio (social). Anche se sembra buttata lì, per suscitare interesse, è un pugno in faccia a quel fedele onesto che non vive di “social” ma una anonima vita di faticosa routine a restare inglobata in quella vita da cristiano fatta di una croce sempre portata e quando pesanteancora è Cristo cui ricorrere a fare leggero il giogo. Anche a valersi di immagini che sono irridenti il personaggio Cristo, del pari si dovrebbe tener conto del modesto fedele, non uso a confrontarsi con discernimenti intellettuali, che si possono incuriosire perché la società viene scoperta per come è senza veli, nuda e che si esibisce vantandosi anche della propria strafottenza , ma agli occhi del semplice fedele appare annegare in un vuoto abissale. Cio lo fa sentire ancora più convinto che un Cristo e salvezza, e unica via e bene prezioso la vita che ci è stata data in dono
C’era una volta…….anche nella società più modesta anche povera, un modo di comportarsi che dava dignità, signoreggiava, obbligava al rispetto, mentre l’arroganza era resa più spiccata in certi ricchi che per narcisismo facevano sfoggio dei loro averi o potere. La “buona educazione” era la signoria del meno avvantaggiato nella vita. Oggi invece nel povero che si sente umiliato da certo sfoggio di beni costoso, prende il sopravvento la violenza, quasi una silenziosa domanda:”perché io no? “. La Parabola del giovane ricco che domanda a Gesù cosa egli dovesse fare di buono per avere la vita eterna, la risposta del Maestro di vendere tutti i suoi beni e darlo ai poveri, lo ha fatto triste., amava più i suoi beni. Oggi il ricco mira a sempre più ricchezza, così aumenta la disuguaglianza con le povertà di popoli. E’ uno sfregio alla dignità umana spendere in armi In luogo di guerre, soluzioni altre a migliorare la vita dei popoli.
Se ammettessimo che può esserci un po’ di verità in ogni parte, e che la Verità è una Via maestra, un atteggiamento di vita, prima ancora che un dato oggettivo, molte cose sarebbero diverse..
Se capissimo che anche la più bella Verità non si difende con vie che fanno perdere in umanità, che danno l’illusione della vittoria, tanto poi il male, combattuto in questo modo, ritorna sempre indietro, e più profondo ci avvolge, in un vortice infinito, saremmo già un’altra umanità…
Certo, da un credente in Cristo, ci si aspetterebbe un atteggiamento più spirituale, che sa guardare oltre la propria parte, perché sa che in ogni parte, c’è l’Infinito..
Se capissimo tutti che “perdere”, non è una debolezza, ma lo è voler vincere a tutti i costi, saremmo già un’altra umanità, avremmo già preso un’altra direzione, ma tant’è..
Purtroppo questo odio on line proviene da lontano. È figlio di secoli di intolleranza nei confronti dei fedeli di altre fedi e dei non credenti. Abbiamo avuto Maestri, sponsor funesti d’inferni e punizioni divine per coloro che si allontanavano dalla “retta via”. Ci stupiamo dei comportamenti di oggi ?
forse è anche colpa di quel momento in cui scritto “extra ecclesia nulla salus” e che ancora inquina la coscienza di tanti cattolici
poveri sacerdoti di Baal, anche oggi nel nome della dottrina e del dio antropomorfo, vengono trucidati