Ora che nelle varie diocesi d’Italia si vanno componendo le sintesi dell’ascolto operato sui territori, devo con un poco di malinconia e delusione ammettere che, personalmente, il Sinodo non mi ha praticamente toccato, che questo primo momento di ‘cantiere’ mi è stato, sostanzialmente, estraneo.
Credo di essere abbastanza coinvolto in ‘cose di Chiesa’, frequento regolarmente la Messa domenicale, scrivo su Vinonuovo, ogni tanto qualche comunità mi invita a tenere incontri e catechesi per giovani o adulti, mi impegno in vari modi nella pastorale della cultura, viaggio molto. Inoltre, da insegnante e ricercatore, ho abbastanza il polso delle questioni giovanili e accademiche; sono un Millennial, secondo le definizioni anagrafiche che circolano. Eppure, davvero, non c’è stato un momento fisico in cui io abbia potuto ascoltare e dialogare e dire una mia parola sulla Chiesa italiana. Sarà forse perché la mia diocesi è molto ampia e ha predisposto dei cammini che sono stati diversi a seconda dei luoghi. Sarà pigrizia mia. Sarò stato distratto. Sarà che nel mio territorio molto è ancora gestito dal clero, il quale non ha uguale convinzione sull’importanza di un iter sinodale.
Così allargo il campo alle mie relazioni più cristianamente convinte, di diocesi diverse: chiedo ad amici e parenti, fascia 20-45 anni: persone sposate con figli, sposate senza figli, non sposate, laici consacrati, tutti frequentanti parrocchie o associazioni o movimenti, lavoratori e studenti, diversi insegnanti ed educatori: nessuno ha avuto almeno un momento in cui si è messo a tema, in un incontro, il Sinodo. Nessuno che ha potuto, in qualche modo, dialogare. Uguale per qualcuno che partecipa ai consigli parrocchiali. Allora mi dico: sarà un problema generazionale, per cui chiedo a chi ha più di 45 anni: anche qui, uomini e donne di varie vocazioni e varie appartenenze, ma tutti impegnati nella testimonianza di fede: praticamente nessuno è stato toccato dal Sinodo.
Chiedo a vari frequentatori o soci di Vinonuovo: la maggioranza, allo stesso modo, ha visto e sentito da ‘assai lontano’. Tralascio i giovani minori di 20 anni: nemmeno sanno cosa sia un Sinodo.
Le mie relazioni non hanno valore statistico, ma sono abbastanza certo che si tratti comunque di una minoranza della società italiana: gente che ha scelto di camminare nella fede, con perseveranza e convinzione, e che, tuttavia, non è stata sfiorata dalla prima fase del Sinodo. Nessuno ha potuto alzare la mano e dire la propria esperienza, opinione, visione. Nessuno ha condiviso fatiche; nessuno ha potuto ascoltare altri e iniziare un dialogo che possa avere il Vangelo e la vita come basi.
Sarò stato poco fortunato io e poco fortunati saranno stati i miei amici. Però, quello che temo, è che già questa prima fase sia monca. Se non riusciamo ad arrivare a chi crede e si impegna, quando mai potremo giungere ai lontani? Come scrivevo mesi fa, se non arriviamo alle parrocchie, come arriveremo oltre?
So con certezza che le situazioni sono molto dispari in Italia: alcune diocesi e diverse parrocchie hanno lavorato intensamente. La speranza è che qui si siano alzate parole rappresentative di tutti. Però davvero la macchina non gira bene se tutto è lasciato alla volontà dei singoli vescovi o sacerdoti, quando anche i laici dovrebbero avere la possibilità di prendere in mano le redini del cammino sinodale.
Ma poi, volendo fare bene e seriamente un cammino sinodale, bisognava per qualche tempo rivedere le priorità: non aggiungere una cosa in più da fare nell’ordinario, ma scegliere con coraggio cosa trascurare, cosa lasciare da parte per concentrare energie e tempo sul Sinodo, a partire dal clero. Avevamo anche l’occasione buona: la pandemia aveva obbligato a rileggere il quotidiano ecclesiale. Invece, tutto è ripreso come prima, se non più di prima: anche le attività che avevano mostrato la loro scarsa utilità o la loro mancata profezia.
Rimane il gusto amaro che nasce da una preoccupazione, ossia che siamo di fronte dell’ennesima occasione persa, delle cose fatte giusto perché devono essere fatte, e il Papa era così insistente, che come fai a dire di no al Papa dopo anni di richiami? Facciamolo, e diciamolo di averlo fatto. E poi amici come prima, sempre più stanchi, sempre più sfibrati, sempre meno comunitari, sempre più pochi e vecchi, sempre più impauriti e confusi.
Se almeno, in ogni comunità, associazione, movimento in Italia si potessero sospendere per un paio di settimane le attività non essenziali e fare un paio di incontri per mettere a fuoco il nostro essere cristiani oggi, anno 2022, pensando a quello che saremo tra vent’anni. Sarebbe un bel messaggio dal futuro nuovo presidente della CEI.
E’ vero, una certa freddezza ha fatto da sfondo alle riunioni presinodali, ma va anche detto che un po’ le occasioni per intervenire vanno anche cercate, scoperte, magari in una parrocchia diversa dalla nostra. Non tutti abbiamo la fortuna di trovarci il piatto pronto, ma – proprio perchè non sia troppo ” confezionato” con una misura diversa dalla nostra, dobbiamo anche costruirci le occasioni, proporre, insomma attivarci un po’.
Con molti auguri a chi sta camminando verso il sinodo e tanti auguri a chi è ancora un briciolo lontano: si può fare. ( Si capisce che sono una molto ottimista)
Ecco una sensata conclusione fare attenzione a ciò che loSpirito ispira a “noi”., visto che si crede nella sua esistenza In luogo di profeti come in tempi antichi.Se animati da fede nel Maestro -Pastore del gregge, ogni contributo personale va a rinsaldare le mura portanti della Chiesa.interprete della Parola di Dio. Il fedele semplice, in che cosa trae lasua forza,non ha tempo di correre a chiedere consiglio ad altri, o ne è impedito,o ha udienza frettolosa perche tutti ormai hanno poco tempo e urgenze inevase. Quindi, la più semplice soluzione e a quale Delle Parabole egli può avere trarre la saggezza Cercata. IlSinodo serve alla milizia ecclesiastica per indirizzare al come è al meglio esprimere la Parola da incarnare, perché è questa la necessità; essa sembra sparita nella vita di oggi, essa va ben oltre al gesto caritativo/giustizia sociale, può esigere risposte per cambiare gli orientamenti sociali che non dimostrano essere quel bene Che ci si aspettava
Il Sinodo lo vedo come una grande opportunità, quasi l’ultima possibilità… ma sappiamo che lo Spirito soffia e come soffia. Anch’io noto ritardi e mancanze ( che fine ha fatto il Sinodo dei giovani? ) ma è come sparare sulla croce rossa! A questo punto proviamo a rimboccarci le maniche e usciamo dal nostro recinto e aiutiamo il Pastore a ritrovare la pecorella smarrita. Shalom
A causa di un grave lutto non ho potuto partecipare ai due soli incontri proposti dalla mia parrocchia so di essere in difetto ma credo che due incontri non possono essere significativi E soprattutto non danno l’opportunità di coinvolgere più persone che sono disilluse o disinteressate il coinvolgimento nasce da un fermento dal basso e se mi guardo intorno ne vedo poco la tentazione di lasciar perdere che mi viene sollecitata da più persone che mi sono vicine è una tentazione che al momento respingo ma è probabile che anche io mi lasci trasportare dal niente nuovo buone nuove
Sentivo questo oggi:”Andate agli incroci delle strade e chiamate quanti sono là”.
I dimenticati e coloro che non sono ascoltati devono essere la prima risorsa per la Chiesa.
Gli ultimi saranno i primi.
Coloro che sono agli ultimi posti saranno i primi a levarsi per convertire i primi.
Tutta la Chiesa attende una grande purificazione.
Il Sinodo sia un tempo di preparazione pieno di frutti….
Che simpatico eufemismo:
“Moderazione” invece di censura !
Ho inviato un mio commento non in linea con il pensiero dell’autore e non è stato reso pubblico.
La solita storia del pensiero scomodo……..
Buona giornata
Gentile Mario, in Vinonuovo non vige censura: tutte le opinioni sono ben accette, anche nelle differenze di visioni, purché non vengano meno il rispetto e la cortesia. Solo che, come sa, qui siamo tutti volontari e non passiamo la vita sul sito di Vinonuovo, per cui può accadere che trascorra del tempo tra l’invio di un commento e la sua pubblicazione. Nel suo caso, pochi minuti. La pazienza è una virtù cristiana, dovremmo forse esercitarci un po’ in essa, prima di gridare inutilmente a censure e complotti. Stia bene.
Nella mia parrocchia alla Messa domenicale siamo presenti in una cinquantina di persone quando va bene. Siamo in Toscana in un centro periferico e la partecipazione alle liturgie, per inveterata consuetudine, è scarsa. Però da quando è stato proposto il cammino sinodale noi ci siamo incontrato ben 26 volte con argomento “prima fase di ascolto”. Intendiamo ovviamente continuare.
Non intendo polemizzare con l’autore, ma credo che da persona responsabile e informata come dimostra di essere, avrebbe potuto chiedere al suo parroco informazioni ed eventualmente sollecitarlo ad agire.
Buona giornata !
Con mio rammarico devo sinceramente dire che nonostante gli sforzi dall’alto, il sinodo in basso ha stentato non ha girato. È stato il solito lavoro del: “devo compilare un questionario”. Un Sinodo affrontato con poca sinodalita’ !
Sinodo come le temperature di un tempo alla Rai: non pervenuto. Eppure ci sarebbe un gran bisogno di ripensare ciò che facciamo. Un’ esperienza. Mia moglie prepara i bambini alla Cresima. Lo scorso anno hanno fatto la Comunione. Ebbene su 8 uno solo va a messa regolarmente. Gli altri dopo la Prima Comunione non si sono mai accostati all ‘Eucarestia. Ma si procede tranquilli senza interrogarsi se c e qualcosa che non funziona
Il momento storico in cui fare questo sinodo e’ mal scelto: nei due anni precedenti c’ e’ stata una devastante pandemia che non solo ha colpito la salute ma molto piu’ ha colpito duramente il tessuto sociale e anche la psicologia delle persone: ancora adesso ci sono persone che hanno paura. ad avvicinarsi a luoghi dove ci si riunisce, ad assemblee. Se nel pieno della pandemia molti non andavano piu’ alla Messa ,a cui pure tenevano, per paura , figuriamoci adesso se gli stessi si azzardano a partecipare di persona a qualcosa di parrocchiale che non sia essenziale. E diciamocelo il Sinodo sulla Sinodalita’ non pare toccare temi essenziali : dopo la pandemia la guerra, poi ci sara’ la fame e il razionamento. Siamo in tempi apocalittici. Guerra,pandemia, fame. Cose semplici e dure. E la Chiesa vorrebbe che che disquisissimo su temi come sinodo sulla Sinodalita’ ? Ma chi ne ha voglia?Di questi tempi?
“sospendere per un paio di settimane le attività non essenziali e fare un paio di incontri per mettere a fuoco il nostro essere cristiani oggi”. Un paio di settimane sono un’inezia. A mio parere servirebbero non meno di due anni. Ma i nostri vescovi non hanno affatto il coraggio necessario. Per non parlare dei preti che entrerebbero in crisi d’identità. Manca la carica dirompente della profezia evangelica. E le poche voci che si levano vengono messe subito a tacere. Il clericalismo regna sovrano. Eppure bisogna rischiare. Non vedo altra via che fare spazio allo Spirito che rinnova la Sua chiesa.