Via crucis della speranza

In cammino verso il Golgota con un sguardo di speranza
11 Marzo 2022

Gesù è condannato a morte

La Parola

Giovanni 3,17

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Giovanni 12,47

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

 Davanti a Gesù

Dio è puro amore, è pura luce, è puro bene. Egli riconosce Se stesso nell’amore, nella luce, e nel bene; ed è totalmente estraneo al male, al buio, all’odio. Ai suoi occhi, pieni di verità, non c’è grigio: c’è ciò che è Suo, il bene, e ciò che “non è”, perché il male è non-essere, è assenza di bene, è assenza di vita. Noi, purtroppo, siamo impastati di bene e di male; anche le nostre migliori azioni sono sempre inquinate da intenzioni ambigue, da tentazioni, da atti di orgoglio o vanità. Dio potrebbe rifiutare tutto ciò, perché la sua limpidezza e la sua santità non tollerano la presenza del male. Eppure, per salvarci, la santità perfetta e assoluta di Dio “si fa peccato”. Il giudizio che potrebbe essere tanto netto e tanto severo, tanto inequivocabile e tanto reciso, si annulla nel farsi carne di Cristo che prende su di sé la nostra colpa. Per non condannarci, il Dio fatto uomo si fa condannare. Per non abbandonarci alla morte, la Vita sceglie di farsi condannare a morte.

La Preghiera

Signore Gesù, luce del mondo, vita del mondo, Signore del tempo e della storia, davanti a te si spalancano le tenebre della morte. Sei inerme, mite e silenzioso davanti al male. Anche noi spesso ci sentiamo condannati a situazioni da cui non sappiamo uscire, prigionieri del peccato, perennemente sotto la minaccia della morte nostra e dei nostri cari. Tu ci annunci la speranza di una liberazione completa, vera e definitiva, che è già presente in noi nel Battesimo e nel tuo regnare dentro di noi. La tua condanna è il nostro perdono, la tua morte la nostra vita.

Gesù è caricato della croce

La Parola

Galati 2,20

Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.

Davanti a Gesù

Quando lo caricano della croce, sente il profumo e la consistenza del legno; senza volere, le sue mani esperte di falegname riconoscono l’albero da cui proviene, ne saggiano la consistenza. A quel legno sarà inchiodato: e chi mai ha pensato di inchiodare a un legno una persona? Noi siamo abituati a pensare a Gesù inchiodato sulla croce, ma si inchiodano gli oggetti, non la carne dell’uomo. Ma il Dio fatto carne, che ha scelto di vivere umile e nascosto con Giuseppe e Maria, nella casa dell’artigiano che ripara e costruisce, ora ripara e costruisce la nostra umanità tramite l’umiliazione estrema della croce. Noi abbiamo perso la nostra dignità scegliendo di allontanarci da Dio, divenendo schiavi delle cose anziché rimanere amici del Creatore. Gesù, il “figlio del falegname Giuseppe”, si fa trattare da oggetto, da pezzo di legno che si inchioda a un altro pezzo di legno, e in questa umiliazione restituisce a noi la dignità di figli di Dio.

La Preghiera

Signore Gesù, a noi la croce fa paura, ci fa orrore. Non vorremmo prenderla; vorremmo una salvezza magica, senza sofferenza e senza sangue. E in questo abbiamo ragione: l’intuizione del nostro cuore non è sbagliata, perché tu ci hai creati per la bellezza, per la felicità, per la gioia. Ma in un mondo che si è allontanato da te, il male ormai abita. E noi non possiamo sfuggirlo. Possiamo però scegliere come vivere l’inevitabile dimensione di dolore della nostra vita. Possiamo scegliere di rifiutarla, chiudendoci nell’odio e nel rancore, nella disperazione e nella mancanza di fede. Oppure possiamo scegliere di stare accanto a te, di correre là dove tu sei, di ricorrere a Colui che ci ama. Ti troviamo lì, sulla croce. E anche noi, abbracciandola, troviamo speranza.

Gesù cade per la prima volta

La Parola

Salmi 87,16

Sono infelice e morente dall’infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.

Davanti a Gesù

Quando lo caricano della croce, Gesù è già sfinito da una notte di preghiera angosciosa e sfibrante, dalla flagellazione, dalla corona di spine, dalle percosse, dagli insulti e dagli sputi. Eppure è solo l’inizio. Davanti a lui tutta la salita del Calvario, e le lunghe ore senz’aria, appeso a quella stessa croce. Non ce la può fare. E infatti non ce la farà. Ma Gesù si incammina ugualmente. Non sa come arriverà in fondo. Di solito, al culmine della montagna, c’è il profumo della vetta e la bellezza di un panorama che si apre. Per lui, al culmine del monte Sion, ci sarà solo l’altura del Calvario, la sofferenza e la morte. Ma si fida del Padre, sa che quello che il Padre gli chiede avrà anche la forza di compierlo. La fede, come ha detto Lui stesso, muove le montagne.

La Preghiera

Signore Gesù, noi ci preoccupiamo tutti i giorni di tante cose. Di cose piccole e di cose grandi. Della guerra, della pandemia, della crisi. Del futuro dei nostri figli, della salute dei nostri cari. Della nostra vecchiaia, della nostra morte. Ma anche, molto più banalmente, della lavatrice che non funziona, di un esame all’università, di cosa penserà la gente. Tu ci hai insegnato a non angustiarci per il domani: non vuol dire non costruirlo, ma non perderci il presente per la paura del futuro. Aiutaci ad avere la tua stessa fiducia, sapendo che i capelli del nostro capo sono contati e il Signore manda i suoi angeli a custodire il nostro cammino. Donaci di custodire la speranza perché il nostro sguardo sul futuro sia lo sguardo di chi sa che “tutto è grazia”. Come diceva Dag Hammarskjøld, “per ciò che è stato, grazie; per ciò che sarà, sì”.

Gesù incontra sua madre

La Parola

Cantico 3:1.3-4

Lungo la notte, ho cercato
l’amato del mio cuore;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
«Avete visto l’amato del mio cuore?».
Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l’amato del mio cuore.
Lo strinsi fortemente e non lo lascerò.

Davanti a Gesù

Forse una delle cose che ha fatto più soffrire il Signore Gesù nella sua Passione è stato incontrare sua Madre. CI può sembrare strano: certo lo sguardo di infinito amore della sua Mamma l’avrà consolato in mezzo all’odio che lo circondava. Ma, forse, gli ha spezzato il cuore vedere spezzarsi il cuore di sua Madre. Non c’è dolore più grande, al mondo, di quello di chi vede soffrire e morire il proprio figlio. Per salvare noi peccatori, Gesù accetta anche di lasciare che la spada penetri l’anima di sua Madre. Nello stesso tempo, in uno scambio di amore indicibile, Gesù prende su di sé anche il dolore di sua Madre, Maria, chiamata da Dante “Figlia del suo Figlio”. È grazie alla Passione di Gesù che Maria trova la forza di sopravvivere alla Passione di Gesù. È grazie alla morte in Croce di Gesù che Maria è Immacolata, libera da sempre dal peccato, e perciò capace di credere all’amore di Dio anche nel dolore più grande, e quando sembra che tutto dica che Dio non c’è.

La Preghiera

Signore Gesù, la vita di tua Madre è stata un continuo accoglierti e un continuo perderti. Ti ha accolto nel grembo, sentendoti muovere con fremiti di felicità, per poi lasciarti andare quando sei nato. Ti ha portato, con la lieta fierezza di chi stringe il proprio primogenito, al Tempio, per offrirti al Padre e sentirsi annunciare la tua Passione. Ti ha condotto a Gerusalemme per celebrare con gioia il tuo ingresso nella maturità, per sentirsi lasciata quando tu sei rimasto nella casa del Padre tuo. Ti ha invitato alle nozze di Cana, per dare inizio, con quel segno, alla tua “ora”, che si sarebbe compiuta nella croce. Lo sguardo di Maria è uno sguardo in cui felicità e strappi sono inscindibilmente legati. Ma in lei vive la speranza, perché anche nel momento del dolore più grande posa lo sguardo su di Te, e sa che la bellezza non può morire, la felicità non può scomparire, la vita non può finire.

Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene

La Parola

Colossesi 1,24

Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

Davanti a Gesù

Cristo ha avuto l’umiltà di non voler solo soffrire, ma di accettare l’aiuto e il sollievo, di permettere ai buoni di amarlo. Mentre Cristo soffriva per i peccatori, ha accettato che peccatori come il Cireneo soffrissero per Lui. L’umiltà perfetta di Cristo è anche nel non voler fare il supereroe solitario, nel non voler godere nemmeno della perfezione di una sofferenza totalmente derelitta. Il Dio del cielo non ha solo accettato gli insulti e la derisione, le percosse e lo scherno, ma persino di essere compatito dalle sue creature. Egli, che è la stessa compassione provvidente, ha accettato di divenire oggetto di compassione nella sua debolezza. Egli si è abbassato scegliendo di non brillare, nemmeno nella sua passione e morte, in una splendida ed eroica solitudine, ma si è lasciato amare da quei pochi che si sono mantenuti fedeli.

La Preghiera

Signore Gesù, grazie perché ci permetti di essere tuoi amici. Tu soffri per noi e a causa nostra; ma ti lasci anche voler bene. Tu, il Dio fatto uomo, non hai bisogno dell’amore delle tue creature: non hai bisogno di nulla. Ma ti fai così piccolo, così servo, così umile da lasciare che ti diamo una mano, proprio noi che ti abbiamo portato a tanto dolore. Ti ringraziamo perché ci insegni che la speranza è anche accettare l’aiuto, darlo e riceverlo nell’umiltà e nella gioia, e che, se ci apriamo agli altri, possiamo essere certi che la tua presenza si farà sentire, nella prova, anche con un sorriso o una parola che arrivano quando più ne abbiamo bisogno.

Santa Veronica asciuga il volto di Gesù

La Parola

Salmi 26:8-9

Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.

Davanti a Gesù

Gesù è il più bello dei figli dell’uomo, è la perfezione dell’umanità. È il nuovo Adamo, l’uomo sognato da Dio, la creatura che porta in sé l’immagine del Creatore. Ma come il peccato deforma la nostra bellezza originaria, e spesso altera persino i tratti del nostro viso, il nostro sguardo, il nostro portamento, così Gesù accetta di lasciar calpestare la radiosa umanità che si era rivelata nella Trasfigurazione, e di diventare “verme, non uomo”. Nello stesso tempo, così facendo ci insegna a cercare il volto del Trasfigurato anche in tutti i volti che incontriamo ogni giorno. È grazie a Cristo che ogni uomo è immagine di Dio. È grazie a Cristo e alla sua Passione che persino quella folla ghignante e bestiale che lo circonda è fatta di uomini in cui Dio è presente.

La Preghiera

Signore Gesù, noi sentiamo un’attrazione infinita per la bellezza, un desiderio e una nostalgia infinita per la felicità, la gioia, l’amore. Cerchiamo il tuo volto, e nelle tue fattezze umane l’intuizione del mistero della Trinità di Dio che ci ha creati per Sé. Nel cammino che ci condurrà alla piena contemplazione del tuo volto, a vederti faccia a faccia e non più confusamente, come in uno specchio, tu ci doni dei piccoli, grandi segni del tuo amore. Lo sguardo luminoso di un anziano in cui abiti, il sorriso pulito di un bambino molto piccolo, la tenerezza infinita di una madre che nutre e accarezza il proprio piccolo: qui il tuo Volto è presente, e qui la nostra speranza di Te è alimentata, dandoci forza per il cammino.

Gesù cade per la seconda volta

La Parola

Salmi 36:24-25

Se cade, non rimane a terra,
perché il Signore lo tiene per mano.
Sono stato fanciullo e ora sono vecchio,
non ho mai visto il giusto abbandonato.

Davanti a Gesù

Il Padre non impedisce a Gesù di cadere; non gli dona una forza sovrumana che gli astanti possano ammirare o di cui si possano stupire. Egli cade: come noi, per la debolezza della natura umana e per il nostro peccato – noi cadiamo per il peso delle nostre colpe, Lui, l’innocente, per quelle stesse nostre colpe. Ma Dio gli dà la forza di rialzarsi; e rialzarsi è più difficile ancora che non cadere. Il cammino di Gesù verso il Calvario, costellato di fallimenti, è l’annuncio che non c’è caduta, o ricaduta, che non possa trovare la mano del Padre pronta a rialzarci.

La Preghiera

Signore Gesù, Don Divo Barsotti diceva che il peccato peggiore è scoraggiarsi. Forse è proprio così. La nostra vita è fatta di slanci ed entusiasmo, e di cadute e scoraggiamento. Quando ci sembra di avere imparato qualcosa dalla vita, ricadiamo nei soliti errori, ci lasciamo prendere da dinamiche che pensavamo di aver consegnato al passato, e ci perdiamo d’animo. Donaci il tuo coraggio e la tua umiltà: perché l’orgoglio ci porta alla frustrazione di non essere come vorremmo o come credevamo di essere, mentre l’umiltà ci rende fratelli di quella terra su cui siamo caduti, ma dalla quale possiamo partire per rialzarci.

Gesù consola le donne di Gerusalemme

La Parola

Isaia 66,13

Come una madre consola un figlio
così io vi consolerò;
in Gerusalemme sarete consolati.

Davanti a Gesù

Davanti a Gesù sono ora le donne che lo hanno seguito, con fedeltà e perseveranza, forse capendo poco di lui, come i discepoli, ma piene di un amore che sgorga dall’intuizione del mistero che è in lui. Esse piangono davanti alla rovina di Colui che hanno amato. Sono come le vergini della parabola, sole nella notte, con un olio sempre più scarso ad alimentare la lampada della loro fede. A loro, Gesù si rivolge con una parola che sembra aggiungere dolore a dolore: come lui, il Tempio di Dio vivente, viene ora distrutto, così anche il Tempio di Gerusalemme fra pochi anni sarà un cumulo di rovine. Ma in realtà, la sua parola è una parola di speranza: viene il tempo in cui adoreranno il Padre in Spirito e Verità.

La Preghiera

Signore Gesù, tu sei la Verità, oltre che la Vita e la Via. Tu stai alla porta e bussi, pronto ad entrare nel cuore di chi ti accoglie. Se entri in noi, con lo Spirito Santo, diventiamo tempio vivo della tua gloria, offerta a te gradita, diventiamo preghiera, siamo sacerdoti in Te, Sommo Sacerdote in eterno. Il luogo in cui abbiamo adorato il Padre, la Gerusalemme che ci dà consolazione, diventa ora il nostro cuore; l’amore sponsale che ci doni e ci chiedi diventa il luogo in cui rendere culto al Padre. Se ci uniamo all’immenso amore che rifulge nella tua croce e nella tua Passione, comprendiamo che la tua croce è “talamo, trono ed altare”: che, uniti a te, possiamo stare alla presenza del Padre e sperare in quell’unione che non avrà mai fine.

Gesù cade per la terza volta

La Parola

Apocalisse 14,1

Poi guardai ed ecco l’Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo.

Davanti a Gesù

L’Agnello “ritto in piedi” è il Cristo, crocifisso come un agnello condotto al macello, ma “in piedi” perché risorto. Nella Passione lo vediamo inerme, schiacciato, steso a terra. Risorto, è dritto, nella sfolgorante dignità della sua perfetta umanità che è prototipo e annuncio della nostra vocazione. Nei suoi miracoli, Gesù ha restituito la dignità di “ritti in piedi” a tante persone: al paralitico, cui ha perdonato i peccati e che ha invitato ad alzarsi, alla fanciulla morta (“io ti dico, alzati”), alla donna curva da diciotto anni. Ora è lui ad aver bisogno di alzarsi; con immenso sforzo, lo fa, per poter portare a compimento la sua Passione e ridarci la dignità di figli nel Figlio.

La Preghiera

Ti preghiamo, donaci la forza di appoggiare le mani a quella terra che ci dice il nostro fallimento, per poter ritrovare la nostra natura di “ritti in piedi”, come l’Agnello dell’Apocalisse: tu ci hai creati per volgere lo sguardo verso l’alto. “Chiamati a guardare in alto, nessuno sa alzare lo sguardo”. La nostra mancanza di speranza ci rende meno umani: volgere lo sguardo a terra, anziché ricorrere al Cielo con viva speranza, ci spoglia della dignità della nostra vocazione. Aiutaci, o Signore, ad alimentare la speranza affinché, dopo qualsiasi caduta, possiamo di nuovo cercare il tuo sguardo, come Pietro che incontra il tuo, senza sfuggirlo, dopo averti rinnegato.

Gesù è spogliato delle vesti

La Parola

Salmi 44:4.9
Cingi, prode, la spada al tuo fianco,
nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte,
Le tue vesti son tutte mirra, aloè e cassia.

 Davanti a Gesù

Come bambini, ci attira quello che luccica e che brilla: ci piacciono le cose sfavillanti e luminose. E anche questo è uno di quei semi di nostalgia di Dio che Egli ha nascosto in noi. Perché la Gerusalemme celeste ha le porte di perle, ed è costellata di pietre preziose; lì le vesti sono candide, come le vesti del Cristo Trasfigurato che “nessun lavandaio potrebbe rendere così”. Ma le vesti della Gerusalemme celeste sono candide perché sono state lavate nel sangue dell’Agnello. Il sangue non ha mai reso candido nulla… Ma il Sangue di Cristo è il distillato dell’amore di Dio; è quella purezza infinita di un cuore completamente integro nell’amore del Padre che ci rende luminosi, dentro e fuori. Nel Cristo spogliato non solo della sua divinità, ma della stessa dignità del pudore dell’umanità, noi veniamo resi dèi, rivestiti delle vesti della festa come il figlio perdonato che torna alla casa del padre misericordioso.

La Preghiera

Signore Gesù, al banchetto delle nozze dell’Agnello, allestito dal Padre in onore del suo Figlio, tutti dobbiamo avere una veste nuziale. E questa veste sei tu: noi siamo stati rivestiti di Cristo nel nostro Battesimo, e portiamo sempre nel nostro corpo la tua Passione, per vivere con te la tua risurrezione. Chi ci separerà dal tuo amore? Esso è più intimo a noi di noi stessi, ci riveste dentro e fuori. Aiutaci a vivere da risorti, sperando nella risurrezione ma vivendola già ora; fa’ che l’abito del tuo amore e della tua presenza sia portato da noi in ogni istante della nostra vita.

Gesù è inchiodato sulla croce

La Parola

Isaia 49:15-16

Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani.

Davanti a Gesù

Fa tenerezza quel Dio che si segna il nostro nome sulle “palme delle mani”, come uno scolaretto che non ricorda le tabelline e spera di prendere un bel voto. Ma poi la tenerezza lascia spazio alla commozione se ci fermiamo a contemplare le mani di Cristo: sulle sue mani, anche sulle mani del Risorto, la “scritta” sono i segni dei chiodi. I chiodi sono il segno e la conseguenza del nostro peccato che l’ha fissato sulla croce, ma sono anche il segno di un amore così grande che non ha voluto separarsene nemmeno dopo la sua risurrezione.

La Preghiera

Signore Gesù, Santa Caterina diceva che non furono i chiodi a tenerti sulla croce, ma l’amore; e Nicolae Steinhardt diceva che tutto ciò che noi uomini siamo stati in grado di dare a Dio sono delle ferite sulle mani, sui piedi, e sul costato. In questi segni che porti con te persino nella gloria del Padre, il nostro peccato diventa quasi un’occasione per amarci ancora di più. Tu non puoi dimenticarti di noi, o nostra speranza, perché ci hai scritto nella carne del Logos fatto uomo.

Gesù muore in croce

La Parola

Romani 6,8-11

Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Davanti a Gesù

La “carne” di cui spesso parla la Bibbia è il nostro istinto di sopravvivenza. È un istinto giusto e santo, perché obbedisce al primo comando di Dio ad Adamo ed Eva: “Crescete e moltiplicatevi”. Ma può diventare la nostra rovina quando scegliamo la sopravvivenza, e la sopravvivenza piacevole e comoda, al posto della vita. Gesù ha fatto morire quella “carne” che si oppone a Dio, che cerca il proprio interesse facendone un idolo, mettendolo al posto del Signore, unico Dio. Con il suo infinito atto di fede verso il Padre, e di amore verso di noi, la sua morte è diventata la nostra speranza.

La Preghiera

Signore Gesù, accogli la nostra vita. Nella nostra paura di soffrire e di morire, noi vogliamo dire di sì a te con infinita fiducia. Vogliamo appoggiare il nostro volto sui tuoi piedi inchiodati alla croce, e sentire così che la tua Vita scorre dentro di noi. Vogliamo partecipare alla tua morte e risurrezione nella comunione al tuo Corpo e Sangue, perché la Vita divina ci liberi dalla morte eterna. Uniscici a te con una morte simile alla tua, perché in noi regni la tua vita, e la nostra speranza sia fissa nei cieli.

Gesù è deposto dalla croce

La Parola

Giovanni 12,24

In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Davanti a Gesù

Tutto è compiuto. La missione del Signore Gesù Cristo è giunta a compimento. Lo spirito è reso al Padre. Adesso può essere calato da quella croce da cui ha attirato tutti a sé, e tornare deposto sul grembo della Madre, come tanti anni fa appena vide la luce. Egli ha dato la vita senza misura, per darci la vita senza misura. Non ha tenuto niente per sé: la sua divinità, la sua umanità, la sua vita. Ha consegnato se stesso, e ora può riposare in Dio.

La Preghiera

Signore Gesù, Tu sei la Parola del Padre. Sei Colui che è la Parola che scende dal cielo, dal Padre, e non ritorna a Lui senza aver operato ciò che desidera. Sei il seme sparso sulle strade della Palestina, fra i rovi della corona di spine, in mezzo ai sassi del Golgota, ma anche nel terreno buono di chi ti accoglie, prende su di sé il mistero della tua vita e della tua morte, e non cerca di salvare la propria vita, ma la perde per te. In te, noi speriamo che ogni nostra morte quotidiana possa sbocciare in un verde germoglio di primavera.

Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro

La Parola

Salmi 56,9

Voglio cantare, a te voglio inneggiare:
svègliati, mio cuore,
svègliati arpa, cetra,
voglio svegliare l’aurora.

Davanti a Gesù

L’umanità di Cristo è abbandonata alla morte, nascosta ai nostri occhi, deposta in un sepolcro. La sua divinità è più nascosta che mai: un Dio non può morire, né può lasciar morire il proprio Figlio… Eppure, in quel silenzio assordante del sabato santo si accordano gli strumenti per la sinfonia di Pasqua. Il silenzio dissonante della morte è il preludio all’alleluia del mattino della domenica. La creazione attende con il fiato sospeso ciò che non osa neppure sperare. Nel segreto del cuore della terra, il cuore veglia, per svegliare il Sole che sorge a rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte.

La Preghiera

Signore Gesù, nostra unica speranza, vegliamo mentre tu dormi, e, ansiosi, sballottati dalle onde, nel buio della notte e mentre urla la tempesta, vorremmo svegliarti: non ti importa che siamo perduti? Tu attendi, o Signore, che la notte sia giunta a metà del suo corso, che il buio sia completo, per cominciare a tingere di rosa l’aurora e far volare nel silenzio l’accenno di una melodia. Il tuo Corpo santissimo ora giace, inerte e silenzioso; ma lo Spirito è pronto a inondarlo di Vita eterna, per trasformare l’umanità in ciò per cui è nata, e che sembra fuori da ogni speranza. Tu ti alzi, Signore, e intoni per noi il canto di lode al Padre, nello Spirito, per tutti i secoli eterni. Amen.

Una risposta a “Via crucis della speranza”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Signore, Re della Pace, tu che hai dato la vita perché si salvi chiunque ti invoca, guarda a tutte quelle genti che oggi umilmente chiedono, invocano il Tuo aiuto. Sono inermi, sono fuggitivi, oppressi da una guerra che che incombe sulla loro vita. Ci sentiamo solidali partecipi delle loro ansie, vite sospese che solo confidano nella forza del tuo amore, uniti in preghiera con la Tua Santa Madre, come è stata Lei al calvario, ti preghiamo per tutti coloro che credono, vogliono la Pace, vieni in loro aiuto, chiedi al Padre Dio di Misericordia, il perdono di tante manchevolezze, salva loro la vita, Siamo in tanti a gridare NO alla guerra! Ma di più quelli che invece in questa, nel potere delle armi, confidano, Per questo Ti Preghiamo perché per tua bontà e misericordia accolga il grido di aiuto a Te rivolto, Dio della Pace per questo uniamo anche la nostra voce!!!

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