Condividi e scrivi ‘amen’

Un fenomeno social si diffonde sempre più: pagine chiaramente fake che strumentalizzano la religiosità di molte persone inesperte, per aumentare i like e prendere in giro la loro (buona) fede
5 Dicembre 2024

Sono pagine social che si moltiplicano: “Dio ti ama”, “Gesù ti vuole bene”, “Pensa a Maria”, “Ave Maria” e così via. E sono tutte pagine fake, ossia pagine false, palesemente false, basta avere un po’ di occhio e usare la ragione per rendersene conto. I contenuti sono banali, emotivi, accompagnati da immagini quasi sempre create da Intelligenza Artificiale, con qualche citazione molto devozionale, e, magari, per aumentare l’aspetto sarcastico, non mancano errori grammaticali, frasi prive di senso compiuto, se non veri e proprio giochi di parole che hanno doppi sensi blasfemi. Eppure questi post hanno centinaia di like e di condivisioni, per la serie “condividi e scrivi amen”. In questo modo le pagine fake moltiplicano le loro visibilità e intasano le bacheche social, in base ai calcoli dell’algoritmo che tutto governa.
Sono pagine tristi, però, queste, perché fanno leva su un’enorme creduloneria, unita a forme di analfabetismo funzionale e digitale, nonché a ignoranza religiosa, timore superstizioso (il quale genere terribili ‘catene’ dense di minacce per chi non sostiene la catena stessa), che fomentano i discutibilissimi ‘gattini cattolici’  nella loro diffusione. Ma sono pagine tristi, queste, anche per il modo in cui i contenuti religiosi vengono strumentalizzati per una ‘presa in giro’ non innocente (da notare peraltro, che a volte, tra una citazione e l’altra, compaiono anche notizie politiche false, notizie di spettacolo e cronache locali).

Lo scopo, oltre a far crescere la visibilità dei post e monetizzarla, è anche quello di dimostrare quanto i cattolici sul web siano impreparati, sciocchi, incapaci di cogliere il contenuto greve che viene veicolato. Il problema è che, di fatto, il fine è raggiunto: fa cadere le braccia vedere quante condivisioni sincere tali immagini producono, senza che nemmeno ci si accorga della loro natura artificiale. Si tratta di messaggi anche molto orientati a livello di sensibilità, per cui dominano i toni passatisti, devozionali, ‘agricoli’ (galoppano anche le pagine fake ‘nemmeno un ciao perché lavoro nei campi’), con nostalgie da ‘bel tempo andato’, figure di santi e di madonne di dubbio gusto estetico, e così via.
Ma davvero siamo così allocchi? Sì, è così. Perché la buona fede di alcuni, unita alla scarsa competenza digitale (anche per motivi anagrafici), restituisce un panorama desolante di come manchino basilari categorie razionali in parecchi utenti del web ‘cattolico’, di come siano assenti conoscenze minime di cultura religiosa e, soprattutto — cosa non meno malinconica — di come davvero vi siano non poche persone che pensano che condividere immagini banali e brutte, citazioni sgrammaticate e simili sia una forma di evangelizzazione e testimonianza. Invece, spiace sottolinearlo, sono forme di controtestimonianza, poiché comunicano una presenza online (che temo divenga anche on life) debolissima, irragionevole, perfino autoumiliante.

L’epoca della postverità accresce le sue nefaste conseguenze, riempie le relazioni di miasmi, sostiene gli avvelenatori di pozzi, porta acqua al mulino di posizioni politiche poco cristiane, sbriciola la credibilità del contenuto di fede e dei suoi testimoni. Con l’Intelligenza Artificiale, poi, tutto è amplificato ai massimi gradi.
Questo fenomeno della rete dichiara che il lavoro formativo da compiere in ambito ecclesiale è molto ampio, tanto più che le fake news, credute e ritenute affidabili, possono essere una porta aperta a forme di truffe e raggiri di maggior rilievo.
Bisogna tornare a coltivare il pensiero critico e a valorizzare la riflessione, la lettura, il dialogo in presenza; bisogna tornare a porre in evidenza i metodi e i modi di permanenza in rete. Bisogna tornare a integrare le varie componenti umane dell’esperienza di fede, non respingendo l’emotività, ad esempio, in ambiti che poi la strumentalizzano brutalmente.
E se tutto ciò sembra una meta di alto profilo e quasi irraggiungibile, oggi, basterebbe forse partire almeno da un passo: mettere in guardia le persone che conosciamo laddove vi sia la condivisione e l’apprezzamento di contenuti falsi, sarcastici, umilianti. Almeno un avviso, forse, possiamo darlo. Anche dal pulpito.

(immagine di copertina generata con AI)

 

5 risposte a “Condividi e scrivi ‘amen’”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Sicuramente quando uno usa termini da cloaca max siamo di fronte a pozzi di ignoranza. Come ha rilevato il Censis..
    Non concordo col disinteresse… Allora xché si accaniscono tanto??
    Insisto sulla immagine.
    Sapevamo da oltre cento anni che il ns msg non parlava più, che dovevamo aggiornarci e abbiamo preteso giuramenti contro il modernismo, anatemi contro chi non credeva. Siamo rimasti seduti sulla sedia gestatoria. Ci siamo fatti baciare il piede .. risultato??
    Per reazione.. tutto quello che ci siam detti.. ma
    anche .. tu non vedi SBANDAMENTI TEOLOGICI,?
    Per reazione leggi da Gamberini cose innominabili presso la gran massa dei Preti in carica.
    CfrCaro Sergio. gli errori si pagano. E se si tarda i bubboni crescono e diventano le parolacce in vetrina.

  2. pietro buttiglionw ha detto:

    Mi ha fatto male leggere su Meta tutti quegli insulti a chi crede, alla CC, a Dio.
    Se non crediamo siano fake, se si tratta di realtà DOBBIAMO farcene carico, capire i perchè. Sono arrabbiati.
    Come chi non ha vs chi ha?
    O come chi ha subito un profonda delusione?
    Dio, Dio stesso li ha delusi.
    Ma se cerchiamo di capire QUALE Dio li ha delusi.. un dio superbuono.. e invece..
    un dio mille miglia lontano dai loro problemi..
    un dio idealizzato che quindi non può sporcarsi nella loro melma..
    MA CHI HA DATO LORO QUESTO dio???

    • Sergio Di Benedetto ha detto:

      Ma forse, caro Pietro, non c’è un rifiuto pregiudiziale verso la ‘religione’, dovuto semplicemente a incompatibilità intellettuali, disinteresse? E non solo per cattive esperienze?

  3. Pietro Buttiglione ha detto:

    C’ê un gruppo su META che dovrebbe essere un luogo di confronto tra chi crede&non crede.
    In realtà il confronto è tra il turpiloquio di chi non crede e interventi di chi crede veri zappa sui piedi..
    Fake o davvero il mondo oggi é così e noi siamo solo una nicchia??

  4. Salvo Coco ha detto:

    E circolano anche artificiosi messaggi di questa o quella presunta veggente in diretto contatto con Gesù o con la madonna. Tutti episodi che mirano a mantenere i fedeli in uno stato di infantilismo religioso, succubi del sistema di potere clericale. I ciarlatani aumentano, con il complice silenzio della gerarchia cattolica, ed i creduloni abboccano …

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