Quaresima: un cammino ‘altro’

Iniziamo i giorni impervi verso la Pasqua: l’invito è a non viverli come un tagliando annuale ma come un rischio, un imprevisto: il paradosso, appunto, dell’Amore che ci provoca ad andare ‘oltre’.
26 Febbraio 2023

“In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo” (Mt 4,1)

L’avvio di questi quaranta giorni, così consueti ma per grazia sempre inediti, parte dal nostro sguardo che si incontra e scontra con la realtà sofferta del nostro presente, disponibile a cercare ancora quel Padre che fa scorrere fiumi nel deserto, fa germogliare vita nuova, e invita al canto, alla gioia, alla liberazione da ogni paura, trasferendo tutto quello che noi viviamo nella dimensione della gratuità, della celebrazione, della festa.
Siamo chiamati a fare memoria di Cristo in questa storia così difficile, perché non si pensi che il Vangelo è solo una cornice di favola, letteratura per scaldare il cuore, una consolazione banale destinata ad affievolirsi non appena ritorniamo nelle problematiche della nostra quotidianità. Abbiamo bisogno di una immersione ancora più forte nel mistero che stiamo celebrando: abbiamo bisogno di vivere profondamente la Parola insieme al passaggio esistenziale, storico, fisico, del mistero di Cristo.
Gesù, il Signore, Cristo, il Dio fatto uomo, continua a camminare nella nostra storia e si lascia riconoscere esattamente in quelle dimensioni che noi abitualmente scansiamo: il limite, la ferita, l’indigenza, il vuoto.

Il primo esercizio che la Quaresima ci chiede è allenare la nostra capacità di lasciarsi disorientare, alla ricerca di Dio fatto uomo che attraversa la nostra storia nel segno del limite, della fragilità, della vulnerabilità. L’altro esercizio, conseguente, è riaffermare con forza e dolcezza la nostra speranza nella dignità delle persone, quando tutto – la politica, l’economia, l’antropologia stessa – sembra voler cancellare il volto umano.
Dov’è la Pasqua del Signore Gesù? Questo è l’interrogativo che dobbiamo rivolgere a noi stessi, alla chiesa, a chi incontriamo lungo la strada, al tempo presente.
Così spesso infatti abbiamo l’idea di un’esperienza meccanica di Cristo, come se si trattasse di trovare e premere il pulsante giusto… Ma questa è una prospettiva incompatibile con quell’amore che viene consegnato, affidato al Figlio, che da lui viene restituito al Padre e dal Padre attraverso il Figlio, nell’economia dello Spirito, è seminato in tutte le direzioni, in questa nostra realtà.

Nelle nostre città così distratte, in questa società ormai satura di segnali, di comunicazioni, di immagini, noi credenti dobbiamo essere testimoni di una fede che includa l’imprevisto come possibilità, attraverso la quale torniamo a muovere il cuore nostro e dei nostri compagni di umanità, dei molti che ormai nulla più attendono, e se attendono qualcosa, lo attendono nel segno della paura, diventandone ostaggio, chiudendosi in casa, nel privato, oppure abbandonandosi ad una indeterminatezza che priva la libertà della sua stessa identità, negandola mentre si vorrebbe affermarla con intransigenza (o disperazione).

Che lo Spirito dunque ci visiti, ci apra all’imprevisto, disorientandoci con quell’amore – nello stesso tempo radicale e destabilizzante – che il Signore Gesù ha offerto e mostrato a chi incontrava lungo il suo cammino. Questo è il punto di partenza del nostro andare verso Gerusalemme, verso la Pasqua di Cristo, verso il paradosso della dedizione di un Dio che si spoglia di ogni prerogativa divina per poter incontrare ogni figlio disperso.

2 risposte a “Quaresima: un cammino ‘altro’”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    La Chiesa Maestra esiste in quanto uno degliApostoli è stato da Cristo stesso designato a esserne il Pastore primo a prendersi cura di quel piccolo gregge che allora si era formato intorno a Lui. Oggi a distanza di secoli questa Chiesa esiste e insegna le verità che sono nella sua Parola. Essa per essere credibile deve a sua volta essere sua Parola. La Parola e Cristo stesso per cui il credente che si vive della sua Parola diventa testimone. Una Teresa di Calcutta.es., ha fatto vivere Cristo là dove ella ha operato. I Successori di Pietro, hanno condotto il gregge dei tempi sempre rispondendo a Lui e predicando quelle sue Verità, alla Sua Parola che non può essere diversa perché mirata a convertire l’uomo il quale è stato creato per avere una sua vita, non solo temporale ma eterna come Egli e’.lL’uomo, Dio lo ha creato “libero”, lo ha chiamato “amico” e dato prova di Amore., sempre pronto ad accoglierlo, anche da distante Egli gli e Padre

  2. Rodolfo Orsini ha detto:

    Tutto quello che viene riportato nei vangeli è stato scritto da persone che non hanno mai conosciuto Gesù addirittura decenni dopo la sua morte.
    L’evento riportato è quindi una delle tante leggende o ci sono testimoni??? Ricordo inoltre che alla fine del brano viene scritto che dopo questo lungo digiuno Gesù mangiò e che gli angeli lo servivano.

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