L’ultimo sgabello

Accantonare la bramosia del primo posto, per scegliere la via del servizio: è questa la legge del Regno, che rifiuta ogni strumentalizzazione di Dio, come ci ricorda anche la scrittrice Edith Bruck.
19 Settembre 2021

La logica del Regno brilla al centro di questa Parola domenicale: non avanzamenti, innalzamenti e ambizioni, non potere e successo, bensì servizio, piccolezza, nascondimento. E noi, nell’epoca dell’apparire per esistere (e chi ne è immune?), nel tempo del primeggiare come meta, sentiamo tutto il peso di questa logica del Regno. Vorremmo essere grandi e il Vangelo ci indica il bambino; vorremmo il primo posto e Cristo esorta all’ultimo sgabello, profetizzando anche una sua morte ignobile, anticamera dolorosa di risurrezione.

Pure noi, che frequentiamo la Scrittura, che abbiamo confidenza con liturgie e culti, in fondo, possiamo ammettere che viviamo la tentazione della domanda dei discepoli, che è desiderio di essere primi, di sapere un po’ di più, di gestire un po’ di più, di alzarci un poco sopra. Con l’aggravante della giustificazione: lo facciamo per Dio! Quante scusanti per tentare di essere tra i primi… E quindi la logica del Regno ci risulta difficile, perché sappiamo in cuor nostro che, forse, ogni tanto, strumentalizziamo Dio. Essere i primi per la gloria di Dio: forse che non abbiamo mai sentito questa sirena? Al contrario, magari qualche volta ci è capitato di sperimentare la libertà dalla bramosia di riconoscimento, e abbiamo goduto di pace e serenità. Altre volte, forse, abbiamo tenuto Dio da parte, per non correre il rischio di usarlo a nostro comodo, e ci è sembrato di averlo meglio rispettato.
Già un buon antidoto a tutto ciò sarebbe quello di usare con cautela il nome di Dio, secondo l’antico comandamento, non mescolandolo con smanie e avidità. Così come un altro buon aiuto nell’umiltà sarebbe quello di considerarci tutti in cammino, accidentato, verso un unico Padre.

Trovo profonda assonanza tra il Vangelo di oggi e una poesia di Edith Bruck, I paesi, tratta dalla recente raccolta Tempi:

Non c’è un’America,
un Brasile
un’Italia
un’Europa.
Uno solo è Dio, se c’è.
Per unire paesi e popoli
non bastano accordi
sulla carta.
Ma se non è uguaglianza
– che resta solo una bella parola –
almeno lo stretto necessario
ovunque per ogni creatura
se si vuole dirsi credenti
altroché fare propaganda politica
con il crocifisso in bocca
che è una blasfemia!

Che sia nella vita del singolo, che sia nella vita sociale ˗ mette in guardia la scrittrice ungherese ˗ diffidiamo di quanti portano sempre «il crocifisso in bocca» per ambire a luoghi di potere senza servizio. È questo, infatti, il metro di misura che Gesù pone al centro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». La logica del Regno, liberante ed esigente, ci spinge alla pace e alla giustizia, come dice l’apostolo: «Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia». La logica del Regno ci spinge all’ultimo silenzioso sgabello.

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