In tempo di quarantena, dobbiamo pensare a proposte per i bambini dell'iniziazione cristiana, senza però appesantire ulteriormente le famiglie.
Con il ritorno alla pastorale 'ordinaria', i pastori potranno ancora considerare i laici come semplici spettatori degli atti di un clero che 'gestisce' il sacro senza tenerli in considerazione?
La tristezza dei funerali in forma ridotta. Ma è spuntato al cimitero un telefonino e altre idee per favorire la partecipazione al lutto
Fino a che livello di profondità il dubbio è accolto e 'supportato' nella Chiesa?
Nel tempo di pasqua, la via lucis: "per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Fil 2,9)
Con opere poco note ma visionarie, cioè capaci di immaginare cose non viste dagli evangelisti. E di suscitare un pensiero…
La celebrazione deve avere già in sé i segni della “presenza reale” del corpo di ognuno di noi che si offre agli altri.
Che senso ha per noi cristiani lo 'svuotamento di sé' da parte di Cristo? Che differenza c’è tra 'masochismo' e cristianesimo?».
Riusciremo, grazie a Dio, a uscire dai nostri sepolcri, a risorgere già 'qui', per tornare a riposare nelle nostre terre?
Che valore ha l'esilio che stiamo vivendo per un sacerdote, che non celebra più con la comunità presente? Forse, prima che una condizione da cui liberarsi, è un invito a riconsiderare il ministero come un fare strada con gli uomini e le donne che accettano di lasciarsi interrogare da Gesù e dalla vita.
Possiamo sperare di avere anche noi lo sguardo di Dio sulle persone e le cose o dobbiamo accettare che Dio veda il bello anche là dove noi mai potremo vederlo?
La Via Crucis ci insegna che al Calvario si arriva attraverso una strada. Ed è proprio ritrovare un percorso in quest'immane sofferenza lo sforzo che vorrei provassimo a fare oggi nella preghiera
C'è una chiesa "nuova" e altrettanto buona e vera, tutta da scoprire in questa esperienza inattesa, dovuta all'epidemia.
Ci ricordiamo che uno stato personale di grazia e di pace dipende dalla fede/fiduciosa e dalla speranza in qualcuno che è morto per noi quando non eravamo né giusti né buoni, ma – per debolezza - empi e peccatori?».
Una chiesa che, per il coronavirus, non può più vivere i propri ruoli interni nelle forme ormai codificate da tempo.
L'emergenza ha svuotato le chiese, ma ha sviluppato la creatività liturgico-pastorale. Con soluzioni che non dovranno essere dimenticate non appena terminato il contagio.
Vorrei semplicemente riproporre alla lettura di tutti questo testo di Fr. Carlo Carretto perchè mi pare particolarmente attuale vista la situazione ecclesiale che stiamo attraversando
Come non urlare davanti all’ingiustizia? Perché Non toglierti da quella croce, perché non togliere dalla loro croce tanti fratelli? Facci sentire il dolore del mondo, siamo fratelli, Signore
Sono cresciuto alla scuola del cardinal Martini (di cui oggi ricorre il 40esimo di ingresso in diocesi di Milano) e così la Parola è diventata, insieme al silenzio, parte fondamentale del mio camminare cristiano.
Resta l’uso “ad personam” del testo biblico, inteso come “madia” in cui poter pescare con libertà, qualsiasi passo utile a sostenere la propria posizione, convinzione e teologia, facendo dire alla bibbia ciò che si vuole.
Nel cambiamento d'epoca in cui siamo immersi, la sfida per la catechesi di Iniziazione cristiana (e non solo) è continuare a cercare, per approssimazioni successive, di raccontare il Vangelo nel modo più affascinante possibile a chi incrocia le nostre strade.
Cambiano le famiglie e i contesti, cambiano i bambini, aumentano le fatiche della catechista che si chiede: qual è la strada migliore per accompagnare i bambini nella fede?
Fatti e parole di questi dodici mesi per un Te Deum collettivo
Cosa succede se provi a portare alla messa di Natale un bambino di un anno e mezzo? Succede che a metà messa devi uscire a causa delle sue urla! Ma forse dovrebbe uscire anche l'annuncio del Natale...
Perché subito dopo il Natale la liturgia cattolica ricorda il martirio di Stefano e l'eccidio dei bimbi innocenti?
A Roma, sabato 7 dicembre, il primo incontro pubblico della “Rete sulla via del silenzio”
Si può parlare di santità, a catechismo, come orizzonte possibile anche per la vita quotidiana di un bambino di nove anni. Senza lasciarsi intrappolare dal “problema Halloween”.
Chi ascolta il vicino nelle sale di aspetto, chi offre ospitalità agli amici, chi anima le serate quando la conversazione in famiglia langue, chi fa da tramite tra condomini che non si parlano: non sono questi i tanti ministeri complicati che si esercitano tra casa e lavoro?
Negli anni ho visto 'cestinare' numerosi percorsi di pastorale giovanile in nome di un sentimentalismo che in realtà non credo corrisponda al “cuore” di cui parlano il Papa e il suo Vicario: perché sembra sempre che la Chiesa, confondendo intellettualismo con intelligenza, tema le persone competenti?
Bisogna conoscere il cuore degli uomini - diceva Paolo VI - per annunciare il cuore di Dio
Un invito a parlare ai genitori, una situazione poco favorevole e una storia che, in forme sempre diverse, si ripete. Troppo spesso.
Nel marasma di parole che affollano la quotidianità, rischia di rimanere sepolta anche la Parola di Dio. Provocare la riflessione, suscitare domande è una sfida a più dimensioni, che in diverso modo, come Chiesa, stiamo imparando ad affrontare.
Di fronte alle verbosità di tante liturigie, emerge l'esigenza di essenzialità e soprattutto di silenzio
In un tempo in cui i sacerdoti vanno diminuendo e in cui da decenni si parla di «corresponsabilità» dei laici, quale passaggio simbolico ma reale sarebbe distribuire le chiavi della chiesa a un numero maggiore di fedeli?
Lo steccato è sempre aperto come a dire che quello spazio sacro fra le conifere è lì, disponibile per tutti. Anche per chi è in ricerca o viene da altre fedi.
esiste uno spazio per dirsi le cose come vanno e come stanno? Potrebbe essere lo spazio della parresia, del parlarsi con il cuore in mano, con il fuoco della passione
Sarebbe utilissimo rivedere l'approccio ai giovani, tenendo presente che l' educazione all'affettività è un dato importantissimo del percorso di maturazione umana e spirituale dei pochi giovani che dopo gli anni del catechismo restano nell'ambiente ecclesiale
La cosa che mi disturba maggiormente nelle omelie è il senso di "distanza" enorme tra la vita di chi parla e quella di chi ascolta. Non si vede tanto nei contenuti, ma nello stile, nel non verbale, nel linguaggio.
Cattolici, musulmani e ortodossi, in famiglia. Sapori, suoni e colori diversi, anche sulla pelle. Il gusto di stare insieme.
Mi sono sentita parte di qualcosa di bello: ho intuito l'azione ancora presente di una fede semplice, e viva
Vorrei mettere tutti i nostri bambini nel presepe vicino a Gesù, con l'augurio e la preghiera che crescano insieme. Sarà un'esperienza gioiosa, ogni tanto costerà fatica, ma se diventeranno amici fin da piccoli, Gesù non mancherà di farsi trovare.
Metti un gruppo di catechisti a lavorare sulle Beatitudini. E a chiedersi quale sia davvero il «risultato» del proprio lavoro
«Io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità»
Mi sono allontanata rimasticando questa immagine: il povero sul lato sinistro della soglia che fa la carità alla povera sul lato destro
«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»
«Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri»
«Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici»
«Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia»
«Gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù […]. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada»