In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali, alla luce della cronaca quotidiana, fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).
1^ LETTURA – Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» (Isaia 55,1-11).
«Secondo Forbes, 500 “super ricchi” (tra cui Bezos di Amazon, Musk di Tesla, Arnault di Louis Vuitton, Zuckerberg di Facebook, Brin e Page di Google, Ellison di Oracle, Gates di Microsoft, Yan di Zoom, Foley di Peloton, Bancel di Moderna, Shanshan di Nongfu Spring) si sono arricchiti ancora di più grazie alla pandemia, mentre 150 milioni di persone (anonime…), secondo la Banca Mondiale, sono retrocesse tra quelle poverissime (vivendo con 1,60 euro al giorno). A chi, se non innanzitutto a questi “paperoni globali” (M.Farina), bisognerebbe domandare se sprecano i propri profitti in “cibo che non sazia”? Chi, se non loro, dovrebbero essere invitati a vivere veramente gustando la parola di Dio? Chi, se non loro, dovrebbero quindi rivolgersi agli assetati e agli affamati pagando loro da bere e da mangiare? E tra questi assetati e affamati, come non ricordare oggi i tremila profughi bloccati nel gelo (-10°) dei boschi bosniaci, dopo l’incendio del campo di Lipa, in attesa di riuscire a violare “la cinta bosniaca pagata dall’Ue oltre 60 milioni di euro” (F.Paci)? E dei delitti e dell’ingiustizia di questa cinta, diversa ma simile nei suoi esiti mortali a quella libica (per come l’ha raccontata Alpha Kaba), verranno mai accusati e sanzionati, come chiede Domenico Quirico (La Stampa, 8.1.21), l’Unione Europea e i governi europei che ne sono responsabili? Non certo per condannarli per sempre, ma perché senza la verità di queste empietà e iniquità non si può comprendere e apprezzare fino in fondo l’invito perdonante di Dio e la sua alterità misericordiosa…».
SALMO – Ecco, Dio è la mia salvezza; / io avrò fiducia, non avrò timore, / perché mia forza e mio canto è il Signore; / egli è stato la mia salvezza. / Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, / proclamate fra i popoli le sue opere, / fate ricordare che il suo nome è sublime. / Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, / le conosca tutta la terra. / Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, / perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele (Isaia 12).
«In una bella intervista di padre Spadaro e Francesco Sechi a Giulio Rapetti, in arte Mogol, quasi a commento del salmo leggiamo: “La fede mi ha dato una forza maggiore nell’accettare il mio destino. Nella mia malattia ero sereno. L’accettazione è stata fondamentale. Per me vale come o più di una preghiera: è essa stessa una forma di preghiera, perché è la fede vissuta profondamente … Sento che è importante raccontare questa cosa alla gente … Nell’accettazione c’è la forza di accogliere il destino e di farlo sorretti dalla fede. L’accettazione è dovuta alla forza di poterla vivere. Certo che ho interpretato questa accettazione profonda come una forza che mi è arrivata dall’esterno. Come se avessi ricevuto un dono rassicurante, una grazia … La mano di Dio sulla testa me la sento sempre. Sento che non devo dimenticare quel che ho ricevuto. La mia preghiera è una forma di ringraziamento … La preghiera, d’altra parte, non è nient’altro che una canzone d’amore indirizzata a Dio e anche alla gente”. Non è un peccato che tale esperienza non abbia incontrato “una musica che coincidesse perfettamente con questa situazione” e che potesse ispirargli un testo corrispondente?».
2^ LETTURA – Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio (1Gv5,1-9).
«La 37enne Maria Sole è nata senza l’utero (come altre 6000 donne in Italia), ma grazie alla “generosità” di Sara, che le “donerà gratuitamente” l’utero, diventerà madre per “compassione e solidarietà”. Con un ricorso d’urgenza alla magistratura romana vorrebbe che questa “gestazione per altri” fosse riconosciuta in Italia per tutte le donne “rese sterili dalla natura o dalla malattia”, quale eccezione (analoga al trapianto di rene tra vivi) rispetto al divieto del codice civile di cedere parti del proprio corpo. D’altra parte, non si può nascondere il fatto che in Italia i neonati non riconosciuti oscillano tra i 400 (ufficiali) e 3000 (ufficiosi) – alcuni dei quali lasciati morire per strada. La “gravidanza solidale”, allora, può rientrare tra le nuove modalità, permesse dal progresso tecnologico, di mettere in pratica il comandamento “non gravoso” dell’amore? Oppure, “vincere il mondo” significa affermare che anche la “gravidanza solidale” non rispetterebbe il comandamento dell’amore e che quindi la vocazione genitoriale si dovrebbe concretizzare nell’adozione o nell’affido di uno di quei bambini non riconosciuti? E in questo caso, quali parole dovrebbero essere utilizzate per affermare ciò, affinché tale linguaggio possa continuare ad essere rispettoso dello stesso comandamento dell’amore? Veramente, in questi labirinti etici, solo lo Spirito può aiutarci a trovare la strada per la verità…».
VANGELO – In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,7-11).
«Nella scena del battesimo di Gesù, è evidente la dialettica tra centro e periferia, tra l’attesa di un uomo “forte” che fa “inchinare” e l’avvento di un uomo che è invece potente nel suo “chinarsi” – e perciò esplicitamente preferito da Dio. Non c’è anche tutto questo dietro esperienze come quella dell’impresa sociale torinese BreakCotto? Nata dalla cooperativa sociale “Chicco Cotto” (ideata da don Andrea Bonsignori) e coadiuvata dalla Ivs di Seriate, opera nel settore della installazione e gestione delle macchinette automatiche per la distribuzione degli alimenti, dando lavoro a ragazzi e ragazze con disabilità e disturbi dello spettro autistico: «Io non prendo per il caricamento dei nostri distributori i ragazzi autistici perché sono ‘poverini’, ma perché sono più bravi. Il pericolo del pietismo è sempre dietro l’angolo, anche in economia e anche nella Chiesa. Addirittura, siamo stati accusati di concorrenza sleale dai nostri concorrenti perché ci facevamo, secondo loro, forti della pietà. Ma in realtà noi siamo cercati perché le nostre macchine e la nostra offerta sono migliori» (cfr. “Il coraggio di essere uguali”). E un’identica dialettica non è presente nella vicenda della multinazionale bolognese Faac? Divenuta leader mondiale nell’automazione e controllo per accessi pedonali e veicolari (con 21 acquisizioni in 10 anni), dal 2015 è anche di proprietà dell’Arcidiocesi di Bologna retta dal cardinal Zuppi – e perciò impiega buona parte dei suoi dividendi in opere di rilievo sociale che sostengono “ultimi e penultimi”…».
Quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti…si dimostra di essere suoi figli…oggi ci si rivolge a dei partiti per chiedere come intendono risolvere i problemi che ci premono, lavoro, Education, Sanitacon morti e feriti in affanno tutte e tre queste situazioni. Si riceve risposta che si, ci sono stati errori!! Ma questo non sarebbe se chi governa non fossero “apprendisti” che devono imparare, ed e’anche vero che questo è accaduto per un voto del cittadino a sua volta non conscio di quello che sarebbe accaduto, non esigente a sua volta di quella assunzione di responsabilità che viene da pensiero, formazione che non è soltanto fondante su quanto denaro c’è da dividere, a silenziare categorie di questuanti, ma a essere colti e capaci di progetti lungimiranti a guardare l’umanità a fondo nelsuostato del quale sapere occuparsi. .certe sit.ni richiedono luce dall’alto che …..non c’è
Chioso il bravo Sergio ( ma come è umano lei…!) ricordando che tra le tante iniziative del Movimento di Chiara una promuove attività in cui tutti sono padroni.. le cose belle dei laici poco note…