“Ma tu ascolti sta roba??”, gli dico stupefatto. “No, non è che l’ascolto, l’ho cliccato per caso, però mi piace”.
Lì per lì nella mia mente l'ho giudicata. Ma se un giorno scorrendo quella foto trovasse il coraggio di lasciarsi guardare davvero...
Dalla paura di ammettere che sotto la noia apparente , ci sia la voglia di vivere con un senso, con una pienezza maggiore.
Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori appartiene a Cristo.
Sempre più spesso, invece, quando la fede nasce in loro, lo fa per l’esperienza di essere stati oggetto di un amore eccedente e gratuito, capace di aprire l’inatteso che ci libera,
Ha ragione Tauran quando dice che le religioni non sono il problema, sono parte della soluzione. Solo che troppo spesso gli uomini non le conoscono
Come mai non riesci ad immaginare che il primo posto possa essere condiviso da Dio e da noi alla pari?”
"Quello che sento quando penso a Dio invece è una roba che mi riguarda, è mia, non so come dirlo… dipende anche un po’ da me”.
La Chiesa non esaurisce la presenza dello Spirito nel mondo, ma ne è la primizia garantita.
Una storia così, a un primo sguardo, non può che sembrare una tragedia senza senso scritta da un dio malvagio. Eppure...
Per la prima volta Giovanni - durante questa Pasqua - è come se fosse morto e risorto anche lui, assieme a Cristo e a suo papà.
«Ma come ti è venuto in mente di studiare teologia?». Quando me lo chiedono mi viene in mente una giornata di qualche anno fa...
A non cambiare è la fede, non il magistero. Il magistero cambia eccome. E se volete vi porto le prove.
“Se mi immagino che Dio chiama noi, le persone a credere allora penso che siamo tutti lì vicini a Lui che sta nel centro e noi li attorno siamo tutti vicini tra di noi, perciò dai, è un cerchio”.
E’ davvero cristiano mettere distanza rispetto ad un pubblico peccatore che mostra di voler ri-continuare sulla strada della fede?
Per evitare che anche Cristo diventi solo una devozione, un’etichetta, o peggio un portafortuna e finiamo per utilizzarlo come un amuleto o come una bandiera, come un totem o come una panacea.
Ha fatto voto di non chiedere mai niente a nessuno, tantomeno l'elemosina. Non tocca il denaro per nessun motivo. Non ha una casa. Non possiede nulla di nulla, a parte uno zainetto, un borsone da viaggio e gli abiti che indossa. Mica una barbona, però.
Non posso certo risolvere io il problema di Deborah. Mi limito a mostrare come dentro alla sua questione si nasconda la necessità di rivalutare il ruolo del piacere, sul quale spesso resta un atroce silenzio ecclesiale.
"Di una cosa sono convinto: se non partiamo dal loro vissuto, non si sono santi che tengano!”
Tra la ricerca di Alex e l’esperienza di Matilde c’è un passaggio di logica, da quella del patto a quella della gratuità.
La distanza tra Dio e l’uomo non sta nel suo stra-potere e nella sua perfezione logica, ma nel suo stra-amore e nella sua perfezione estetica, che ci attrae senza chiudere la nostra libertà.
Sono alla ricerca incessante, sotterranea e invisibile, di una fede da credere con il corpo, attraverso la testa, centrati sul cuore. Ce la faremo ad accompagnarli?
Ci accorgiamo che per loro Dio sta dove c’è un’emozione che sa di vita, una sorpresa che smonta quanto gli adulti mostrano loro ordinariamente, una esperienza fuori asse che apre il senso gratuito dell’essere al mondo.
Qualche altra parola sulla presentazione tenuta da Vino Nuovo a Roma e sul bisogno nella Chiesa di reimparare a dialogare con un linguaggio semplice, ma incarnato
E la fede? A forza di darla per scontata rischiamo di dimenticarcela e di non coltivarla più, rallegrandoci se gli spazi pubblici per la “presenza” della religione restano o aumentano e rattristandoci invece quando sembrano diminuire. Non è che stiamo perdendo l’essenziale?
Il congiuntivo che sparisce anche dal linguaggio di fede indica che i miei studenti tendono a rendere reale la loro percezione soggettiva.
Mi chiedo quanto serva agli uomini e alle donne di oggi offrire percorsi “ordinati”, “canonici”, “assicurati” o uscire verso le periferie della vita e rintracciare le presenze di Dio anche la dove non te lo aspetti.
La fede è una esperienza di Dio che ti cambia la vita, nulla meno di questo.
La strana storia della Vergine di Luyan, icona di uno stile che unisce spiritualità e concretezza. E di un Pontificato che sarà molto esigente
I politici non lo amavano, era scomodo per tutti. Ma per lui la partecipazione era un valore sempre, nella società come nella Chiesa
Penso alle nostre liturgie, non solo le messe, dove tutto è "canonico", "strutturato" e "socializzato" e lo spazio per l'irrompere del selvaggio bisogno di Dio resta quasi assente.
Come cristiani, in occidente, stiamo troppo bene. Ce la passiamo troppo comoda. E allora le vere o presunte aggressioni al cristianesimo, che qui da noi ci affanniamo ad individuare, potremmo sentirle come occasione di grazia. E invece di combatterle dovremmo interrogarci su come queste aggressioni ci chiedono di dare testimonianza a Dio.
E se fosse ora di pensarlo invece come il di più che, partendo dal piacere, attraverso la pace e la gioia ad esso collegati, ci apre l'esperienza della felicità dell'amore?
"La libertà dell'uomo è una cosa seria. Molto seria. Nessuno sa davvero fino a dove arrivi. E se fosse l'indizio più vero, in noi, che Dio esiste e ci ama con un incredibile interesse disinteressato?"
La fede nasce ancora in famiglia, nella cultura e nella vita sociale. I giovani sono il "target" ancora preferito.
Essere nel tempo e vivere di eternità significa stare coi piedi nel presente perché attraverso questa nostra presenza, il presente senta l'eternità che ci portiamo dentro.
Si potrebbe ragionare su come il potere, l'immagine e la strutturazione sociale nella postmodernità si configura in modo nettamente diverso dalla modernità e come ciò condizioni fortemente anche la Chiesa.
Mi manchi, e mi mancherai... Ma voglio pensare che abbia ragione Sant'Agostino “Chi non e' piu' con noi e' sempre dove siamo noi
Come si fa ad accettare che una intera generazione rifiuti la fede perché la Chiesa che conosce sa di sacrificio, di dovere, di regole e basta?
La parola ebraica "kadosh" (santo) ha a che fare con l'idea della differenza, della distinzione, dell'essere qualcuno di differenziato e diverso da un altro.
"Più che credere nella Chiesa - gli dico - un cattolico crede "la" Chiesa".
Non è solo il bisogno di dirti grazie per la tua arte e per la bellezza che hai sparso nel mondo, e che senza quasi saperlo ti ha reso strumento inconsapevole di Dio nel ricordarci che la vita ha senso e che la bellezza davvero ci salva.
L'augurio è di avere più coraggio nell'affidarci alla forza dello spirito e meno alle sicurezze, di ogni tipo, che fino qui ci hanno tenuto in piedi come Chiesa.
Credo che la fede o trova il modo di essere una esperienza che aiuta la persona a ricucirsi dentro, oppure è destinata ad essere fagocitata dal "sistema tecnocratico", che tende a travolgere il soggetto e ad assimilarlo a sé, frantumandolo al proprio interno, per farlo divenire una semplice pedina del gioco.
Ringrazio perché mi è stato regalato di sentire che Dio ha il sapore dell'amore, della leggerezza e della libertà.
"Non c'è nulla da inseguire nella vita, non c'è nulla da cui difendersi, ogni giorno ti porta il regalo di essere vivo senza averlo chiesto, e questo da una serenità che non si può descrivere"
Se fossimo meno preoccupati di salvare la nostra idea di Dio ci potremmo accorgere che le persone sperano di potere essere accolte nella loro rabbia, nel loro dolore, nella loro paura, senza che noi siamo costretti a difenderci da questo.
Di quanto e come una educazione possa rispettare o no la crescita di una coscienza che voglia con sincerità essere fedele a sé stessa.
"Lei scherza prof., ma io sto pregando davvero... lo faccio spesso. Non dico parole. Non dico le preghiere, quelle solite. Solo che sto qui, e ascolto dentro di me una strana sensazione, come se sentissi una presenza buona che mi tiene in piedi".
A me sembra davvero che l'urgenza di oggi sul piano di una nuova educazione alla fede sia quella di promuovere esperienze emotive in cui si possano aprire le domande che l'uomo da sempre si porta dentro, prima che tentare di dire qualcosa a chi ci ascolta.
Stiamo discutendo di come la sensibilità cattolica oggi in Italia si pone di fronte alle questioni morali. E forse anche più in la, di come ci sentiamo di fronte al tema del male e del peccato.
Possibile che la fede che proponiamo sia così poco "percepibile" e l'esperienza del sacro debba passare per forme di spiritualità al limite del "magico"?