Entriamo nei giorni che ci fanno camminare tra i drammi e le incertezze del nostro tempo, per scoprire “orme di risurrezione, in mezzo alle voci affannate della quotidianità.
La Quaresima rivela la nostra penombra e la nostra solitudine, accende un desiderio che si converte in preghiera: buio che invoca luce, solitudine che invoca compagnia, morte che invoca vita. Attesa di un Tu che plachi la sete dell’anima
Il percorso quaresimale come graduale scoperta che la Vita non è (solo) soddisfare i propri bisogni, ma (anche) desiderare a/Altro
“Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.” (Mt 17,8)
Il percorso quaresimale come via di fuga, dolorosa ma gioiosa, dagli idoli del vecchio Io per sognare un nuovo Io e un rinnovato Noi
Iniziamo i giorni impervi verso la Pasqua: l’invito è a non viverli come un tagliando annuale ma come un rischio, un imprevisto: il paradosso, appunto, dell’Amore che ci provoca ad andare ‘oltre’.
Il percorso quaresimale come via alla trasfigurazione dell'Io personale e del Noi comunitario, in compagnia delle sollecitazioni musicali del rapper conterraneo di don Tonino Bello
Papa Francesco ci invita a vivere questa Quaresima finalizzando qualsiasi sforzo compiuto ad una trasfigurazione sia personale che ecclesiale
L'incontro ravvicinato tra San Valentino e la Quaresima fa scoccare scintille d'amore, meglio comprese ascoltando un classico di Franco Battiato
Io non faccio altro che puntare su me stesso, cioè puntare sul perdente, su un cavallo che corre senza un fantino esperto. Nel farlo, perdo di vista Dio e la sua misericordia, ponendo al centro me e il poco che sono.
Sei vicende, sei storie, sei esistenze. Raccolte nella memoria di chi affronta il dolore della morte di una persona cara. Consegnate al mistero della passione e morte di Gesù. Affidate alla speranza della Vita autentica.
Meditare sulla Trasfigurazione di Gesù, per trovare la luce che trasfigura il nostro sguardo, illumina le esperienze, guarisce le relazioni.
In cammino verso il Golgota con un sguardo di speranza
Guardare a Gesù nel deserto, per trovare forza, luce, motivi di speranza.
Le sollecitazioni dolorose dell’attualità accostate a una pagina di Simone Weil e alla Quaresima che si apre, per sentire ancora una volta la necessità di attraversare da cristiani il tempo che viviamo
Facciamo tesoro degli auguri donati e ricevuti, prepariamo i nostri scrigni, perché l'Epifania non porta via tutte le feste!
Questo venerdì santo le meditazioni sono nate da una coppia di fidanzati, che sono tra coloro che hanno pagato un prezzo alto in questa pandemia, nel cammino di crescita e condivisione nell'amore
Proviamo a rileggere gli eventi della Passione seguendo le diverse tipologie di vesti che gli evangelisti mettono in rilievo...
Fabrizio, dopo alcune settimane in terapia intensiva a causa del covid, rivede la luce in fondo alla strada della riabilitazione
Avvertiamo forse la tentazione dell’indifferenza e del cinismo, dopo un anno di pandemia; eppure possiamo ancora sentire emozioni e sentimenti veri nell’accostarci alla Passione, secondo l’invito del profeta Isaia e una profonda poesia di Elena Bono.
Il chicco di grano muore, nel silenzio, ma per portare vita, in attesa della primavera: è la nostra vocazione, è la via del cristiano da sempre, come ci ricordano due poesie di Elena Bono
Nella penombra Nicodemo si avvicina al mistero di Gesù, in un discorso che ricorda come la luce e le tenebre siano pertinenza di Dio, mentre l’uomo deve domandarsi se sia un ‘cieco vedente’, come accade in un noto romanzo di Saramago.
Il Vangelo ci invita a fare spazio a Dio, rimuovendo ciò che nel tempo ha occupato i nostri luoghi interiori - impedendoci una vita piena -, avendo magari accumulato solo quanto è destinato ad appesantirci per poi perire nell’oblio. Come accade in un celebre romanzo di Giorgio Bassani.
Pietro, di fronte alla Trasfigurazione, manifesta la tentazione del tutto, da avere ‘qui e ora’: è una tentazione pericolosa, animata da un’inquietudine febbrile, come ci ricorda anche una poesia di Wislawa Szymborska.
Proviamo ad abitare il deserto, senza fughe, facendo della tentazione un’occasione per rileggere i nostri desideri, le nostre nostalgie più vere, perché, come ci ricorda Caproni, «tutti riceviamo un dono», che va continuamente riscoperto.