La cura ecclesiale passa anche da qui

Mi ha colpito la capacità di accogliere la critica e permettere che questa possa fra nascere una relazione fonte di bellezza.
24 Agosto 2022

È appena passata mezzanotte e io e Gian Luca siamo appena arrivati alla Casa del Clero di Imola. Dopo il tour de force di una tre giorni in Austria all’incontro internazionale per commemorare il Beato Franz Jagerstatter, martire del nazismo nel 1944, quasi quasi me ne andrei subito a casa più che volentieri…

Ma Gian Luca esordisce: “Una promessa è una promessa! Ti devo fare vedere il quadro di Franz Jagerstatter!”. “Nooooo si è ricordato” – penso dentro di me. Abituato a un clero delle Chiese “locali” sclerotizzato, questo “giovane” prete mi impressiona. Eppure dovrebbe essere stanco anche lui! Boh, saranno le pillole contro il colesterolo che gli danno la carica!!!

Entrare in una chiesa a mezzanotte alla penombra delle luci soffuse non so se sappia più di Hallowen o di Vittorio Sgarbi che è capace di farsi aprire le chiese dove ci sono dei capolavori, all’improvviso, nel cuore della notte. Sarà perché all’età di 7 anni – mi ricordo ancora – mia madre mi accompagnò nella sacrestia del Duomo di Faenza, dove entrai per la prima volta e rimasi impressionato (impaurito!) dai quadri giganteschi che sovrastavano le pareti…ovviamente nella penombra… Insomma da una parte sono attratto ma dall’altra non “impazzisco” all’idea di entrare in una chiesa di notte.

Con passo sicuro seguo Gian Luca che mi fa vedere il quadro e me lo illustra come se fossi un’autorità a cui non si può non far vedere una cosa di eccezionale valore. Ed effettivamente lo è, di gran valore, perché di grande valore è la storia della sua realizzazione… Un bel giorno si presenta a Gian Luca, nella sua Chiesa dei Servi, una persona che esprime una critica artistica sulla chiesa, con estrema umiltà ma con grande fermezza.  E Gian Luca gli dice: “E tu come la faresti?” Da qui nasce una grande amicizia che porterà a commissionare all’artista il quadro su Jagerstatter. Bellissimo! E non è neanche lontano parente della riproduzione fotografica che mi aveva fatto vedere in Austria… Gli occhi del martire esprimono tutta l’angoscia della sua scelta e le testimonianze delle figlie – mi dirà poi – documentano nelle loro emozioni sedimentate e profonde che è quella l’espressione con cui l’avevano visto l’ultima volta prima della sua esecuzione capitale. Dopo molto tempo Gian Luca capirà che quell’artista che aveva bussato alla sua porta è una persona ben nota a livello internazionale…

Continuiamo il tour nella chiesa e mi fa vedere le altre opere, di questa inedita collaborazione, in cui l’autore era stato lasciato libero di esprimersi. Il Canonico Gian Luca affonda le sue sapienti spiegazioni nella mia profonda ignoranza di cui francamente mi vergogno un po’. Sapete la differenza fra Beato e Santo? Io pensavo di saperlo, ma così non è: chiedete a Gian Luca! Sapevate che i Servi di Maria avevano non uno o due fondatori, ma addirittura sette fondatori? Una compagnia di amici che avevano come unico scopo quello di stare insieme… Non riesco ancora a credere di essere così ignorante!!!

Ma la cosa che più mi impressiona è il prendersi cura della chiesa che gli è stata affidata. La passione per le piccole cose ha portato Gian Luca a restaurare a proprie spese i quadri del 1600, accatastati, che stavano andando in malora, rifacendo pure le cornici. Un senso della cura assai raro di questi tempi! La cura di una chiesa in cui lui non è il proprietario, ma solo un momentaneo servitore.

Tutto nasce dalle relazioni, nella chiesa, a partire da quella con Cristo, ed è proprio la qualità delle stesse a fare la qualità dell’amore ecclesiale. Mi ha colpito la capacità di accogliere la critica e permettere che questa possa fra nascere una relazione fonte di bellezza. La chiesa è anche questo.  Dare valore alle persone che incontri è il cammino e il cammino avviene facendo!

2 risposte a “La cura ecclesiale passa anche da qui”

  1. Anna Bortolan ha detto:

    Grazie per aver condiviso attraverso questo articolo un’esperienza tanto bella e profonda! Un insegnamento semplice ed efficace.

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