Può Papa Francesco non essersi reso conto che la metafora del padre che punisce amorevolmente il figlio, proposta per tenere insieme il Dio misericordioso e il Dio punitore, crea più problemi di quelli che risolve?
È da poco nelle librerie un interessante saggio di Francesca Perugi, che ricostruisce gli appassionanti e difficili anni martiniani (1986-1993) di guida del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa: una lettura utile per capire la Chiesa di ieri e quella di oggi.
Rileggere la Parola della Pentecoste, che spinge a vite nuove, oltrepassando chiusure e paure, tenendo sullo sfondo alcuni versi di Alessandro Manzoni.
È difficile credere, soprattutto seguendo l’invito di Paolo che esorta a una “conoscenza più profonda di lui”: ma in fondo la sequela cristiana è tutta lì. E potrebbe essere pure un buon criterio per rivedere molte cose ecclesiali...
Filippo attraversa la crisi della prima comunità cristiana per giungere in una terra ‘separata’ e ‘abbandonata’ e così scoprire che è possibile ripartire, raccogliendo le lacrime del mondo.
Una lettura di "Sapienza e profezia", un agile e intenso volume di Carlo Casalone dedicato al cardinal Martini
Un ricordo d’infanzia e una consapevolezza da adulto: riconosciamo le persone dalle ferite della vita. Lo stesso fece Tommaso con Gesù risorto
Entriamo nei giorni che ci fanno camminare tra i drammi e le incertezze del nostro tempo, per scoprire “orme di risurrezione, in mezzo alle voci affannate della quotidianità.
La Quaresima rivela la nostra penombra e la nostra solitudine, accende un desiderio che si converte in preghiera: buio che invoca luce, solitudine che invoca compagnia, morte che invoca vita. Attesa di un Tu che plachi la sete dell’anima
“Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.” (Mt 17,8)
Iniziamo i giorni impervi verso la Pasqua: l’invito è a non viverli come un tagliando annuale ma come un rischio, un imprevisto: il paradosso, appunto, dell’Amore che ci provoca ad andare ‘oltre’.
Pellegriniamo nel tempo, credendo nel futuro del mondo: in questo inizio d’anno ci facciamo aiutare da alcune parole di Joseph Ratzinger, che ora è giunto nell’eterno di Dio
“Mi chiamasti, diffondesti la tua fragranza, e respirai, mi toccasti, e anelo verso di te” (S. Agostino). Una lectio sulla bellezza, a partire da Maria.
Il richiamo del figlio di Adamo alla conversione, affinché ogni uomo e popolo si aprano alla nuova vita in Cristo
E se l'avvento di Dio avvenisse proprio nelle nostre, confuse, attese?
«Come furono i giorni di Noè»: l’attesa come tempo generativo e tempo quotidiano
La regalità di Cristo: i re della terra chiedono di sacrificarsi, il re generoso si sacrifica per la salvezza
La speranza del bene, nella fiducia dell’amore del Padre.
La Parola di oggi ci ricorda che il nostro Dio è un 'Dio di vita'
«L’amore vince tutto, anche noi cediamo all’amore» (Bucoliche X, 69): Zaccheo e l'amore che vince
La giustizia come giustificazione e misericordia
Custodire la fede, sapendo che si può anche esaurire, e annodare fede e giustizia: sono questi i due inviti che oggi sentiamo dalla Parola — che ci portano anche a Jan Patočka e Simone Weil.
Da umanissimi desideri al gratuito: forse è questo che dà gusto alla vita e ottiene salvezza.
Manca una diffusa consuetudine con la Parola di Dio nella vita delle comunità. Un’urgenza che anche il Sinodo ha rilevato
Breve sosta sulla Parola dell’Assunta, tra Raymond Carver, Mario Luzi, Dante, Curzia Ferrari.
Come cristiani, la difesa di sé dall’aggressione di altri esseri umani, del proprio paese, del proprio mondo, come può essere compresa teologicamente? Fino a che punto è giusto spingersi?
Tentiamo di prendere sul serio il mistero della resurrezione di Cristo, almeno come desiderio intimo, per prendere sul serio le nostre scelte di vita e di fede.
Un incontro casuale, un prete biblista, il coraggio di varcare una soglia e la vita cambia per sempre...
Vivere il tempo come occasione di crescite e maturazioni continue, “custodendo” e “meditando”, generando e accompagnando: come Maria, ma pure come ci ricorda una pagina di Natalia Ginzburg.
Lo abbiamo chiamato: “Vieni, Signore Gesù!”. Ora è lui a chiamare noi.
In un tempo ancora di fatica e forse di buio, possiamo di nuovo dare fiducia all’annuncio del profeta «un Bambino è nato per noi», per accogliere quel Bambino come compagno delle nostre vite.
Perché le luminarie, che in questi giorni ci rallegrano, non sono la Luce
Il Signore è vicino! C'è ancora qualcosa che non si può vendere e comprare, la gioia.
Il fallimento delle Edizioni Dehoniane è l’ultimo segnale dell’assenza di una vera fiducia e di un serio investimento cattolico nella cultura, nel pensiero, nell’arte.
Accantonare la bramosia del primo posto, per scegliere la via del servizio: è questa la legge del Regno, che rifiuta ogni strumentalizzazione di Dio, come ci ricorda anche la scrittrice Edith Bruck.
Con quali sentimenti è possibile cominciare questo anno scolastico che ci vedrà di nuovo tutti in presenza, pur senza che siano stati risolti i problemi esplosi con la pandemia?
Due aerei per due - diverse - storie, una canzone - di Bennato - per la stessa, unica, purtroppo "sempreverde", tragedia.
Ascoltare la nostra fame, dare udienza alle direzioni interiori, per rinunciare agli ingombri e far spazio alla vita vera, come invita il Vangelo di oggi, in assonanza con una poesia dello scrittore svizzero Alberto Nessi.
Di fronte ai bisogni del mondo, possiamo essere preda dello scoramento: ma la Parola di oggi ci invita a grandi affidamenti e piccole opere quotidiane, come troviamo anche in una poesia di Antonella Anedda dedicata alla madre intenta a cucire....
Di fronte alle tragiche notizie che provengono dalle carceri italiane, ritornare al testo biblico può aiutare a riordinare i pensieri e riorientare le emozioni che in casi come questi possono travolgerci.
Le parabola del granellino di senapa e del seme che cresce spontaneamente sono un esame di coscienza: stiamo impedendo o stiamo favorendo la crescita del Regno di Dio? La figura di Charles de Foucauld, insieme a una pagina di Mario Rigoni Stern che cita Anton Čechov, ci possono aiutare…
Talvolta siamo così presi dalla critica e dal conflitto con l’altro, certi di sapere quale sia la strada più giusta del credere, da dimenticarci che l’essenziale è il camminare, come richiede lo Spirito.
Troppo spesso, ancora oggi, la Parola non è la base della preghiera dei cristiani, e da qui deriva anche la fatica che incontriamo nel condividere 'esperienze' vissute di Vangelo
Le donne si incamminano verso il sepolcro tra la notte e l’alba, quando ancora è buio ma già inizia a sorgere il sole, per andare incontro all’inatteso: la tomba è vuota. Anche noi viviamo la stessa condizione, anche a noi è chiesto di dare fiducia a una resurrezione non più cessata - facendo piccoli passi di vita e mutando sguardo, come dice Tonino Guerra in una sua breve poesia.
Avvertiamo forse la tentazione dell’indifferenza e del cinismo, dopo un anno di pandemia; eppure possiamo ancora sentire emozioni e sentimenti veri nell’accostarci alla Passione, secondo l’invito del profeta Isaia e una profonda poesia di Elena Bono.
Perché il ritornare con più calma e maggior sistematicità sulla presunta blasfemia di Sanremo può servire anche per verificare lo stato di salute dell'«apostolato dell'orecchio» della Chiesa italiana
Il chicco di grano muore, nel silenzio, ma per portare vita, in attesa della primavera: è la nostra vocazione, è la via del cristiano da sempre, come ci ricordano due poesie di Elena Bono
Una pandemia lunga un anno ci ha affaticato. Ma ora, cosa provare a fare nelle nostre vite?
Nella penombra Nicodemo si avvicina al mistero di Gesù, in un discorso che ricorda come la luce e le tenebre siano pertinenza di Dio, mentre l’uomo deve domandarsi se sia un ‘cieco vedente’, come accade in un noto romanzo di Saramago.
Il Vangelo ci invita a fare spazio a Dio, rimuovendo ciò che nel tempo ha occupato i nostri luoghi interiori - impedendoci una vita piena -, avendo magari accumulato solo quanto è destinato ad appesantirci per poi perire nell’oblio. Come accade in un celebre romanzo di Giorgio Bassani.
Pietro, di fronte alla Trasfigurazione, manifesta la tentazione del tutto, da avere ‘qui e ora’: è una tentazione pericolosa, animata da un’inquietudine febbrile, come ci ricorda anche una poesia di Wislawa Szymborska.
Proviamo ad abitare il deserto, senza fughe, facendo della tentazione un’occasione per rileggere i nostri desideri, le nostre nostalgie più vere, perché, come ci ricorda Caproni, «tutti riceviamo un dono», che va continuamente riscoperto.
La miniera di Cogne e il capitolo 28 del libro di Giobbe da cosa sono accomunati?
Come la festa dell'Epifania e la viglia della ripresa delle lezioni (a distanza) possono diventare l'occasione per una riflessione sulle prove dell'esistenza di Dio...
Il racconto dell’Epifania ci presenta diversi modi di usare le parole, ora in modo onesto –i Magi -, ora in modo autoreferenziale –gli scribi -, ora in modo ingannatore –Erode-. Ma l’uso della parola è segno di un modo di vivere, come testimoniava Leonardo Sciascia, che nasceva cento anni fa.