Nella luce della Pasqua: è morto così, come credo egli desiderasse morire, ancora nel servizio del ministero, dopo aver celebrato la Pasqua, dopo aver visto, ieri, i fedeli in piazza, quei fedeli tra cui è voluto andare, come il pastore ‘che ha l’odore delle pecore’, e dopo aver lasciato al mondo parole di pace, di fratellanza, di comunione. Parole che in questi giorni di Passione e Resurrezione egli ci ha donato, e che andremo a rileggere, con la consapevolezza, triste e vera, che erano parole di congedo e di eredità: allora una luce diversa le illumina, un accento differente le anima.
È morto così, papa Francesco; e mentre attraversava la soglia che apre alla vita eterna, nelle chiese della sua diocesi, alle prime messe del mattino, echeggiavano queste parole del Vangelo: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (Mt, 28, 10). Le parole del Risorto risuonano nelle navate delle chiese di Roma, mentre il padre chiude il suo cammino terreno, diventando sintesi di un ministero. Perché qui ci sono lo stile, la parola e l’azione di Francesco: uscire dalla paura, annunciare, andare fuori, verso la Galilea, terra delle genti, oltre i confini e le frontiere. Dodici anni da papa, germogliati su tanti anni da vescovo e da sacerdote, che la Parola racchiude e consegna alla Chiesa e al mondo. Immagini, gesti, scelte, rotture, cammini.
C’è un sigillo che a volte il Padre mette nelle vite dei suoi servi, chiamandoli in giorni che sono sintesi di una vita: accade a molti uomini e donne, fedeli e benedetti. Tornare alla casa del Padre il lunedì di Pasqua, nell’annuncio della resurrezione, è il sigillo sulla vita e sul ministero di Jorge Mario Bergoglio. È l’estremo messaggio, che compendia e illumina; è un dono che lo Spirito riserva ai suoi amici. Bergoglio uomo di resurrezione, uomo di coraggio, uomo di movimenti, oltre i limiti e le fragilità che ogni persona ha.
L’eredità di Papa Francesco è enorme, ed enorme è la responsabilità a cui la Chiesa, i fedeli, gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati. Ripercorrere ora dodici anni intensi è impossibile; abbonderanno analisi e letture, bilanci e previsioni. Servirà tempo. Di certo, ognuno di noi, di noi che gli abbiamo voluto bene, ha nel cuore parole e gesti di un papa che ha restituito vie di umanità alla fede cristiana. Forse Francesco ci ha fatto sentire meno soli nell’abitare questa chiesa, quando avvertivamo il suo peso: basterebbe questo per essergli riconoscenti. Forse ci ha donato consolazione, forse ci ha aiutato a vivere con più fedeltà il Vangelo.
La Parola che il lunedì di Pasqua ha accompagnato l’improvviso spegnersi di Papa Francesco parla anche di opposizioni: egli le ha incontrate, opposizioni aggressive e malevole: ma questo è il destino della Parola, appunto, dal giorno dell’Incarnazione, dal giorno della Resurrezione.
Mentre, con tristezza, diamo l’ultimo abbraccio a Papa Francesco, sentiamo anche un’immensa gratitudine per averlo avuto pastore, per averlo sentito pastore, per aver sentito in lui risuonare lo Spirito, per aver restituito speranza e fiducia, per aver ricordato a ogni passo che la misericordia di Dio è una tenda per tutti, che le periferie sono luoghi in cui Dio parla, che i cuori sono luoghi in cui Dio dimora.
Grazie Sergio !
un testo essenziale ma fondamentale : da conservare e rileggere
Grazie di cuore per questo ritratto cordiale e limpido del ministero del nostro amato papa Francesco. Custodiamo come tesoro prezioso i suoi insegnamenti. Col cuore gonfio di tristezza ma anche di gratitudine per questo grande dono, usciamo per le strade del mondo.
Grazie Sergio per aver evidenziato il suo stretto legame con la Parola.
Sai quante volte a chi criticava le sue uscite dovevo chiedere:
MA VOI la conoscete la Parola????
Criticate pure il suo poncho, ma rispettate la sua piena adesione alla Parola di Gesù.
Ringrazio per il testo ma soprattutto ringrazio il Signore per aver messo sul mio cammino un Papa di tale levatura.
Grazie. Avevo avvertito proprio questo ieri, quando, terminando la preghiera sulla Parola, ho saputo del papa .
Grazie Signore. Andiamo…continuiamo…nel nome tuo