Nei capi dei Giudei si è aperta una fessura e Gesù cerca di approfittarne
Il corpo e il sangue nostri, come quelli di Cristo, divengono la prima parola che Dio ci dice.
Come mai Gesù Cristo, Gandhi, Martin Luther King sono riusciti a reagire senza “immaginare” il nemico?
.... testimoni della speranza (1Pt 3,15) in un amore più forte della morte (Ct 8,6), in una luce che rischiari le ore buie della vita.
Sostiamo su alcune stazioni della via Lucis facendoci aiutare da qualche pagina di letteratura
Il buio (e la paura di esso) ci accomuna tutti in quanto esseri umani, così come la ricerca in esso di una luce che lo illumini: ma tutte le luci sono uguali?
Il Tempo di Pasqua dà un senso nuovo ai propositi della Quaresima, non un colpo di spugna
Una vita rinnovata ci attende, liberata dalla cupezza del pessimismo, capace di vedere le cose con occhi nuovi, ritrovando il coraggio e la gioia di vivere.
Un prolungato silenzio di Dio è esperienza di tutti, ma sembra anche la nota dominante di questo scorcio di storia
Qualche appunto sulla raccolta di riflessioni quaresimali e pasquali del teologo ceco Tomáš Halík
Qualche nota su un recente libro sapienziale di Raphaël Buyse, con una rilettura della chiusura del vangelo di Giovanni
"La musica non è solo un linguaggio ma una trascendenza, è ciò che ci porta oltre" (Ezio Bosso)
...immergendosi in tutta la realtà, ma sapendo distaccarsi da essa.
Quanto è difficile e quanto è necessario, a volte, quel "resta con me" pronunciato duemila anni fa ad Emmaus...
Chi rinasce a vita nuova rischia sempre, agli occhi degli "ancora-morti", di oscilllare tra un eccesso di presenza e un difetto di compagnia...
Testimoniare di credere nel risorto può signficare semplicemente partecipare delle attese o delle esperienze di rinascita vissute da chi credente non è
Nelle singole esistenze, come nelle epoche storiche, può giungere l’annuncio di una resurrezione inattesa, tra un passato che si esaurisce e un futuro che si apre: questo anche nell’oggi che viviamo
Un rilettura della Settimana Santa attraverso alcuni brani di scrittori di ieri e di oggi
Entriamo nei giorni che ci fanno camminare tra i drammi e le incertezze del nostro tempo, per scoprire “orme di risurrezione, in mezzo alle voci affannate della quotidianità.
Iniziamo i giorni impervi verso la Pasqua: l’invito è a non viverli come un tagliando annuale ma come un rischio, un imprevisto: il paradosso, appunto, dell’Amore che ci provoca ad andare ‘oltre’.
Ricordiamo con affetto immutato la nostra amica trentina, autrice di VinoNuovo, che ci ha lasciato un anno fa...
A partire dal Vangelo e da alcune suggestioni di Ermes Ronchi, una narrazione pasquale
Tentiamo di prendere sul serio il mistero della resurrezione di Cristo, almeno come desiderio intimo, per prendere sul serio le nostre scelte di vita e di fede.
In un tempo nuovamente critico comincia oggi il triduo pasquale, nella speranza che possa insegnarci ancora una volta a compiere slanci imprevedibili e fuori da ogni calcolo...
La liturgia e la vita sono il banco di prova nell’oggi, il sepolcro da raggiungere, ma anche il tornare indietro per annunziare il più bel finale di ogni storia raccontata
Quante volte i pregiudizi ed il sentirsi giusti ci portano lontano dal Vangelo, a puntare il dito, ad essere più farisei che discepoli.
Io non faccio altro che puntare su me stesso, cioè puntare sul perdente, su un cavallo che corre senza un fantino esperto. Nel farlo, perdo di vista Dio e la sua misericordia, ponendo al centro me e il poco che sono.
Facciamo tesoro degli auguri donati e ricevuti, prepariamo i nostri scrigni, perché l'Epifania non porta via tutte le feste!
Le donne si incamminano verso il sepolcro tra la notte e l’alba, quando ancora è buio ma già inizia a sorgere il sole, per andare incontro all’inatteso: la tomba è vuota. Anche noi viviamo la stessa condizione, anche a noi è chiesto di dare fiducia a una resurrezione non più cessata - facendo piccoli passi di vita e mutando sguardo, come dice Tonino Guerra in una sua breve poesia.
Tommaso è il discepolo che lascia spazio alle domande, che si mette in ricerca, che, per dirla con Pierluigi Cappello, non riempie le sue inquietudini ma fa parlare ciò che manca.
Possiamo fare a meno della grammatica? Possiamo lasciare le giovani generazioni a digiuno di grammatica? Ma esiste una sola grammatica? Forse dobbiamo fare proprio come lo scriba di Mt 13,52