Non influencer, ma missionari digitali

L'esperienza del Sinodo digitale ha confermato che per la Chiesa è arrivato il momento di interrogarsi e investire in pastorale digitale
10 Ottobre 2022

Chi sono gli “influencer cattolici” e cosa fanno? Oggi sono guardati spesso con diffidenza, un po’ dall’alto in basso: sì, è vero, hanno un sacco di follower, suscitano tante conversazioni, ma sono un po’ troppo simpaticoni, un po’ troppo spiritosi, qualche volta perfino bellocci, comunque narcisisti… E poi, a chi fanno capo? Insomma, non è che ci possa fidare troppo di loro…

A rilanciare con forza la necessità di riconoscere che (molti) influencer sono veri e propri missionari in un mondo densamente abitato e che sarebbe ora di affrontare seriamente il tema della pastorale digitale è stata l’esperienza del sinodo digitale che, con il claim “La Chiesa ti ascolta”, si è svolto nell’estate scorsa e la cui sintesi è poi confluita tra i contributi del Sinodo mondiale, che inizia ora la sua fase continentale.

IL SINODO DIGITALE

L’iniziativa è partita da Mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero della comunicazione della Santa Sede, che con Rosy Russo, presidente e fondatrice di Parole O_stili, ha creato una rete di 280 “influencer cattolici” (il 27% dei quali sacerdoti; il 10% suore ed il 63% catechisti e laici impegnati). Insieme, hanno invitato i loro follower a compilare un questionario on line, che li interrogava sulla Chiesa e sul loro rapporto con la fede. Ne sono stati compilati 110 milioni, 13mila dei quali in Italia, dove si sono coinvolti 30 influencer.

sinodo digitale

Tra coloro che hanno risposto, il 50% era credente, il 40% era un cattolico allontanato, il 10% era agnostico o ateo. Sono emersi i disagi di chi si è allontanato a causa degli scandali legati alla pedofilia o al non corretto uso delle ricchezze, di chi si sente giudicato, di chi pensa che questa Chiesa abbia profondo bisogno di essere riformata. In tutto questo ci sono anche luoghi comuni o pregiudizi, ma quello che conta è che tantissime persone, soprattutto nei commenti ai post degli influencer, esprimevano la sorpresa e la soddisfazione nel sentire che “La Chiesa ti ascolta”.

I MISSIONARI DIGITALI

Il fatto è che anche nel mondo digitale c’è gente in ricerca. C’è gente che, pur ammettendo di non aver mai incontrato Dio, perde tempo a rispondere a un questionario sulla fede. C’è gente delusa dalla propria esperienza di Chiesa che però cerca in rete risposte e – forse – un pur tenue legame con quel mondo che si è lasciata alle spalle.

E d’altra parte, perché non dovrebbe farlo? Sappiamo tutti che quello che chiamiamo mondo digitale non è cosa “altra” rispetto al mondo fisico: sentiamo qui e sentiamo là, pensiamo qui e pensiamo là, dialoghiamo e litighiamo qui e dialoghiamo e litighiamo là.

Per il Sinodo, tutto questo significa che ai cinque continenti da ascoltare se ne è aggiunto un sesto, quello digitale.

Per la nostra Chiesa italiana, significa che è tempo di affrontare seriamente il tema della pastorale digitale. I trenta influencer che hanno partecipato a questo percorso hanno ricevuto un vero e proprio «mandato missionario» da una Chiesa che, per usare un’espressione di Mons. Ruiz, è «estroversa anche nei confronti del mondo del digitale». È un punto di partenza, l’inizio di una ricerca che riguarda tutti nella Chiesa: i missionari digitali chi sono? Li lasciamo soli a svolgere il loro mandato? In che modo il loro lavoro incrocia con quello che si fa sul territorio?

3 risposte a “Non influencer, ma missionari digitali”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Sto guardando su rai3 Federico 40, un vero poeta.. IL PROVINCIALE ( sul Monviso).
    Nell’ultima puntata sui campi e sui monti del Pollino, meravigliosi, incontra un giovane pastore di capre. Toh!
    Ha una compagna, bella, giovane..
    Inusueto! Ed è lei che lo ha spinto a restare xchè lei ama troppo gli animali!
    Ma come tu lo hai conosciuto??
    Ecco la sorpresa del digitale:
    SU ISTAGRAM!

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    C’è un altro risvolto.
    Nei gg scorsi ho toccato con mano i probls che oggi una Persona, io, incontra nei suoi contatti con la Sanità.
    E la vecchietta cui rispondono:
    se vuole vaccinarsi vada sul Portale.
    Io devo scaricare l’app
    IL MIO DOTTORE
    cui se telefono mi risponde una dall’Albania..
    Prendere appuntamento quando una volta si andava in sala d’aspetto..
    Insomma vogliamo fare q.cosa x qs poveri vecchi non digitalizzati??

  3. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Se per “ influencer” cattolico si intende una persona che c
    fa passare il messaggio Cristiano in modo da farlo diventare importante e vitale per i giovani e cambiare la loro vita e il loro destino , direi che l’ultimo influencer cattolico e’ stato il defunto Don Giussani. Quelli che ci sono adesso non sono influencer cattolici , perche’ nessun giovane cambia la propria vita o decisione di vita per seguire i vari preti o missionari mediatici se pur mettono i like sotto i loro video. . Sono solo followers . E followers non vuol dire convertito.
    Del resto nessuno da’ la vita o cambia la vita neppure per Fedez e Ferragni , tutti i cosiddetti followers sanno bene che i loro influencer sono solo delle figure finte figuriamoci se decidono di essere veramente cristiani per i video di Don Pincopallino .

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