INTRODUZIONE
Nelle tradizioni che cercano di identificare l’anonimo compagno di cammino di Cleopa verso Emmaus, si suggerisce sottilmente che questi possa essere la di lui moglie, Maria (che, a cascata, ha una molteplicità di ipotesi parentali). Non manca di suggestione il punto che l’espressione ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti (Lc 24,22) sia pronunciata da una di quelle stesse donne, che, con un certo tatto, pudore, e forse ritrosia, sarebbe potuta essere al sepolcro, o quantomeno essere stata una delle prime a venire informata dell’Evento.
Abbiamo immaginato così Cleopa e Maria, anziani, quasi discorrere tra loro e pensare e ripensare gli eventi di quella che, venti secoli dopo, sarebbe divenuta la via Lucis. Nella gloria dei martìri che spesso toccò e baciò i protagonisti di quegli eventi, ci siamo concessi il dolce e sereno piacere confidente di uno spegnersi quieto e placido, nell’affetto di una comunità che probabilmente quasi li venererebbe, come testimoni particolari della Risurrezione.
Nella Rosa dei Santi, non senza indulgenza, ci auguriamo che in questo momento sorridano benevoli a queste prossime righe che abbiamo loro attribuite.
Prima stazione – La risurrezione di Gesù
La Parola Is. 60, 1-3
Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno i popoli alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
Il racconto
MARIA. Ti guardo, mio vecchio uomo, vecchio e non stanco, le mani grosse, gentile, paziente con ognuno della nostra gente piccola. Le mani che mi strinsero il volto tra loro, gli occhi neri a fissarmi mentre i miei occhi, sbarrati e affannati, gridavano “È risorto, Cleopa, è risorto davvero!”. Artigliavo la tua veste, ti scuotevo, ricordi, mi prendesti le mani nelle mani, e rimasi in silenzio. Mormorasti, sottovoce: “È come se avessi visto quello che tu hai visto, donna mia: è risorto. Eppure i miei occhi che non sono i tuoi occhi faticano, il mio corpo ancora si oppone a quel che dici”.
L’oggi
La Risurrezione è la completezza del mistero dell’Incarnazione di cui abbiamo fatto esperienza nel Natale: ci indica che nulla del nostro vissuto andrà perduto, che tutta la nostra avventura umana, con la sua fisicità e concretezza, è redenta. Credo davvero che risorgerò con la carne o rimango ancorato all’idea che solo l’anima, in qualche modo, sia legata al divino? Credo davvero che in questa vita, in questa carne, risplenda la stessa gloria del Cristo incarnato e un giorno risplenderà quella del Cristo risorto? Onoro e rispetto il mio corpo come tempio dello Spirito Santo?
La preghiera
È finito per noi il tempo del buio.
È finito per noi il tempo della paura.
È finito per noi il tempo dell’assenza.
Tu, Padre di Misericordia,
hai risorto tuo figlio dai morti
ed ora egli è presente in mezzo a noi.
Rendici testimoni credenti e credibili
di questo Vangelo di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Seconda stazione – I discepoli trovano il sepolcro vuoto
La Parola Qe 2,22-23. 3,1-8
Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Il racconto
CLEOPA. Io non ci credevo, Maria, ti ricordi? Arrivarono trafelati, Pietro ansante, Giovanni semplicemente radioso. Pietro era sconvolto per il sepolcro vuoto, Giovanni aveva intuito la verità. Glielo si leggeva in volto. Eppure i tuoi occhi e le loro parole non bastavano: avevo il cuore così pieno di tenebra che mi diede quasi fastidio la luce di Giovanni. Era come quando il sole ferisce gli abitanti di una caverna.
L’oggi
Tante volte, nella nostra vita, ci troviamo dinnanzi a sepolcri vuoti. Perplessità, delusioni, dolori inaspettati, tristezze acerbe. Siamo capaci di guardare oltre, come fa Giovanni, e di presagire nel sepolcro vuoto la presenza di Colui che ha vinto la morte e ci promette gioia piena e vita eterna?
La preghiera
La pietra è stata ribaltata
Il telo e il sudario sono distesi,
il sepolcro è vuoto.
Non resta che la tua Parola
e la fragranza della tua promessa.
Noi crediamo, Signore,
ma tu aumenta la nostra fede.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Terza stazione – Gesù risorto si manifesta alla Maddalena
La Parola Es 3, 1-8
Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Il Signore vide che Mosè si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”. E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il racconto
MARIA. Ricordo il primo sguardo di Maddalena. Era come una luce, era come la luce. “Era lui ma non era lui” mi disse. “Aveva il suo volto, i suoi capelli, i suoi occhi, eppure non erano più il suo volto, i suoi occhi, i suoi capelli. Piangevo e mi ha consolata, ero in lacrime perché non avevo più il mio morto da ungere, e l’ho visto vivo. L’ho visto vivo come se la vita fosse qualcosa di uguale e diverso dalla vita che aveva prima”. Maria si posò su di me come una bambina, e dormì il primo sonno dopo molti giorni. Non potei che sfiorare il suo volto, la sua pelle che rifletteva la luce, le ciglia salate di gioie.
L’oggi
La Maddalena, probabilmente, mai avrebbe pensato che sarebbe stata proprio lei, una donna, la prima testimone della Risurrezione di Gesù. Quante volte impediamo a noi stessi di sognare in grande, aspettandoci l’intervento diretto di Dio nella nostra vita, magari tramite le persone che ci sono accanto e gli eventi della vita quotidiana?
La preghiera
Padre suo e Padre nostro,
Dio suo e Dio nostro,
apri i nostri occhi
al mistero grande della Resurrezione,
perché possiamo vedere l’invisibile
nella storia e nel presente.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Quarta stazione – Gesù risorto in cammino con i discepoli di Emmaus
La Parola Isaia 40, 1-5
«Consolate, consolate il mio popolo,
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele
che è finita la sua schiavitù,
è stata scontata la sua iniquità,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
doppio castigo per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate
la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrà,
poiché la bocca del Signore ha parlato».
Il racconto
MARIA. Speranza, incredulità, confusione, frenesia. Come quando una felicità quasi temuta si manifesta. Nel pomeriggio decidemmo di tornare a casa, di scendere ad Emmaus. Le ore per cui fummo pensati da Dio, le sette miglia che sono valse la nostra vita, amore mio. Era come se l’uomo che ci avvicinò e ci chiese di condividere la via si potesse guardare, ma non si potesse fissare. I nostri occhi scivolavano sul suo volto dopo averlo inquadrato. Diceva parole di saggezza. Pensai a Maddalena, pensai a quello che diceva del Maestro, risorto. Sentii un fremito, ma non riuscii a pensare che fosse lì per te, per me.
L’oggi
Le parole di Gesù hanno la capacità di infiammare i nostri cuori, infondendo una sensazione di calore indescrivibile. Tante volte, nella vita, incontriamo volti, storie, gesti, opere d’arte che ci fanno battere il cuore: siamo in grado di riconoscere in queste cose la presenza del Dio Vivente che ci parla? Sono capace di riconoscere Gesù nascosto nel mio prossimo, nel mio compagno di viaggio?
La preghiera
Accendi in noi, Padre buono,
l’intelligenza delle Scritture
perché la spada a due tagli
della tua Parola possa giungere
fino al punto di divisione
della nostra anima,
dello nostro spirito,
delle giunture e delle midolla
e scrutare i sentimenti
e i pensieri del nostro cuore.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Quinta stazione – Gesù si manifesta a Emmaus allo spezzare del pane
La Parola 1Re, 19, 11-13
[In quel tempo fu detto ad Elia]: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?».
Il racconto
CLEOPA. Gli avevamo dato il posto d’onore, a casa nostra. Una casa che sapeva di vuoto, dopo tanto tempo a Gerusalemme. Mi rendevo conto che tu, Maria, eri a disagio: ti piaceva accogliere gli ospiti con una cura ben maggiore. Gli mettemmo davanti delle focacce, un po’ di vino – non avevamo provviste. Lui accolse tutto, anche i doni più piccoli. Li rese al Padre. Nelle sue mani, tutto diventava prezioso; le sue parole incendiavano il cuore. E capimmo che era Lui.
L’oggi
I discepoli riconoscono Gesù nell’azione di spezzare il pane: lo riconoscono quindi nella memoria di un gesto quotidiano che il Signore deve aver compiuto chissà quante volte, come anticipazione dell’Eucaristia, istituita nell’Ultima Cena. Riesco a coltivare la memoria, ricordandomi delle grazie ricevute e di ciò che Dio ha fatto per me in passato?
La preghiera
Nel sapore del pane,
e nel vigore del vino,
assaporiamo i frutti della Pasqua:
corpo trafitto e sangue versato per noi.
Concedici, o Dio,
di crescere nella comunione
col Figlio tuo e con i fratelli
fino al giorno della sua venuta.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Sesta stazione – Gesù risorto appare ai discepoli
La Parola Is 51, 9-11
Svegliati, svegliati, rivestiti di forza,
o braccio del Signore.
Svegliati come nei giorni antichi,
come tra le generazioni passate.
Non hai tu forse fatto a pezzi Raab,
non hai trafitto il drago?
Forse non hai prosciugato il mare,
le acque del grande abisso
e non hai fatto delle profondità del mare una strada,
perché vi passassero i redenti?
I riscattati dal Signore ritorneranno
e verranno in Sion con esultanza;
felicità perenne sarà sul loro capo;
giubilo e felicità li seguiranno;
svaniranno afflizioni e sospiri.
Il racconto
MARIA. E poi a tutti, e poi fu lì a tutti e per tutti. Non era semplicemente un corpo rianimato, era un corpo diventato sottile come le nuvole e concreto come un ulivo. Lo riconobbero come lo riconoscemmo: le ferite sui polsi, sui piedi, che erano guarite e ferite allo stesso tempo; ma soprattutto il modo che aveva di stare nell’aria, era come se l’aria si inchinasse piena di stupore, vibrasse e suonasse alla sua presenza. La serenità invase ognuno di noi, come se fossimo vivi, e non potessimo più morire.
L’oggi
L’incontro con il Signore risorto non è solo personale, ma anche comunitario: Gesù disse che dove sono riuniti due o tre nel suo nome, Lui è in mezzo a loro. Sono consapevole della potenza della preghiera comunitaria, della bellezza dell’intercessione, del fatto che quando prego insieme alla mia famiglia, alla mia comunità, Gesù è vivo, in mezzo a noi, come fu vivo davanti ai discepoli?
La preghiera
Ti ringraziamo, Dio della gioia,
per averci scelti come testimoni
di una sorprendente salvezza
che si siede a tavola con noi.
Sostienici nell’impegno missionario
di annunciarla senza paura
a tutti i popoli della terra.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Settima stazione – Gesù risorto dà agli apostoli il potere di rimettere i peccati
La Parola 1Gv 1, 8 – 2,2
Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Il racconto
CLEOPA. Me lo raccontò Giacomo, una sera che camminavamo insieme lungo le rive del mare Ancora una volta, al momento non avevano compreso. Perché il Maestro aveva respirato in quel modo, e cosa voleva dire “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi?”. Perché proprio a loro? Lui si era tenuto questo dono e questo segreto dentro per qualche tempo; anche con gli altri non avevano osato parlarne. Finché un giorno l’avevano chiamato da un morente, un personaggio temuto e odiato. Nei suoi occhi aveva visto l’angoscia e il terrore. “Ti prego, dimmi che Dio mi perdona!”, aveva detto a fatica. “Nel nome di Gesù, Dio ti ha perdonato”. Gli era uscita di bocca senza che se ne accorgesse. Ma nello sguardo di quell’uomo brillava il Risorto.
L’oggi
Rimettere i peccati non è qualcosa che Dio fa soltanto nel sacramento della Riconciliazione: tutti noi, come battezzati, siamo chiamati a perdonare i torti subiti, rendendoci partecipi dell’azione redentiva di Dio nel mondo. Riesco a vivere le parole del Padre Nostro, aprendo il mio cuore alla Grazia, o mi chiudo nel risentimento e nel desiderio di vendetta, confondendo queste cose con la giustizia? “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”
La preghiera
Veniamo a te, Padre misericordioso,
assetati di perdono
perché sappiamo quanto il peccato
abbia deturpato la nostra vita.
Piega il nostro cuore
ad una conversione profonda
affinché possiamo attendere il tuo Regno
ogni giorno rinnovati.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
Ottava stazione – Gesù risorto conferma la fede di Tommaso
La Parola Ger 17, 5-8
Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e il cui cuore si allontana dal Signore.
Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
quando viene il bene non lo vede;
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è sua fiducia.
Egli è come un albero piantato lungo l’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi;
nell’anno della siccità non intristisce,
non smette di produrre i suoi frutti.
Il racconto
CLEOPA. Con Tommaso mi trovavo molto bene. Cioè, ogni tanto lo scambiavo per il suo gemello, ma a parte questo trovavo unica in lui la franchezza e la concretezza. Era uno scolpito nel legno vecchio, con occhi senza sogni. Ma quelle qualità che di solito apprezzavo, mi diedero assai fastidio quando si rifiutò di credere al nostro entusiasmo. Era acqua gelida sul nostro fuoco ardente, e mi sembrò anche un muro nella nostra amicizia. Il risentimento, però, si dissolse quando capii che il suo dubbio era stato un altro dono. Nessuno di noi aveva osato toccare il Maestro; grazie a Tommaso, capimmo che essere risorti permette di abbracciarsi. E i tuoi occhi, il tuo sorriso che ho tanto amato, Maria, li ritroverò e non li perderò mai.
L’oggi
Di fronte al riconoscimento di Gesù da parte di Tommaso, il Signore afferma: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”. Ci ricordiamo, nei momenti difficili, che noi credenti di oggi siamo in una posizione privilegiata? Noi non Lo abbiamo mai visto, eppure abbiamo fede in Lui ugualmente. Da questo fatto possiamo trarre speranza, certi della beatitudine eterna che ci attende e che già vive in noi.
La preghiera
Quanta strada dobbiamo fare
prima di poter dire con tutto noi stessi:
“Mio Signore e mio Dio!”.
Quanti dubbi devono scavarci il cuore
prima che la fede trovi lo spazio per fiorire.
Sostienici, Padre Santo, in questo cammino
che piega le nostre ginocchia
e solleva la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Nona stazione – Gesù risorto appare agli apostoli presso il lago di Tiberiade
La Parola 1 Pt 1,13-16
Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d’un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo.
Il racconto
MARIA. Giovanni, più di tutti, ama stare con le donne. C’è qualcosa di femmineo nel suo modo sottile di guardare alla terra e al sole. Ci raccontò, a noi donne, ridendo, di come Pietro si incamiciò per buttarsi nel mare, di come la barca oscillò al suo slancio, di come rimase impressa nella sua memoria la scia d’onde che lasciava dietro a sé, puntando a riva, nell’alba. Giovanni disse che si è sempre chiesto quel che Gesù doveva avere detto a Pietro mentre li stavano raggiungendo. Mangiarono pesce: era come se quei primi giorni di Galilea, quelli di quando ricevettero la chiamata, rivivessero, in una luce differente.
L’oggi
Gesù questa volta si manifesta ai discepoli ricreando lo stesso miracolo con cui aveva incontrato e chiamato Simon Pietro, divenuto pescatore di uomini. C’è qualcosa di profondamente poetico in questo episodio: Dio ama ripercorrere i passi della nostra storia, rivivere i momenti salienti della nostra vita, chiamarci ancora una volta nello stesso modo con cui ci ha chiamati per la prima volta. Qual è il luogo della mia vita, esteriore o interiore, in cui per la prima volta ho ricevuto la chiamata di Gesù?
La preghiera
Creatore del mondo,
solo in Te possiamo vedere
la realtà in trasparenza.
Continua ogni giorno
a stupirci con le tue meraviglie
perchè non scivoliamo,
con tutta la zavorra del nostro peccato,
nelle secche dell’abitudine
e della banalità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Decima stazione – Gesù risorto conferisce il primato a Pietro
La Parola 1Pt 2,4-8a
Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura:
Ecco io pongo in Sion
una pietra angolare, scelta, preziosa
e chi crede in essa non resterà confuso.
Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli
la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare,
sasso d’inciampo e pietra di scandalo.
Il racconto
CLEOPA. Pietro non era stato più lui. Di solito, quando c’era non potevi non accorgertene: rumoroso, deciso, cordiale e un po’ burbero. Da quel venerdì, sembrava essere diventato trasparente. Nemmeno la gioia di vedere il Maestro risorto gli aveva restituito le sue risate scroscianti, il suo sguardo dritto e franco. Viveva ancora nella vergogna, nel rimorso, sembrava l’ombra di se stesso. E quando il Maestro gli aveva chiesto: “Mi ami?” per tre volte, il suo cuore era sprofondato di angoscia, pur nella sincerità di un “sì” ripetuto ogni volta con più amore, ogni volta come una pugnalata. “Pasci le mie pecorelle”, gli aveva detto. Perché il pastore ferito e perdonato ha compassione dell’agnellino e della pecora madre.
L’oggi
L’idea di un Dio che dinanzi ai nostri sbagli e ai nostri pentimenti ci perdona sempre e gratuitamente è facile da accettare quando non sono proprio io ad aver bisogno di perdono: nel momento in cui cado, allora mi sembra spesso di aver compiuto qualcosa di imperdonabile, mi accuso costantemente, ponendo con orgoglio me stesso su un tribunale più alto di Dio. Sono capace, invece, di credere alla bontà di un Dio che mi perdona? Sono capace di perdonarmi, e di accogliere con umiltà l’abbraccio del Padre che prepara una festa quando torno a casa?
La preghiera
Ti preghiamo, Padre dell’Amore,
per il successore di Pietro.
È lui stesso che ce lo chiede
con quelle parole semplici e dirette:
«non dimenticatevi
di pregare per me».
Guidalo nella sua missione
di edificare la tua Chiesa,
nella fedeltà al Vangelo del Figlio Tuo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Undicesima stazione – Gesù risorto affida agli apostoli la missione di predicare il Vangelo
La Parola 2 Tim 4, 1-5
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.
Il racconto
CLEOPA. Maria, tu avresti mai pensato che avrei potuto parlare a tanta gente? Dai, tu mi conosci bene… sai che sono un uomo semplice, di poche parole – anzi, ti lamenti sempre che sono silenzioso. Quando parlavano i rabbì io mi sentivo sempre intimidito dalla loro sapienza. E invece da quando il Signore è tornato, gli apostoli – gente non tanto diversa da me, a dire il vero – non hanno smesso di annunciarlo, dappertutto, nelle situazioni opportune e inopportune, senza riguardo per alcuno. E persino io ho preso tante volte la parola nelle sinagoghe, anche se mi tremava la voce. Ma vedere la speranza nascere negli occhi dei miei fratelli era tanto bello da darmi coraggio.
L’oggi
“Io con le mie opere ti mostrerò la mia fede” scrive Giacomo nella sua lettera. Noi cristiani siamo chiamati a predicare il Vangelo con le nostre parole, ma soprattutto con l’esempio della nostra vita, di una vita che si nutre della Parola e che si abbevera alla fonte dell’amore di Dio, una vita donata interamente a chi ci è accanto. Riesco a vivere radicalmente il Vangelo in ogni ambito della mia esistenza, o relego le parole di Gesù alla sola parte spirituale di me stesso? Temo, al momento opportuno, di parlare al mio prossimo di Gesù e di offrire la mia testimonianza? Cerco di coltivare l’approfondimento della mia Fede, in modo da fornire le ragioni del mio credere a chi è in ricerca e mi pone delle domande?
La preghiera
Padre buono e paziente,
che mai ti stanchi dei tuoi figli,
rendici testimoni infaticabili e coraggiosi
affinché a tutti gli uomini,
in ogni tempo e in ogni luogo,
venga annunciato con franchezza
il Vangelo del Regno.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Dodicesima stazione – Gesù risorto sale al cielo
La Parola Eb 1,1-4
Dio, che aveva gia parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Il racconto
MARIA. Chi l’avrebbe detto, marito mio, che una donna come me e un uomo come te avrebbero visto le meraviglie! Ora sono passati molti anni, e credo di capire qualcosa di più, un poco di più, di quei giorni. Gli uomini erano impazienti, quasi feroci nella loro attesa del Regno: e perfino tu, vecchio Cleopa, ricordi? Avevi la barba nera e spessa, e ti credevi un Maccabeo! Pensavamo che il Maestro sarebbe stato quaggiù, a separare il grano dal loglio. Invece ci lasciò, ascese nel cielo, e la sorpresa, lo smarrimento, eppure anche il coraggio, avvolsero gli uomini. Noi donne ci limitammo a pensare che non poteva essere più vicino a noi, di come era in quel momento.
L’oggi
Dopo aver sperimentato intenso fervore spirituale, dopo la condivisione di feste e momenti gioiosi con i nostri fratelli, dopo aver sentito la presenza di Cristo tante volte nei nostri cuori, può succedere di rimanere disincantati di fronte alla realtà della vita quotidiana: ci si sente soli, confusi, abbandonati. Ma Cristo che sale al Cielo non ci abbandona: lo stesso Gesù risorto che videro gli apostoli ha infatti promesso di restarci accanto tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Egli è vivo: agisce insieme a noi, per noi.
La preghiera
Nel tempo dell’attesa,
Eterno Padre,
non cessare mai
di sostenere la nostra fede,
di nutrire la nostra speranza
e di ravvivare il nostro amore
finché Egli venga.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Tredicesima stazione – Gli apostoli con Maria attendono nel cenacolo lo Spirito Santo
La Parola At 2,42-48
Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Il racconto
MARIA. Più forti e più deboli, più impauriti e più rincuorati, attendevamo. Ci ritrovavamo a pregare, perché ognuno, quantomeno ognuno degli uomini, aveva un pensiero diverso. Così pregavamo, perché a pregare si è tutti uguali. Il Maestro ci aveva detto che non saremmo stati soli. Avevamo avuto le prove! Eppure ancora vacillavamo: quale era la nostra missione? Perfino scegliere uno dei Dodici divenne un peso. Eppure ogni cosa iniziava ad essere di ora in ora un poco più chiara. Eravamo soli, e non eravamo soli. Dovevamo contare sulle nostre forze, e potevamo contare sulla sua forza.
L’oggi
Gli Atti degli Apostoli ci raccontano di come i discepoli fossero “assidui e concordi nella preghiera”. La discesa dello Spirito Santo è preceduta dall’attesa, dal silenzio, dal raccoglimento nella preghiera. Siamo invitati a vivere questo tempo di in un clima di speranza, certi che Dio mantiene le sue promesse e supera sempre, in meglio, ogni nostra aspettativa. Sono capace di aspettare, confidando nei tempi di Dio e nel suo lavoro silenzioso?
La preghiera
Insieme a Maria,
attendiamo il compimento
di tutte le cose
e invochiamo il dono
di quel vino buono
che ha riservato
per gli ultimi tempi.
Donaci, o Padre,
il tuo Spirito Paraclito e vivificante.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Quattordicesima stazione – Gesù risorto invia sugli apostoli lo Spirito Santo
La Parola 1Cor, 12, 4-6.13. 13,1-8a
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.
Il racconto
CLEOPA. Come sia, ricevere lo Spirito, lo sa solo chi l’ha ricevuto. Alcuni parlano di un frastuono di vento impetuoso, di fiamme di fuoco; altri di una brezza leggera, di un calore intimo. Sconvolge e accarezza, travolge e modella delicatamente. È tanto bello poterlo condividere con te, Maria, e sapere che quell’amore abita anche in te, e che il nostro amore vive in Lui. È il dono, il mistero che ci unisce, ci rende uno coi fratelli, non ci lascia mai soli perché in noi abita Gesù. E prendendoti la mano, ormai fragile e sottile, tanto piccola nella mia, sento che più forte della morte è l’amore.
L’oggi
Lo Spirito Santo che discese sugli Apostoli è la stessa vibrante, creativa, splendente Persona che scese su di noi il giorno della nostra Cresima, e che continua a ritornare in noi volta che lo invochiamo. Egli è la viva sorgente di ogni slancio, di ogni ispirazione: Spirito consolatore, che rinforza, che ci rende costanti, stabili e allo stesso tempo leggeri: divina e benigna armonia che è ciò da cui tutte le realtà hanno l’essere, il muoversi, il crescere, il sentire, il vivere, il giudicare (Guglielmo di Conches). Siamo tutti invitati a scoprire l’immenso dono dello Spirito Santo, i suoi carismi, la sua azione, il suo infinito amore.
La preghiera
Vieni Spirito Santo
ad abitare nel profondo
della nostra anima,
dove è custodito
il disegno perfetto
che Dio ha tracciato
per ciascuno di noi.
Vieni Spirito Santo
a sconquassare la nostra vita,
e a buttarci fuori
dalle nostre tiepide comfort zone.
Vieni Spirito Santo
ad accendere il coraggio che non c’è,
a sostenere la fede vacillante
e a ravvivare la brace
della nostra fragile carità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
A cura del gruppo Inkiostri