Non sempre i proverbi dicono la verità e così è per “l’Epifania tutte le feste si porta via”! Falso, sia perché il tempo di Natale si conclude con la domenica del “Battesimo di Gesù”, dunque dopo, sia poiché proprio durante la messa del 6 gennaio viene fatto l’annunzio del giorno di Pasqua e di tutti i giorni di festa che ne derivano. Ancor più importante, però, è quanto abbiamo vissuto e festeggiato nel periodo natalizio, che non può essere chiuso e inscatolato come i personaggi del presepe in attesa del dicembre successivo.
Intanto, ognuno di noi potrebbe appuntarsi gli auguri che ha fatto e a chi, così da trasformare un semplice auspicio nella possibilità che si realizzi davvero il contenuto di quelle parole, almeno con le persone più vicine. Mentre il regalo materiale finisce là, ogni augurio – se fatto con il cuore – ci impegna con la persona a cui l’abbiamo donato, così come dovrebbe legare a noi le persone da cui l’abbiamo ricevuto. Difficile, certo, ma provarci non sarebbe male nei limiti del possibile, salvo poi volersi accontentare dei convenevoli e delle parole di circostanza o delle sentenze del tipo “a Natale si è tutti più buoni”.
A proposito di frasi fatte, calza a pennello “è il pensiero che conta”, pronunciata spesso, ma a cui non crede quasi nessuno; infatti, sappiamo bene che c’è bisogno di concretezza nelle relazioni, che nelle difficoltà è la presenza che vale, che nelle feste gli auguri o il regalo sono un gesto di cura che dicono il tempo che ci è stato o abbiamo dedicato. C’è di buono che i giorni ordinari che vivremo fino all’inizio della Quaresima, ci offrono la possibilità di dare vita a qualche augurio, ciò di farsi “presenti” nell’accezione di “dono”!
Nell’omelia dell’Epifania, il celebrante – un bravo sacerdote francescano della mia parrocchia – ha parlato del filo rosso che lega il Natale alla Pasqua, del passare di bene in bene, di luce in luce, e di come il Poverello di Assisi vivesse insieme quotidianamente l’umiltà del primo e la forza della seconda. Ci ha suggerito, alla stregua dei Magi, di preparare i nostri tre doni: un sogno/desiderio per noi o per chi ci sta vicino, un progetto per chi è nel bisogno, un limite che ci tiene lontani da Cristo.
A me pare che la festa cominci proprio ora con un cuore rinnovato, accanto all’umanità ferita, continuando a seguire la Stella, perché l’anno nuovo non sarà migliore da solo, lo potrà essere se noi saremo migliori.
Si, l’Epifania e’ una festa che con il Natale ha in comune ‘”il dono” Cristo dono di salvezza per ogni uomo, che i Magi confermano ma anche che il dono e relazione, espressione di un sentimento. Il dono e un valore che fa parte del vivere, espressione di amore, sentimento che induce a ricercare tutto quanto è buono. Il Dio cristiano è amore grande, capace di sacrificare molto di se, addirittura la vita. La famiglia di Nazareth ne è l’esempio più alto e quanti lo imitano sono santi,eredi di quel regno che Dio riserva loro per una vita eterna. Dono sono anche le piccole cose che nel quotidiano rendono più umane le persone, sono la voce del cuore: la solidarietà,l’amicizia vera, la Pace,la Fraternità tutti questi sono doni che fanno trasparire nell’uomo di carne la sua natura anche divina.