Lo sguardo di chi ama

Gli occhi esprimono quello che abbiamo nel cuore. Nella Scrittura troviamo un singolare legame tra cuore e volto.
25 Agosto 2022

Il modo in cui guardiamo è così importante che è persino capace di influenzare, almeno in parte, la persona a cui rivolgiamo lo sguardo. Se guardiamo con occhi cattivi, trasmettiamo negatività. Se invece il nostro sguardo è pieno di amore, di luce, di gioia, di pace, inevitabilmente il nostro prossimo lo percepirà e si sentirà raggiunto, anche senza saperlo, dallo sguardo di Dio. Quale grande responsabilità, dunque, abbiamo nel curare il nostro sguardo e nel mantenerlo limpido e trasparente, perché assomigli sempre di più a quello di Cristo Gesù Signore nostro. Ma come fare?

Gli occhi esprimono quello che abbiamo nel cuore. Nella Scrittura troviamo un singolare legame tra cuore e volto. Il cuore dà lucentezza e trasparenza allo sguardo: lo rende sottile, acuto, penetrante e bello. Rischiara l’orizzonte, illumina e fa vedere bello ciò e chi è guardato. Il vero dialogo nasce dal guardare e dall’essere guardati con l’implicazione del cuore. Se il nostro cuore è abitato da buoni sentimenti e la nostra mente è nutrita da buoni pensieri, lo si potrà leggere nei nostri occhi.

“Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. E il Dio della pace sarà con voi” (Fil 4,8-9b). Attraverso gli occhi possiamo comunicare tanto. Quando Pietro, dopo aver mentito dicendo, per paura, di non conoscere Gesù, incontra il Suo sguardo pieno di amore e di misericordia, davanti a quegli occhi si pente, sciogliendosi in lacrime (cfr Lc 22, 54-62).

Più volte Papa Francesco ha sottolineato il potere dello sguardo di Gesù, capace di cambiare per sempre la vita di coloro su cui si posa. Commentando l’incontro di Gesù con Matteo afferma: “Appena sentito nel suo cuore quello sguardo, egli si alzò e lo seguì”. E fa notare che “lo sguardo di Gesù ci alza per sempre; ci porta su”, ci solleva; non ci lascia mai dove eravamo prima d’incontrarlo, né toglie qualcosa a colui sul quale si posa. “Mai ti abbassa, mai ti umilia, ti invita ad alzarti”. E conclude raccomandando di “lasciarci guardare da Lui” (Omelia S. Marta 21.09.2013).

Con lo sguardo possiamo ferire oppure guarire una ferita. Uno sguardo può rasserenare, disarmare, risollevare, ma anche operare il contrario di tutto ciò. Quando contempleremo Dio faccia a faccia il nostro volto risplenderà come il Suo; i nostri occhi, per riflesso, risplenderanno come i Suoi. Ma anche ora, se viviamo in Grazia di Dio, in comunione con Lui, saremo trasparenza di Dio. Gli occhi luminosi rivelano la bellezza dell’anima. Quando Mosè, dopo aver contemplato Dio e conversato con Lui, scendeva dal Monte Sinai, il popolo vedeva il suo volto raggiante (Es 34,29).

Anche le Sorelle di S. Chiara d’Assisi, durante il Processo di canonizzazione attestano che quando ella ritornava dall’orazione il suo volto era più bello e più luminoso del solito e dalla sua bocca uscivano parole tali da infiammare il cuore delle Sorelle all’amore di Dio.

C’è una bellezza che esprime l’amore vissuto e realizzato. Ci sono certi occhi e certi volti che esprimono una tale bellezza, luminosità, pace e serenità che rimandano inequivocabilmente al Datore stesso di questi doni: Dio. Anche quando la storia è stata attraversata da prove ed eventi dolorosi, se questi sono stati vissuti ed integrati nel mistero pasquale di Cristo danno luogo a storie con esito felice.

“Gli uomini e le donne che pregano sanno che la speranza è più forte dello scoraggiamento. Credono che l’amore è più potente della morte, e che di certo un giorno trionferà, anche se in tempi e modi che noi non conosciamo. Gli uomini e le donne di preghiera portano riflessi sul volto bagliori di luce: perché, anche nei giorni più bui, il sole non smette di illuminarli. La preghiera ti illumina: ti illumina l’anima, ti illumina il cuore e ti illumina il viso. Anche nei tempi più bui, anche nei tempi di maggior dolore” (Papa Francesco – Catechesi Merc. 20 Maggio 2020).

Chiediamo al Signore che la nostra vita sia riflesso della Sua, che possiamo guardare con i Suoi occhi e amare con il Suo cuore. Servire e donarci come fece Lui e possiamo donare a chiunque incontriamo sul nostro cammino il Suo sorriso, perché chi guarda noi, possa vedere Lui.

 

3 risposte a “Lo sguardo di chi ama”

  1. Luisella Colombo ha detto:

    Grazie Cristiana! Vorrei imparare ad andare oltre certi sguardi freddi e indisponenti che , soprattutto se sono costretta a conviverci, possono portarmi all’esasperazione e a uno sguardo triste. Come fare allora?In questi giorni ho imparato a memoria i frutti dello Spirito Santo : amore, gioia, pace, pazienza, bontà, benevolenza, fedeltà, mitezza, dominio di sé… impossibili umanamente! Ma non per Dio che attende la nostra libera, umile e continua richiesta di secchiate di Spirito Santo per avere uno sguardo compassionevole e sereno come il Suo.

  2. Paola Meneghello ha detto:

    Grazie! Leggere questo testo ad inizio giornata, è come un impegno programmatico, e ovviamente una Preghiera : chiedere e cercare che la gioia mi illumini il cuore, che lo scoraggiamento non prenda il sopravvento, e che tutto questo invada il mio sguardo, per essere a mia volta Luce nel mondo..
    Sembra poco, eppure è tutto: non è facile mantenere la fiducia di fronte agli eventi negativi, non è facile mantenere lo sguardo limpido del cuore di fronte alla sofferenza, senza sentirsi schiacciati, e ancor più difficile è pensare che il male possa essere superato solo con il Bene, e non con altro male. .la nostra, la mia, mente non comprende tutto ciò, ci vuole l’apertura del cuore che elevi lo sguardo…..e da sempre, questa è Fede, non in un Dio che mi risolva i problemi, ma in un Dio che mi cambi, invadendo il mio essere.. che questa sia la Preghiera.. la Fede, può salvare il mondo, e dipende da me..

  3. Paola Buscicchio ha detto:

    L’anima è un giardino dove Dio è presente come sole che illumina.
    Se Dio non illuminasse l’anima ciò che si vedrebbe all’esterno è soltanto tenebra perchè da soli non possiamo splendere in alcun modo.
    Come umili recipienti conteniamo ciò che è infinitamente prezioso.
    Immaginiamo che questo giardino abbia delle porte che sono i nostri occhi.
    Gli occhi rivelano la condizione del giardino.
    Un giardino ben curato sarà gradevole di aspetto mentre un altro trascurato lo sarà meno.
    Tutta la vita spirituale è fondata sulla cura che poniamo nel saper far fiorire le virtù.
    Dio sceglie poi recipienti poveri perchè in essi non prevale l’orgoglio.
    Come farebbe Dio a trovare posto dove c’è tanta presunzione di sè?
    Dio deve aver trovato in Maria la più piccola tra tutti coloro su cui ha posato lo sguardo e l’ha ricolmata della sua grazia.

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