Tota pulchra es, Maria… Tutta bella sei Maria!
Inizia così un’antica preghiera cristiana del IV secolo.
I titoli dati a Maria dalla tradizione cristiana non hanno mai voluto celebrare lei, quanto il Figlio, e il mistero di Dio che egli ci ha rivelato. Potremmo parlare della bellezza di Maria, guardando alla sua fede, alla sua umiltà e obbedienza, ma più ancora possiamo ascoltare lei, la sua storia, il suo vangelo, e contemplare la Bellezza che l’ha resa bella, la Bellezza originaria del dono libero e gratuito che Dio ha fatto di sé.
“L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine, di nome Maria”. La bellezza attira a sé, mentre la cerchi scopri che sei tu ad essere cercata. Viene nel silenzio, nella solitudine in cui ti raccogli per trovare il centro di te stessa e fare pace nel campo di battaglia che sei. “Rallégrati, piena di grazia, il Signore è con te”. La bellezza è lì per te, senza essere tua. La vedi perché la bellezza di una cosa è nel suo darsi. È vicina, ne gioisci, ma si nasconde, perché vuole essere contemplata, guardata senza essere posseduta, imprigionata, catturata. “Maria rimase turbata”. Quando viene, la bellezza non ci trova mai pronti. Ti attraversa e ti ferisce, apre in te una fessura, attraverso la quale entra, in punta di piedi, per essere amata. La bellezza crea lo spazio per essere accolta, ti svuota, e il vuoto che crea lo fa suo, lo abita, lo colma di sé. È un incontro a tu per tu, dove lei si gioca tutto e tu ti giochi tutto di te. Sai che quel vuoto non può essere occupato da nient’altro.
“Non temere! Concepirai un figlio, lo darai alla luce… sarà chiamato Figlio di Dio”. La bellezza ti infonde fiducia, per essere vista con gli occhi giusti, per parlare al tuo cuore e rivelarti i suoi tesori. Ti restituisce all’essenzialità, alla profondità della tua anima, lo spazio sacro dove accogliere il Verbo della vita che rigenera ogni cosa. Ti fa passare dalla dimensione estetica dei sensi a quella estatica del cuore, contempli ciò che resta invisibile agli occhi. “Come avverrà?”. La bellezza ti costringe a uscire dalla terra delle tue certezze, esige un profondo esodo, sospinge in un cammino nuovo. La bellezza ha le ali del vento di primavera, il vento dello Spirito Santo, che liberamente viene e liberamente se ne va, nel suo darsi libero. Se la segui diventi libera.
“Nulla è impossibile a Dio”. La bellezza ti parla di un oltre, che non è fuori ma dentro di te. In questo oltre c’è un Altro, da cui vieni e verso cui vai. La bellezza è Dio stesso in te. È il Logos, il senso ultimo di tutto ciò che esiste, il senso che tiene insieme le molteplicità, avvicina le distanze, raccoglie i frammenti dispersi nell’armonia e nell’unità. Tutto è connesso, nulla va perduto in Lui.
“Allora Maria disse: avvenga per me secondo la tua parola”. La bellezza non è solo per te. Ti invita ad elevarti, a superarti, a liberarti. Se non vai oltre te, non vedrai la bellezza che è in te. La bellezza è lo spazio libero che porta ogni cosa a dar-sì. Se le cose non si dessero, non ci sarebbe bellezza intorno a noi, non potremmo vedere nel Figlio sulla croce il più bello tra i figli dell’uomo, non potremmo vivere della bellezza che ha creato il mondo e che lo salverà. “L’angelo partì da lei”… e viene a noi. Siamo fatti dalla bellezza e per la bellezza, perché siamo fatti da un Altro e per un Altro. La bellezza è un’esperienza di alterità, di trascendenza, di dono.
Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine (LS 243).