Vogliamo aprire la Settimana Santa condividendo la storia di Fabrizio, che a causa del covid è stato ricoverato in terapia intestiva. Una storia di dolore e rinascita, di morte e risurrezione, di solitudine e comunità, di smarrimento e bene, come è quella che scandisce la vicenda di Gesù di Nazareth nei giorni della Pasqua.
Difficilmente scorderò quel benedetto 16 gennaio in cui, preda di una terribile polmonite da covid, fui ricoverato in terapia intensiva. Sono Fabrizio e Vi racconto questa piccola storia per condividere con Voi una esperienza che ti cambia profondamente.
Per alcuni giorni, sedato, intubato con tutta una serie di strumenti collegati al corpo io non c’ero. Ero altrove.
Al mio risveglio la gioia negli occhi del personale sanitario era il segno di una vittoria della vita. “Buongiorno Fabrizio. Bentornato”… Quanta tenerezza, attenzione, professionalità. Persone che combattono con te, per te. Pur nelle loro personali storie di donne e uomini con famiglia, figli, impegni. Lo stupore di una comunità che ti sostiene e ti accompagna.
Una grande onda di preghiere da ogni dove è arrivata dritta dritta al mio cuore dove faticosamente cercavo di parlare con il Signore.
Il tempo che sto vivendo è una occasione per rileggere la mia vita e farlo in maniera disincantata. Ho scoperto le mie fragilità, le mie paure. Mi manca il piacere delle cose semplici, incontrare le persone, parlare con loro, incrociando i loro sguardi e ascoltare le loro storie. Mi manca la mia comunità. Questa solitudine mia aiuta a fare deserto dentro di me e stare in Sua compagnia così come sono.
Intorno a me ho persone con storie più dure della mia. Anziane che la notte piangono chiamando la mamma. Chi sta qui da tanti mesi e non può incontrare nessuno se non rubando uno sguardo dalla finestra della sua camera.
Ho rimpianto di non avere scritto risposte che andavano date o taciuto parole che andavano dette. Questa esperienza mi ha come liberato dalla paura di sentirmi adeguato, accettato. Sono un uomo che sa di essere amato. E appartiene ad un popolo… che cammina con te, prega per te. Ti sostiene ogni giorno.Questo cambia il tuo sguardo verso gli altri, il tuo cuore. Perché scopri che lo scopo della nostra vita è uno solo. Amare senza riserve per essere davvero felici e dare senso e bellezza alle nostre esistenze.
Una storia di rinascita sia fisica che spirituale, dal male un bene?No, perché accade che una brava persona che dove lavorava era ben conosciuto da molti fa la domanda per essere vaccinato, questa sfugge al controllo documenti non è inserita nella piattaforma e intanto lui muore a 47 anni.Quindi il Covid è un male ma l’origine di questo è umana, e si piange ogni vittima un conoscente come un amico, un famigliare quasi come Cristo su Gerusalemme. Per questo è anche vero che quando il Covid sarà sconfitto non sarà più come prima, ha prodotto dolore portato via persone Ma si scopre attraverso questa esperienza quanto è importante l’affetto e tutti quei sentimenti che fanno amare la vita , la vita ha che ritorna ha un altro senso, come per il cieco che vede, come sapere che esiste la Risurrezione