Se veramente vivessimo vedendo Gesù nei corpi dei carcerati, degli immigrati, dei poveri e dei malati, allora potremmo seriamente di smuovere ogni tipo di montagna...
Nel giro di pochi giorni ho partecipato ad un matrimonio e ad un funerale: amore e morte. Due eventi normalmente opposti con aspetti in comune.
Quale legame c'è tra il Sinodo sulla sinodalità e il compito perenne di un cristiano di incarnare il Vangelo?
Nel messaggio di Mons. Moscone - vescovo di Manfredonia - per la festa della Madonna di Siponto, la risposta alla domanda provocatoria di un mio studente.
Sarebbe bello se noi, come chiesa, fossimo audaci nel farci carico della realtà e capaci di portare alla salvezza ogni realtà, anche laddove (persino a Dio!) sembra impossibile...
Dopo il dibattito seguito alla morte di Michela Murgia, una riflessione su chi è un cattolico
Lettera aperta a Costanza Miriano in risposta alla sua presa di posizione su Michela Murgia e l'eco che ha avuto la sua scomparsa sui media cattolici.
Geografie della Parola /5: in un piccolo borgo della Creuse francese, la casa di un filosofo e la domanda evangelica: «Perché non capite?»
La vacanza è un tempo per sé, per fermare la consuetudine, per cambiare un po’ ciò che si fa sempre, per essere "torri" per gli altri.
Alla presenza del presidente Mattarella un convegno storico ha ricordato gli 80 anni del Codice
Geografie della Parola / 4: a New York, nella sede dell’Onu, dentro una piccola stanza, una domanda si fa incalzante: «Voi, chi dite che io sia?».
A partire da Leopardi qualche appunto sulla felicità e sulle difficoltà della vita, e su come da cristiani siamo chiamati a coniugarle nel quotidiano
Geografie della parola / 2: una visita in Borgogna, tra le rovine della grande abbazia di Cluny, e un versetto della Parola, che è capace però di suscitare anche speranza: qualcosa finisce, qualcosa comincia (a pochi minuti è sorta Taizè)
“Ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato”, questa volta ha veramente “rotto gli argini”.
È difficile credere, soprattutto seguendo l’invito di Paolo che esorta a una “conoscenza più profonda di lui”: ma in fondo la sequela cristiana è tutta lì. E potrebbe essere pure un buon criterio per rivedere molte cose ecclesiali...
L’impressione che ho è che il problema sia posto male, e che tutte queste posizioni partano dal presupposto che la verità sia un “quid”, più o meno oggettivabile, o mai oggettivabile.
Se sappiamo guardare all'intelligenza delle emozioni, anche una festa per lo scudetto può essere formativa...
Simone di Cirene e le croci che ci accadono, non previste, nelle nostre vite: che però sono, anche, la Sua croce e ci invitano a stare un po' in disparte.
Quello che conta per Charlie rimane la verità della tesi della propria narrazione
C’è un posto per tutti lungo la via che sale al Calvario. Oggi vorrei provare a riservare un posto al cristiano che sente il cuore un po’ pesante, che vive la stanchezza del cammino, che percepisce la sua fede vacillare, che avverte la fatica di stare nella Chiesa di oggi, nelle comunità di oggi, nel mondo di oggi.
La Quaresima rivela la nostra penombra e la nostra solitudine, accende un desiderio che si converte in preghiera: buio che invoca luce, solitudine che invoca compagnia, morte che invoca vita. Attesa di un Tu che plachi la sete dell’anima
Tento un bilancio personale del pontificato, attorno a sette parole significative per la mia vita: consolazione, accoglienza, fortezza, libertà, simpatia, povertà, delusione.
Nella vita ordinaria delle comunità cristiane manca un’attenzione specifica per i ‘cercatori non religiosi’; proviamo ad avanzare qualche riflessione e qualche proposta.
Nei giorni di un Sanremo in cui - si è scritto su Famiglia Cristiana - "Dio non c'è (o quasi)", è bene riascoltare l'attimo che Ligabue chiedeva qualche anno fa a Dio
Alcune note sull'intenso volume "Pomeriggio del cristianesimo. Il coraggio di cambiare" del teologo ceco Tomaš Halík.
Qualche spunto di riflessione a partire da una conversazione tra Riccardo Cristiano e Massimo Borghesi...
"Vangeli festivi nell'arte" è il libro che propone di leggere il vangelo di ogni domenica attraverso un'opera. Per decentrare il nostro punto di vista
Abbiamo mai pensato al presepe, alla "casa" di Gesù, come ciò che ne rivela anche le radici più profonde?
La speranza del bene, nella fiducia dell’amore del Padre.
Questa immagine va letta in modo stratificato, come quando si usa “google map”
Custodire la fede, sapendo che si può anche esaurire, e annodare fede e giustizia: sono questi i due inviti che oggi sentiamo dalla Parola — che ci portano anche a Jan Patočka e Simone Weil.
Un libro, scritto da due giornalisti catanesi, racconta come fede, devozione e religiosità popolare sono state vissute mediaticamente in questi anni difficili
La realtà ci visita di continuo, a volte ci entra dentro e ci accompagna per sempre. E tutto dipende da ‘come’ ci relazioniamo con essa…
La tragedia della Marmolada vista da un punto di vista 'altro' rispetto alle colpe da individuare ed assegnare
Tra 'Corpus Domini' e festa del 'Sacro Cuore': cosa dicono a noi, oggi, queste feste?
Il mistero trinitario ricorda che la fede, come l’amore, non è fissità, ma ricerca continua. E persino 'gioco'.
Se mostriamo un’umanità mutilata e non radicata nell’oggi del XXI secolo, la crisi di fede è solo una conseguenza
Di fronte a temi come la risurrezione e la vita oltre la morte la questione oggi non è credere o non credere, ma una domanda ancor più radicale: fosse anche vero, cosa me ne faccio?
Qualche riflessione sparsa tra giovani e adulti, tra oggi e futuro, tra fede e vita, tra certezze ed incertezze.
In uno dei discorsi dell'addio, dopo l'ultima Cena, Gesù fa tre doni agli apostoli, per vincere la paura
Che effetto produce, sul piano comunicativo, testimoniare una fede senza dubbi?
"Le pecore ascoltano la mia voce e io le conosco". Si basa su questo reciproco legame una fede che può rassicurare e consolare
A qualche mese dall’inizio del Sinodo, troppi fedeli non sono stati minimamente sfiorati dal Cammino sinodale, che parte così, purtroppo, già monco. Urge un rimedio
Il racconto della seconda pesca miracolosa ci ricorda che Gesù non cerca, per guidare il gregge, un uomo perfetto, ma un uomo che sappia amare
Come cristiani, la difesa di sé dall’aggressione di altri esseri umani, del proprio paese, del proprio mondo, come può essere compresa teologicamente? Fino a che punto è giusto spingersi?
Suggestioni dal brano di Giovanni, in cui l'apostolo incredulo non è poi così incredulo
La liturgia e la vita sono il banco di prova nell’oggi, il sepolcro da raggiungere, ma anche il tornare indietro per annunziare il più bel finale di ogni storia raccontata
Il modo di comunicare vale molto di più del contenuto che si comunica e il contenuto viene accolto solo se è in sintonia con il linguaggio usato
Siamo piccoli strumenti, ma nelle mani di Dio e con la sua Grazia, possiamo fare opere grandi
Ci ricorda che la fede abita il buio, ma vive di luce.
Nei giorni in cui meditiamo sul mistero del Dio incarnato anche il Credo può prendere forme più incarnate nel nostro vissuto
Contenere l’ansia di evangelizzare, per ascoltare prima e meglio l’umanità d’oggi, così da tornare ad essere veramente significativi…
Sulla colpa si è costruita una intera teologia sacrificale, di dubbia ascendenza veramente evangelica, mentre la rabbia è sempre stata giudicata a priori come emozione cristianamente “sbagliata”
Una fede che si ostini a non riconoscere l’efficacia dei vaccini e a invalidarne l’effetto in nome della potenza di Cristo, non è una fede cristiana.
Alla base dell’umiltà c’è la conoscenza di se stessi. Non c’è vera maturità umana che noi possiamo raggiungere se non abbiamo raggiunto la conoscenza di noi stessi
La maturazione umana della persona non è un optional nello sviluppo della vita di fede e nemmeno solo un suo effetto, ma anche una sua condizione.