Adesso è tempo di nutrirsi della Scrittura che si lascia spezzare e che va accolta in ascolto religioso
Non sembra che anche nel tempo della pandemia alcuni uomini e donne di Chiesa non costruiscano la pace nella comunità, bensì tutte le occasioni per distruggerla?
Avevamo bisogno di stoppare le nostre troppe messe semi-deserte per riprendere la parola in mano e far diventare le nostre case luogo di culto spirituale.
Cosa ci converte veramente: la delusione? la paura? il dolore? O un incontro che si fa compagnia, ascolto e condivisione?
Tommaso è il discepolo che lascia spazio alle domande, che si mette in ricerca, che, per dirla con Pierluigi Cappello, non riempie le sue inquietudini ma fa parlare ciò che manca.
Fino a che livello di profondità il dubbio è accolto e 'supportato' nella Chiesa?
Ha senso fare Pasqua oggi, in un modo smarrito e sofferente? Sì, oggi più che mai, ha senso festeggiare la Pasqua, perché abbiamo provato la paura e l’incertezza dei discepoli e ora vogliamo anche sentire il loro stupore e la loro gioia, vogliamo gustare ancora la vita che rinasce, come cantava la poetessa Antonia Pozzi.
In questo tempo di contagio e quarantena possiamo vivere la Passione sentendoci interpellati e coinvolti, oppure da spettatori passivi, tenendo uno sguardo sulla vita dall'alto di una finestra, come si augurava Fernando Pessoa
Che senso ha per noi cristiani lo 'svuotamento di sé' da parte di Cristo? Che differenza c’è tra 'masochismo' e cristianesimo?».
Dobbiamo avere il coraggio di sentirci parte del dolore del mondo per poter scorgere una speranza, come ci chiama a fare il Vangelo di questa domenica, in eco con un bellissimo testo di Umberto Saba, "La capra".
Riusciremo, grazie a Dio, a uscire dai nostri sepolcri, a risorgere già 'qui', per tornare a riposare nelle nostre terre?
Il vangelo del 'cieco nato' spezza il legame tra peccato e punizione, smentendo un Dio costruito secondo i nostri pensieri e così simile a noi; di questo cantava anche Mario Luzi.
Possiamo sperare di avere anche noi lo sguardo di Dio sulle persone e le cose o dobbiamo accettare che Dio veda il bello anche là dove noi mai potremo vederlo?
In una Domenica ovunque senza Messa, il Vangelo ci rassicura: possiamo incontrare il Cristo in ogni luogo, perché ciò che conta non è lo spazio, ma il desiderio di vita vera, come ci ricorda anche una poesia di Edgar Lee Masters.
Ci ricordiamo che uno stato personale di grazia e di pace dipende dalla fede/fiduciosa e dalla speranza in qualcuno che è morto per noi quando non eravamo né giusti né buoni, ma – per debolezza - empi e peccatori?».
Siamo chiamati a superare la tentazione di vivere appartati, immergendoci nella vita, perchè l'immobile è sterile, come diceva Calvino ne "Le città invisibili".
In questa domenica per molti senza Eucarestia, il Vangelo ci educa alla fortezza e all’umiltà, come cantava anche la poetessa Antonia Pozzi nell’aprile del 1933.
Sono cresciuto alla scuola del cardinal Martini (di cui oggi ricorre il 40esimo di ingresso in diocesi di Milano) e così la Parola è diventata, insieme al silenzio, parte fondamentale del mio camminare cristiano.
Resta l’uso “ad personam” del testo biblico, inteso come “madia” in cui poter pescare con libertà, qualsiasi passo utile a sostenere la propria posizione, convinzione e teologia, facendo dire alla bibbia ciò che si vuole.
C'è un arte dell'affidamento e del lasciar andare che dovremmo tornare a coltivare in una società che pretende il controllo su tutto. Affidarsi e fidarsi, come ci insegna il vecchio Simeone del Vangelo di oggi e come cantano alcuni versi di Giorgio Caproni.
La Parola è capace di penetrare nei cuori e dischiudere le sorprese di Dio, anche oggi, anche per dei ragazzi di tredici anni. L'ora di religione a scuola è uno spazio prezioso, in cui è possibile sperimentarlo.
Secondo il Vangelo, i Magi non fanno che una sosta davanti al Bambino, per poi ritornare al loro ordinario. Così faremo anche noi, cercando di vivere il nostro quotidiano per 'un'altra strada', senza perderci d'animo, come canta una bella poesia di Wisława Szymborska.
All'inizio di un nuovo anno e di un nuovo decennio, abbiamo bisogno della benedizione di Dio, come accadde a frate Leone, che in un momento di fatica chiese una benedizione a Francesco.
Perché subito dopo il Natale la liturgia cattolica ricorda il martirio di Stefano e l'eccidio dei bimbi innocenti?
Buon Natale a te, perché è qui, nel tuo luogo, nel tuo tempo, nella tua vita che la parola può compiersi. Oggi, non domani, non ieri.
Giuseppe ci dice che disinnescare i conflitti, non alimentare rabbia e frustrazione sono vie per incontrare il Dio-con-noi, come accade anche a Jack, personaggio di un celebre romanzo di Ken Follet
Dare fiducia alla vita, scrutare la realtà che scorre e supera le nostre aspettative: è l'invito del Vangelo di oggi, che risuona accanto a una poesia di Rainer Maria Rilke.
Cosa dice oggi a noi, uomini del ventunesimo secolo, la festa dell'Immacolata? Ci aiuta nel rispondere una poesia di Franco Arminio.
Forse il nostro compito è quello di provare a cucire e ricucire con pazienza, lasciando lo strappo allo Spirito, secondo il Vangelo di oggi, messo in dialogo con un testo della poetessa Antonella Anedda.
Un invito a parlare ai genitori, una situazione poco favorevole e una storia che, in forme sempre diverse, si ripete. Troppo spesso.
Nel marasma di parole che affollano la quotidianità, rischia di rimanere sepolta anche la Parola di Dio. Provocare la riflessione, suscitare domande è una sfida a più dimensioni, che in diverso modo, come Chiesa, stiamo imparando ad affrontare.
Questa dolcissima Madonna con Bambino del Bergognone racconta diverse storie. Almeno tre.
Metti un gruppo di catechisti a lavorare sulle Beatitudini. E a chiedersi quale sia davvero il «risultato» del proprio lavoro
«Io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità»
«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»
«Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri»
«Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici»
«Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia»
«Gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù […]. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada»
«Il Figlio dell’uomo… non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»
«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!»
«Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso»
«Chi scandalizzerà anche uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino…»
«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»
«Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà»
«Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!»
Sulla fretta con cui ieri parecchie testate hanno attribuito alla Scrittura un'espressione utilizzata da Salvini. La sola ira contemplata dalla Bibbia è quella di Dio ed è causata dalle ingiustizie nei confronti dei deboli.
«Molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”»
«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui»
«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono»
«Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia»
«Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane…»
«Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?»
«Ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore»