In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).
1^ LETTURA – La sapienza è splendida e non sfiorisce, / facilmente si lascia vedere da coloro che la amano / e si lascia trovare da quelli che la cercano. / Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. / Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, / la troverà seduta alla sua porta. / Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, / chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; / poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, / appare loro benevola per le strade / e in ogni progetto va loro incontro (Sapienza 6,12-16).
«Il 6 novembre 1980, nel Duomo di Milano, Carlo Maria Martini teneva il primo incontro della Scuola della Parola – la lectio divina alla portata del popolo cattolico – che venne poi disseminata in moltissime parrocchie ambrosiane. Non fu questa una modalità straordinaria per far sì che i semplici credenti potessero acquisire gli strumenti biblici per cercare e desiderare senza sosta quella Sapienza che – a sua volta – ci anticipa nella ricerca venendoci incontro nelle sante scritture?».
SALMO – O Dio, tu sei il mio Dio, / dall’aurora io ti cerco, / ha sete di te l’anima mia, / desidera te la mia carne / in terra arida, assetata, senz’acqua. / Così nel santuario ti ho contemplato, / guardando la tua potenza e la tua gloria. / Poiché il tuo amore vale più della vita, / le mie labbra canteranno la tua lode. / Così ti benedirò per tutta la vita: / nel tuo nome alzerò le mie mani. / Come saziato dai cibi migliori, / con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. / Quando nel mio letto di te mi ricordo / e penso a te nelle veglie notturne, / a te che sei stato il mio aiuto, / esulto di gioia all’ombra delle tue ali (62).
«Il 46enne don Marco Galante, parroco di quattro comunità dei colli Euganei e cappellano ospedaliero, si è traferito all’ospedale di Schiavonia, in accordo con i vertici dell’Asl Euganea, per visitare i malati che sono in isolamento: “Mi hanno accolto volentieri, abbiamo pregato e con un paio di loro anche dialogato. C’è proprio il desiderio di una parola di conforto, l’isolamento è un tempo in cui si può diventare tristi, impauriti, e la vicinanza di qualcuno aiuta a superare questi stati d’ animo”. Non è questo un modo per vivere Dio con tutta la nostra carnalità? Per testimoniare che “il Tuo amore vale più della vita”? Per cercare un senso al dolore e alla sofferenza “quando nel letto di Te mi ricordo / e penso a Te nelle veglie notturne”?».
2^ LETTURA – Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole (1Ts 4,13-18).
«Ultimamente ci hanno lasciato personaggi simbolo come Gigi Proietti, Sean Connery, padre Bartolomeo Sorge, oltre al fatto che le morti per Covid 19 stanno ritornando su numeri inquietanti. Di fronte alla tristezza che ciò ci provoca, credere nella risurrezione dei corpi è ancora il nostro conforto?».
VANGELO – In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora» (Matteo 25,1-13).
«Con il nuovo Dpcm ritorna la didattica a distanza per le scuole superiori e, nelle zone rosse, per le scuole medie. Dopo quello di marzo-giugno, si prospetta un altro periodo più o meno lungo di apprendimenti difficoltosi, per carenze oggettive di mezzi (computer, connessioni internet, etc.) e per difficoltà soggettive degli studenti e dei docenti (si può copiare, ci si può assentare facilmente, è difficile verificare, è più facile non studiare, si perde molto tempo per connettersi, etc.). Tutti sono consapevoli dei danni futuri personali connessi a tale sospensione della didattica in presenza. In questo momento, quindi, viene richiesto ai giovani e ai giovanissimi di avere una responsabilità di tipo universitario. In questo senso, essi sono effettivamente soli di fronte a sé stessi come le dieci vergini che vanno incontro allo sposo? Sapranno, nonostante tutto, ‘imporsi’ di andare a prendere l’olio della ‘cultura’ per avere le lampade ‘illuminate’ quando arriverà il lavoro che ‘sposeranno’?».
La lecito divina di cui qui si fa cenno del Cardinale Martini a suo tempo, oggi fanno seguito quelle del Santo Padre Francesco, il quale usa la Parola centellinandola, come gocce di saggezza da un contagocce perché siano comprese dai poveri di cultura/istruzione ma aperti con la intelligenza del cuore. E io ancora mi domando, perché alcuni cleri i che dispongono dell’ambone per trasmetterla, renderla chiara ai fedeli presenti, non ascoltino prima tali loro Maestri e, se anche non hanno cuore aperto a tale sensibilità renderli almeno capaci di imitarli per il servizio che diversamente non arriva ai fedeli presenti! La Parola fredda, solo cattedratica, non è più lecito divina, non giunge a essere quel qualcosa da portare a casa, alla vita di tutti i giorni, piena per molti oggi di affanni, di oscurità circa il futuro, incertezze, non conoscenza che uno spiraglio di ossigeno esiste in quella Parola e da vita.
Certuni di questi giovani stanno scoprendo quanto è importante frequentale le lezioni a scuola, viva voce, studente insegnante a domanda risposta, dialogo, dopo aver sperimentato la freddura che viene dal sentirsi soli con un video davanti a cercare di stabilire un quasi contatto umano. Per questo oggi tre studentesse indirizzano lettera al Ministro pubblicata sul quotidiano e altre sostano davanti il loro liceo e a questi tentativi di far sentire la loro voce si uniscono da più parti altre a sostegno. E’ questa la Sapienza “che si lascia trovare da coloro che la cercano?” Appare loro benevola e in ogni progetto va loro incontro?” Soli improvvisamente di fronte al loro domani si domandano quale può essere il loro futuro. Ssenza quella base fondamentale del crescere in saggezza e conoscenza, senza rapporto umano, confronto di idee, come bussare alla porta futuro con la lampada accesa?