Prima stazione: Gesù e l’ultima cena con i discepoli
Lettura biblica
Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».
(Lc 22, 14-16)
Meditazione
Dobbiamo amare e trovare Dio precisamente in ciò che egli ci dà; se a Dio piace di farci provare una travolgente felicità terrena non bisogna essere più pii di lui e guastare questa felicità con idee tracotanti e pretese provocatorie e con una fantasia religiosa incontrollata incapace di accontentarsi di ciò che Dio dà. Dio non farà mancare, a chi lo trova e lo ringrazia nella propria felicità terrena, i momenti in cui gli sarà ricordato che tutte le cose terrene sono qualcosa di provvisorio, e che è bene abituare il proprio cuore all’eternità, né infine mancheranno i momenti in cui potremo dire con sincerità: «vorrei essere nella mia casa…». Ma tutto questo ha il suo tempo, e ciò che conta è tenere il passo di Dio, e non volerlo sempre precedere né d’altra parte stare indietro di qualche passo.
Preghiera
Tendo le mani e prego –
e sperimento la realtà nuova.
Ciò che è passato ritorna a te
come parte vivente della tua vita
attraverso la gratitudine e il pentimento.
Di Dio cogli nel passato perdono e bontà
e prega che t’assista oggi e nel giorno che verrà.
Seconda stazione: Gesù è giudicato dal sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?”. Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
(Lc 22, 66-71)
Meditazione
Ciò che mi preoccupa continuamente è la questione di che cosa sia veramente per noi, oggi, il cristianesimo, o anche chi sia Cristo. È passato il tempo in cui questo lo si poteva dire agli uomini tramite le parole – siano esse parole teologiche oppure pie –; così come è passato il tempo della interiorità e della coscienza, cioè appunto il tempo della religione in generale. Stiamo andando incontro ad un tempo completamente non religioso; gli uomini, così come ormai sono, semplicemente non possono più essere religiosi. Anche coloro che si definiscono sinceramente “religiosi”, non lo mettono in pratica in nessun modo; presumibilmente, con “religioso” essi intendono qualcosa di completamente diverso. […] Se insomma gli uomini diventano davvero radicalmente non religiosi – e io credo che più o meno questo sia già il caso […] che cosa significa allora tutto questo per il “cristianesimo”? Vengono scalzate le fondamenta dell’intero nostro “cristianesimo” qual è stato finora, e noi “religiosamente” potremo raggiungere soltanto qualche “cavaliere solitario” o qualche persona intellettualmente disonesta. […] Come può Cristo diventare il signore anche dei non religiosi? Ci sono cristiani non religiosi? Se la religione è solo una veste del cristianesimo – e questa veste ha assunto essa pure aspetti molto diversi in tempi diversi – che cos’è allora un cristianesimo non religioso? […] che cosa significano una Chiesa, una comunità, una predicazione, una liturgia, una vita cristiana in un mondo non religioso?
Preghiera
Uomo, osserva:
forze sante
sono all’opera, e giudicano.
Esulta e dici:
fedeltà e giustizia,
per una stirpe nuova!
O cielo, riconcilia
alla pace e alla bellezza
i figli della terra.
Terra, sii prospera,
uomo, diventa libero
e libero tu sia!
Terza stazione: Gesù è condannato a morte da Pilato
Lettura biblica
Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Mc 15, 12-15
Meditazione
Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa, anche dalla più malvagia. Per questo, egli ha bisogno di uomini che sappiano servirsi di ogni cosa per il fine migliore. Io credo che in ogni situazione critica Dio vuole darci tanta capacità di resistenza quanta ci è necessaria. Ma non ce la dà in anticipo, affinché non facciamo affidamento su noi stessi, ma su di lui soltanto. In questa fede dovrebbe esser vinta ogni paura del futuro. Io credo che neppure i nostri errori e i nostri sbagli siano inutili, e che a Dio non sia più difficile venirne a capo, di quanto non lo sia con le nostre supposte buone azioni. Sono certo che Dio non è un Fato atemporale, anzi credo che egli attende preghiere sincere e azioni responsabili, e che ad esse risponde.
Preghiera
Questa è l’ora della fedeltà
l’ora della madre e dell’amata
l’ora dell’amico e del fratello.
La fedeltà rischiara ogni infelicità
e la ricopre delicatamente
di dolce
ultraterreno splendore.
Quarta stazione: Gesù cade lungo la via della croce
Lettura biblica
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
(Is 53, 4-6)
Meditazione
Chi disprezza un uomo non potrà ottenerne mai nulla. Niente di ciò che disprezziamo negli altri ci è completamente estraneo. Spesso ci aspettiamo dagli altri più di quanto noi stessi siamo disposti a dare. Perché finora abbiamo riflettuto in modo così poco obiettivo sulla debolezza dell’uomo e su quanto sia esposto alla tentazione? Dobbiamo imparare a valutare gli uomini più per quello che soffrono che per quello che fanno o non fanno. L’unico rapporto fruttuoso con gli uomini – e specialmente con i deboli – è l’amore, cioè la volontà di mantenere la comunione con loro. Dio non ha disprezzato gli uomini, ma si è fatto uomo per amor loro.
Preghiera
Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione,
piangono per aiuto, chiedono felicità e pane,
salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.
Così fanno tutti, tutti, cristiani e pagani.
Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione,
lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto né pane,
lo vedono consunto da peccati, debolezza e morte.
I cristiani stanno vicino a Dio nella sua sofferenza.
Dio va a tutti gli uomini nella loro tribolazione,
sazia il corpo e l’anima del suo pane,
muore in croce per cristiani e pagani
e a questi e a quelli perdona.
Quinta stazione: Gesù è tentato sulla croce
Lettura biblica
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!».
(Mt 27, 39-43)
Meditazione
Le persone religiose parlano di Dio quando la conoscenza umana (qualche volta per pigrizia mentale) è arrivata alla fine o quando le forze umane vengono a mancare – e in effetti quello che chiamano in campo è sempre il deus ex machina, come soluzione fittizia a problemi insolubili, oppure come forza davanti al fallimento umano; sempre dunque sfruttando la debolezza umana o di fronte ai limiti umani; questo inevitabilmente riesce sempre e soltanto finché gli uomini con le loro proprie forze non spingono i limiti un po’ più avanti, e il Dio inteso come deus ex machina non diventa superfluo; per me il discorso sui limiti umani è diventato assolutamente problematico (sono oggi ancora autentici limiti la morte, che gli uomini quasi non temono più, e il peccato, che gli uomini quasi non comprendono?); mi sembra sempre come se volessimo soltanto timorosamente salvare un po’ di spazio per Dio; – io vorrei parlare di Dio non ai limiti, ma al centro, non nelle debolezze, ma nella forza, non dunque in relazione alla morte e alla colpa, ma nella vita e nel bene dell’uomo. Raggiunti i limiti, mi pare meglio tacere e lasciare irrisolto l’irrisolvibile.
Preghiera
Fa’ ardere oggi le calde e silenziose candele,
che hai portato nella nostra oscurità;
riconducici, se è possibile, ancora insieme.
Noi lo sappiamo, la tua luce arde nella notte.
Quando il silenzio profondo scende intorno a noi,
facci udire quel suono pieno
del mondo, che invisibile s’estende intorno a noi,
l’alto canto di lode di tutti i tuoi figli.
Sesta stazione: Gesù muore in croce
Lettura biblica
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”. Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
(Mt 27, 45-50)
Meditazione
La speranza cristiana della resurrezione si distingue da quelle mitologiche per il fatto che essa rinvia gli uomini alla loro vita sulla terra in modo del tutto nuovo e ancora più forte che nell’Antico Testamento. Il cristiano non ha sempre un’ultima via di fuga dai compiti e dalle difficoltà terrene nell’eterno, come chi crede nei miti della redenzione, ma deve assaporare fino in fondo la vita terrena come ha fatto Cristo («mio Dio, perché mi hai abbandonato?») e solo così facendo il crocifisso e risorto è con lui ed egli è crocifisso e risorto con Cristo. L’aldiquà non deve essere soppresso prematuramente. In questo, Nuovo e Antico Testamento restano concordi. I miti della redenzione nascono dalle esperienze umane del limite. Cristo invece afferra l’uomo al centro della sua vita.
Preghiera
Signore Iddio,
una grande miseria m’ha colpito.
Le mie preoccupazioni minacciano di sopraffarmi,
e non conosco via d’uscita.
Sii misericordioso Dio, e aiutami.
Dammi la forza di sopportare i pesi che tu mandi.
Fa’ che io non sia dominato dal timore,
segui con sollecitudine paterna i miei cari,
mia moglie e i miei figli.
Dio misericordioso, perdonami ciò
in cui davanti a te
e davanti agli uomini ho peccato.
Confido nella tua grazia e rimetto
la mia vita nelle tue mani.
Fa’ di me ciò che a te piace, e che
è bene per me.
Sia che viva, sia che muoia, io sono accanto a te
e tu sei accanto a me, mio Dio.
Signore, attendo la tua salvezza
e il tuo Regno.
Settima stazione: Gesù è deposto nel sepolcro
Lettura biblica
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato.
(Lc 23, 50-54)
Meditazione
Più tardi ho appreso, e continuo ad apprenderlo anche ora, che si impara a credere solo nel pieno essere-aldiquà della vita. Quando si è completamente rinunciato a fare qualcosa di noi stessi – un santo, un peccatore pentito o un uomo di Chiesa (una cosiddetta figura sacerdotale), un giusto o un ingiusto, un malato o un sano –, e questo io chiamo essere-aldiquà, cioè vivere nella pienezza degli impegni, dei problemi, dei successi e degli insuccessi, delle esperienze, delle perplessità – allora ci si getta completamente nelle braccia di Dio, allora non si prendono più sul serio le proprie sofferenze, ma le sofferenze di Dio nel mondo.
Preghiera
Veniamo davanti a te come uomini,
come coloro che confessano la loro colpa.
Signore, dopo questi tempi inquieti
donaci i tempi della conservazione!
Dopo tanto errare,
facci vedere l’inizio del giorno!
Fa’ che, fin dove arriva la nostra vista,
noi prepariamo le strade alla tua Parola.
Finché non cancelli la nostra colpa,
conservaci silenziosi nella pazienza.
Nel silenzio vogliamo prepararci
finché ci chiamerai a tempi nuovi,
finché taciterai tempeste e flutti
e la tua volontà compirà prodigi.
Conclusione
Tu che punisci i peccati e perdoni volentieri,
Dio, questo popolo io l’ho amato.
Aver portato la sua vergogna e i suoi vizi
e aver scorto la sua salvezza: questo mi basta.
Padre nostro
(Tutti i testi, in prosa e in poesia, sono tratti da D. Bonhoeffer, Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere, traduzione a cura di A. Gallas, Milano, san Paolo, 2015)