Iniziamo da oggi una rubrica dal titolo “Le parole del giubileo”, che vorrebbe aiutare a chiarire il significato dei termini più spesso utilizzati in questo anno particolare che la Chiesa ha da poco iniziato. Abbiamo individuato una trentina di parole chiave e, una per settimana, verrà brevemente illustrata.
Giubileo
Il punto di partenza per capire cosa sia il giubileo è la Bibbia, in Lv 25, 8-55. Qui si prescrive che ogni 50 anni gli Ebrei dovranno ritornare a mettere al primo posto della loro vita il rapporto con Dio, per ripristinare l’ordine divino naturale delle cose, dentro di sé, nei rapporti con gli altri e con il creato. Perciò dovranno attuare una serie di azioni di liberazione e rinnovamento: lasciar riposare la terra, interrompendo la coltivazione, restituire le terre confiscate ai proprietari originari, liberare gli schiavi e annullare i debiti.
Nel Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur) dell’anno precedente il 50esimo, per segnalare l’inizio del Giubileo si suonava un corno di ariete, in ebraico jobel, da cui deriva il termine cristiano Giubileo. Questo era un segnale di grande gioia per tutto il popolo, per l’apertura dell’anno di liberazione e di rinnovamento.
Da quando Bonifacio VIII nel 1300 ha indetto il primo giubileo cristiano, questo del 2025 è il 36esimo che viene celebrato, tra ordinari (oggi ogni 25 anni) e straordinari (per motivazioni particolari).
Il senso cristiano di questo evento nasce dalla ripresa che Gesù stesso fa dell’anno giubilare ebraico all’inizio della sua predicazione, quando nella sinagoga di Nazareth, legge il testo di Isaia 61, 1-2: “Lo Spirito del Signore è sopra di me (…) mi ha mandato a portare ai poveri la bella notizia (…) e a proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4, 18-19) e poi lo applica a sé stesso: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi” (Lc 4,21).
La liberazione e il rinnovamento portati da Gesù, attraverso la sua pasqua, consentono a tutti gli uomini che si fidano di lui, di accedere in ogni momento alla misericordia infinita di Dio per essere perdonati e ricominciare una vita nell’ordine liberatorio dell’amore. L’anno giubilare, allora, è uno stimolo, un’opportunità a tutti i credenti per ricordarsi che la porta del cuore di Dio è sempre aperta; un invito ad approfittare di questo tempo in cui siamo spinti a chiedere perdono e a lasciare spazio alla forza di Dio che promuove in noi un rinnovamento liberatorio di amore ordinato nella nostra vita.
A partire dall’aspetto spirituale del rapporto con Dio, questo rinnovamento liberatorio, se non viene ostacolato da noi, si espande poi a tutte le altre parti della nostra vita: le relazioni personali, la famiglia, il lavoro, le attività educative, la vita comunitaria, l’economia, la comunicazione, la giustizia sociale, il rapporto con il creato e con la tecnologia, nel tentativo di modificare il senso globale del nostro stare al mondo.
Grazie per questo importante commento a parole che sentiamo ripetere spesso senza coglierne il significato profondo.buon lavoro e grazie