Leggere è veramente fare palestra di discernimento, in attesa della continua rivelazione del senso eccedente della vita?
Quale impoverimento subirebbe la figura di Gesù, la storia del cristianesimo e la nostra comprensione degli altri e delle loro culture, senza la luce e l'oscurità dei sentimenti e delle emozioni narrati dalla letteratura?
Il domenicano Jean-Pierre Jossua e la lettera del papa sul rapporto tra letteratura e fede
Recensione al Diario di una novizia di Emanuela Ghini
Una lettera del Papa che ribadisce il grande valore delle parole umane nel cammino della vita, con un auspicio formativo per laici e religiosi
Si è riacceso l’interesse sulla scarsa rilevanza culturale dei cattolici: in dieci punti alcune questioni da affrontare con parresia.
Da un lato una domanda sempre attuale, una questione che il Natale rinnova, dall'altro le voci di letterati, artisti, scienziati, filosofi, psichiatri, cattolici e non cattolici
Per l'inizio del nuovo anno scolastico con compagni di banco come Dante, Moretti e Rodari
Un romanzo da riscoprire per accorgersi che, nella storia particolare di ciascuno, l’incespicare non impedisce il cammino.
L’eredità letteraria di Cormac McCarthy, scomparso il 13 giugno, leggendo "Il passeggero".
Rileggere la Parola della Pentecoste, che spinge a vite nuove, oltrepassando chiusure e paure, tenendo sullo sfondo alcuni versi di Alessandro Manzoni.
È difficile credere, soprattutto seguendo l’invito di Paolo che esorta a una “conoscenza più profonda di lui”: ma in fondo la sequela cristiana è tutta lì. E potrebbe essere pure un buon criterio per rivedere molte cose ecclesiali...
Filippo attraversa la crisi della prima comunità cristiana per giungere in una terra ‘separata’ e ‘abbandonata’ e così scoprire che è possibile ripartire, raccogliendo le lacrime del mondo.
Un rilettura della Settimana Santa attraverso alcuni brani di scrittori di ieri e di oggi
Proviamo a stare sulle domande scomode del nostro tempo, ritrovando le ragioni di una fedeltà alla terra e all’umanità, secondo l’esempio del Dio-con-noi
Da umanissimi desideri al gratuito: forse è questo che dà gusto alla vita e ottiene salvezza.
Breve sosta sulla Parola dell’Assunta, tra Raymond Carver, Mario Luzi, Dante, Curzia Ferrari.
Un contributo al dialogo, a margine di un recente dibattito apparso sull’Osservatore Romano, sulla presunta ‘scomparsa’ del cristianesimo dalla letteratura contemporanea.
Leggendo un prezioso libro di Chandra Candiani in tempi di inquietudine.
Un ricordo del grande scrittore israeliano morto ieri
Tentiamo di prendere sul serio il mistero della resurrezione di Cristo, almeno come desiderio intimo, per prendere sul serio le nostre scelte di vita e di fede.
Accostiamoci a una raccolta di semplici e grandi versi del poeta Fuad Rifka, nel giorno che celebra la poesia.
Vivere il tempo come occasione di crescite e maturazioni continue, “custodendo” e “meditando”, generando e accompagnando: come Maria, ma pure come ci ricorda una pagina di Natalia Ginzburg.
Ricordi del tempo di Natale "ai miei tempi" e di quello di tanta bella gioventù ai giorni nostri, ma c'è molto di più...
In un tempo ancora di fatica e forse di buio, possiamo di nuovo dare fiducia all’annuncio del profeta «un Bambino è nato per noi», per accogliere quel Bambino come compagno delle nostre vite.
Eraldo Affinati licenzia una sua ricostruzione della parabola esistenziale di Gesù di Nazareth, fedele al Vangelo e, allo stesso tempo, alla sua fantasia d’autore.
Nasceva duecento anni fa il grande scrittore russo, che ha saputo riportare nella pagina scritta l’abisso e la luce che tessono la trama dell’animo umano.
Tre episodi apparentemente lontani per ricordare che la nostra vita può avere il dono di incontrare maestri.
Ricordiamo Mario Rigoni Stern, autore di pagine tra le più belle della nostra letteratura contemporanea, che ci farà bene rileggere in questi giorni di Beatitudini evangeliche.
Esce per Lindau una riedizione di un volume di preghiere e poesie di Adriana Zarri, una delle grandi donne del nostro tempo, scomparsa nel 2010.
Accantonare la bramosia del primo posto, per scegliere la via del servizio: è questa la legge del Regno, che rifiuta ogni strumentalizzazione di Dio, come ci ricorda anche la scrittrice Edith Bruck.
Ascoltare la nostra fame, dare udienza alle direzioni interiori, per rinunciare agli ingombri e far spazio alla vita vera, come invita il Vangelo di oggi, in assonanza con una poesia dello scrittore svizzero Alberto Nessi.
Di fronte ai bisogni del mondo, possiamo essere preda dello scoramento: ma la Parola di oggi ci invita a grandi affidamenti e piccole opere quotidiane, come troviamo anche in una poesia di Antonella Anedda dedicata alla madre intenta a cucire....
Le parabola del granellino di senapa e del seme che cresce spontaneamente sono un esame di coscienza: stiamo impedendo o stiamo favorendo la crescita del Regno di Dio? La figura di Charles de Foucauld, insieme a una pagina di Mario Rigoni Stern che cita Anton Čechov, ci possono aiutare…
Talvolta siamo così presi dalla critica e dal conflitto con l’altro, certi di sapere quale sia la strada più giusta del credere, da dimenticarci che l’essenziale è il camminare, come richiede lo Spirito.
Qualche nota a margine de “Il Vangelo secondo Jack Kerouac” di Luca Miele
Le donne si incamminano verso il sepolcro tra la notte e l’alba, quando ancora è buio ma già inizia a sorgere il sole, per andare incontro all’inatteso: la tomba è vuota. Anche noi viviamo la stessa condizione, anche a noi è chiesto di dare fiducia a una resurrezione non più cessata - facendo piccoli passi di vita e mutando sguardo, come dice Tonino Guerra in una sua breve poesia.
Avvertiamo forse la tentazione dell’indifferenza e del cinismo, dopo un anno di pandemia; eppure possiamo ancora sentire emozioni e sentimenti veri nell’accostarci alla Passione, secondo l’invito del profeta Isaia e una profonda poesia di Elena Bono.
Il chicco di grano muore, nel silenzio, ma per portare vita, in attesa della primavera: è la nostra vocazione, è la via del cristiano da sempre, come ci ricordano due poesie di Elena Bono
Nella penombra Nicodemo si avvicina al mistero di Gesù, in un discorso che ricorda come la luce e le tenebre siano pertinenza di Dio, mentre l’uomo deve domandarsi se sia un ‘cieco vedente’, come accade in un noto romanzo di Saramago.
Il Vangelo ci invita a fare spazio a Dio, rimuovendo ciò che nel tempo ha occupato i nostri luoghi interiori - impedendoci una vita piena -, avendo magari accumulato solo quanto è destinato ad appesantirci per poi perire nell’oblio. Come accade in un celebre romanzo di Giorgio Bassani.
Pietro, di fronte alla Trasfigurazione, manifesta la tentazione del tutto, da avere ‘qui e ora’: è una tentazione pericolosa, animata da un’inquietudine febbrile, come ci ricorda anche una poesia di Wislawa Szymborska.
Proviamo ad abitare il deserto, senza fughe, facendo della tentazione un’occasione per rileggere i nostri desideri, le nostre nostalgie più vere, perché, come ci ricorda Caproni, «tutti riceviamo un dono», che va continuamente riscoperto.
Il racconto dell’Epifania ci presenta diversi modi di usare le parole, ora in modo onesto –i Magi -, ora in modo autoreferenziale –gli scribi -, ora in modo ingannatore –Erode-. Ma l’uso della parola è segno di un modo di vivere, come testimoniava Leonardo Sciascia, che nasceva cento anni fa.
Sulla soglia del nuovo anno, facciamoci guidare dalla Parola e da una poesia di Olga Sedakova per riscoprire di ‘essere custoditi per custodire l’altro’
Quest’anno siamo chiamati a vivere il Natale nella pieghe più faticose della storia, desiderosi di salvezza e guarigione: non è facile, ma questa è la scelta di Dio che si fa bambino per abitare il tempo e la vita in pienezza, una scelta che continua fino a oggi ed è capace di creare l’inatteso.
Avvicinarsi a Natale con poche essenziali parole e silenzi buoni, come ci suggerisce Maria e come ci ricordano una poesia di Emily Dickinson e un acquerello di Nicola Magrin.
Il Battista è inviato da Dio per testimoniare la luce, come molti uomini e donne che hanno fatto lo stesso nelle nostre vite, figure a cui andare con gratitudine riconoscendo il loro ruolo di annunciatori del Cristo, come accade in una pagina di Michael D. O’Brien dedicata alla paternità.
Saper fare un passo indietro, essere capaci di nascondimento: a questo ci richiama il Battista, nella consapevolezza che è uno dei compiti più difficili dell’uomo, ma necessario per rendere visibile il mistero, come dice anche una poesia di Antonia Pozzi.
Forse mai come quest’anno sentiamo il desiderio di una mano che, avvicinandosi, ci dia vita e calore, prendendosi cura di noi e della pena del mondo. Come accade in una pagina del commissario Montalbano e in una recente canzone dei Boomdabash.
Dobbiamo imparare a parlare di santità parlando di umanità e realtà, non escludendo, non mutilando, ma dando fiducia alla forza della vita che riparte, alla storia che va avanti, come cantava laicamente Wisława Szymborska
Il Padre ci invita a una festa, perchè vuole donarci la gioia, che spesso però rifiutiamo. Forse dimentichiamo che la vita ha sempre i segni della gioia, come pure ci ricorda "Galline" di Giovanni Pascoli
La festa dell’Assunta ci indica il destino finale di una donna nascosta, semplice, visitata dalla grazia, resa Madre di Dio: è la vittoria dell’umiltà, come Elena Bono vedeva in una bambina nascosta e luminosa che lavava panni sul Fiume Azzurro.
Dobbiamo dare spazio alle nostre inquietudini, sostare sulle nostre domande, per trovare la "perla preziosa" del Regno, come Ulisse sempre teso verso Itaca, riletto da una pagina di Cesare Pavese
Per tornare a vivere bene le celebrazioni è necessario che esse si nutrano di vita, affrontandone anche il lato oscuro – come canta in una poesia Curzia Ferrari – e trovare così il ristoro promesso.
Forse arriviamo alla festa del Corpus Domini con una diversa consapevolezza, a causa della pandemia. E sappiamo che l'Eucarestia non rende vuota la nostra attesa del Risorto, così diversa da quella inutile del Giovanni Drogo di Dino Buzzati
In questa festa di Pentecoste, che chiude un tempo unico, anche a livello civile, sappiamo renderci disponibili a uno sguardo nuovo per sogni nuovi, come accade al protagonista di "Cattedrale" di Raymond Carver?
Le provocazioni che la lettura di “Una domenica” di Fabio Geda ha suscitato alla mia fede, sull'adeguatezza dei nostri discorsi su Dio e la religione per l'uomo di oggi.
Tommaso è il discepolo che lascia spazio alle domande, che si mette in ricerca, che, per dirla con Pierluigi Cappello, non riempie le sue inquietudini ma fa parlare ciò che manca.
Ha senso fare Pasqua oggi, in un modo smarrito e sofferente? Sì, oggi più che mai, ha senso festeggiare la Pasqua, perché abbiamo provato la paura e l’incertezza dei discepoli e ora vogliamo anche sentire il loro stupore e la loro gioia, vogliamo gustare ancora la vita che rinasce, come cantava la poetessa Antonia Pozzi.