Geografia dei testimoni /11 (ultima): i testimoni della porta accanto

Ricordiamo le figure che sono riuscite, senza clamore, a testimoniare la speranza, l’amore e la fede, sostenendo la parte migliore di noi stessi.
31 Agosto 2024

Al termine del nostro itinerario volto a riscoprire alcune grandi figure del cristianesimo novecentesco, unendo la bellezza dei luoghi e la forza della testimonianza, sarà bene tornare a casa e sostare nel nostro quotidiano snocciolarsi di giorni, incontri, impegni. E stando a casa, sarà utile fare memoria grata di quei numerosi testimoni che ciascuno di noi ha incontrato nel corso della sua vita, rendendoci migliori, aiutandoci a crescere, accompagnandoci nel nostro divenire persone più evangeliche e dando maggiore ricchezza alla nostra relazione con Dio. Sono quelli che chiamiamo i ‘testimoni della porta accanto’ e verso cui dovremmo nutrire sempre riconoscenza. Lo ricordava anche Papa Francesco in quel gioiello un po’ dimenticato che è l’esortazione apostolica Gaudete et exultate: «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”» [7].

Ciascuno di noi ha con sé il ricordo affettuoso di uomini e donne che hanno portato un po’ di luce nelle nostre esistenze, che ci hanno mostrato un lato umano profondo e buono, che ci hanno restituito a noi stessi nei momenti di fatica, che hanno saputo usare misericordia e darci coraggio. Si tratta di persone che sono state in grado di farci sentire amati, pure svelando la grandezza dell’amore di Dio, rivelandoci qualcosa del suo volto, della sua presenza e della sua custodia. Ma si tratta anche di persone che, senza enfasi e pubblicità, nei ‘piani bassi’ della vita, hanno testimoniato amore gratuito per gli altri, accoglienza, bontà, fedeltà a sé stessi e alla Parola, di cui si sono fatti commento quotidiano e fecondo.
Davvero ciascuno di noi potrà pensare a visi, storie, vite spese per un bene, così restituendoci la legge dell’Incarnazione, poiché il Verbo è sceso nella carne per farsi vicino all’umanità e ancora oggi noi possiamo, nell’avvicinarci a grandi o piccole testimonianze, avere consolazione e speranza, essere esortati all’amore, conoscere qualcosa in più del mistero inesauribile di Dio. E non dimentichiamo chi, anche con parresia, ci ha esortato a fare verità in noi stessi, con grande e sacro rispetto per la nostra libertà.

Fermiamoci un attimo e facciamo memoria, sia dei momenti forti del nostro cammino personale, sia degli istanti semplici, anche recenti:  è un elenco di bene intessuto di nomi e storie, di cui abbiamo fatto esperienza o che solo abbiamo incrociato…

Penso a Franca e alla sua accoglienza, alla sua simpatia, alla sua fiducia, al suo credere sempre nelle capacità di chi aveva di fronte, alla sua fede umana mai gridata né imposta.
Penso a don Franco che ha sopportato un lungo esilio in silenzio e oggi con umiltà e sapienza testimonia la bontà del Padre, senza pregiudizi, giudizi o rigidità, aprendo la propria casa a chiunque è in cerca di senso, capace di commuoversi profondamente ogni volta che commenta con stupore sempre nuovo la Parola di Dio.
Penso a Vezio che si prende cura quotidianamente del fratello senza mai una lamentela o un gesto di protesta, ma con pazienza e con dedizione.
Penso a Isolina che ha curato per molti anni, in casa, il marito Lucio, afflitto da una demenza senile sempre più invalidante, capace di cogliere lei sola, ogni mattina, un moto degli occhi del marito che voleva dire ‘grazie’, per poi regalargli un bacio, quotidiano segno di un amore umano e fedele.
Penso a Paola e Filippo, così sinceri e umili nel condividere con altri una fortissima crisi di coppia, per farne poi radice di rinnovamento, e che ora dedicano tanti giorni della loro pensione ad accompagnare con generosità e con discrezione il cammino delle giovani coppie.
Penso a padre Claude, dagli azzurri occhi scintillanti, monaco di libertà unica, docile allo Spirito, che sa unire la fede alla botanica, fondando una scuola di agraria, per poi avere il coraggio della rinuncia e lasciare il monastero per portare sollievo e futuro in Senegal, e infine, dopo molti anni, tornare a fare il semplice parroco in piccoli villaggi di montagna, rendendosi disponibile, con gioia e serenità, ad ascoltare i pellegrini sulla via Francigena, «perché, quello che ho capito in più di 80 anni di vita, è che Dio mantiene le sue promesse».
Penso a Piero, che tradito da un socio disonesto, riparte da zero per ripagare i debiti di altri, per restituire con onore la fiducia di chi avrebbe potuto perdere tutto e che, ogni mattina che Dio mandava in terra, accompagnava la nipote malata a scuola, fino al giorno in cui la salute glielo ha permesso.
Penso a tante donne e tanti uomini, che ho incontrato nella vita, testimoni umili di virtù grandi e a cui non posso ripensare senza riconoscenza.

È un elenco che procede a ritroso e che si apre anche sul domani, per i doni che ognuno porta con sé; un elenco che il lettore potrà comporre con gratitudine e con affetto. Così, unendo i testimoni più noti a quelli meno conosciuti, ma decisivi per le nostre vite, possiamo avere nuovamente presente che siamo sempre in une rete di relazioni che ci sostengono e animano il nostro cammino, rivelandoci, in questo modo, la cura amorevole del Padre.

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