Nel documento dei vescovi un percorso che spinge oltre la pura motivazione sociologica nella richiesta dei sacramenti
Settembre è tempo di ripresa anche per i catechisti. A cui quest'anno i vescovi hanno consegnato uno strumento in più per ripensare il proprio servizio
«Ma come ti è venuto in mente di studiare teologia?». Quando me lo chiedono mi viene in mente una giornata di qualche anno fa...
La confidenza di una madre di fronte a una diagnosi sulla figlia che porta in grembo: «Io credo che siano loro che non capiscono...»
Succede ogni anno, quando proponiamo il gesto della lavanda dei piedi al di fuori della solennità della celebrazione: suscita sempre domande...
"Vogliono fare gli animatori. Vorremmo aiutarli a scoprire di più, far emergere la dimensione spirituale che è alla base di una vocazione come questa"
Sulla bambina battezzata dal Papa, figlia di genitori sposati solo civilmente. E su una prospettiva ecclesiale (e non individualista) dei sacramenti.
Quando andando a Messa capita di imbattersi in una semplice, naturale e magnifica catechesi familiare sull'importanza dell'Eucaristia
Un pomeriggio con un'attività molto concreta intorno all'albero di Natale. E una domanda e risposta di quelle che solo i bambini sanno tirare fuori
Ci sono parole che rovesciamo addosso ai nostri bambini con noncuranza, con la stessa facilità con cui diremmo buongiorno e buonasera
Sulla fatica di scoprire che i genitori ci fanno un grande dono quando si fidano di noi come compagni di viaggio per guidare i loro figli all'incontro con Gesù
Se la Chiesa è come un ospedale da campo noi catechisti siamo chiamati a fare molto di più che insegnare una dottrina
Abbiamo moltiplicato attività e proposte per andare incontro a tutti, in uno sforzo lodevole che col tempo, però, rischia di diventare insostenibile
Tratta della fede nel Dio di Gesù Cristo, non di un generico atteggiamento di fede. E credo sia inseparabile dal gesto di Lampedusa
Abbiamo paura di diventare buonisti, o del lassismo morale, o del relativismo. Così dimentichiamo che la misura di Dio è amare senza misura
Quando Lorenzo Lotto viene in soccorso di una catechista sconsolata dopo una processione del Corpus Domini un po' «turbolenta»
"Io non sono sicuro che Gesù mi perdoni..." Quando una farse di un bambino di nove anni ci rivela l'importanza di chiamare le cose con i loro nome anche con i più piccoli
I ragazzi stavolta non ne vogliono sapere. E se proponessimo loro il rito come un gesto di servizio verso chi ci è più caro, sulle orme e con la forza di Gesù?
In questo tempo di parole ma anche di chiacchiere sul futuro della Chiesa, mi sorprendono le parole di Gesù: «Se non diventerete come bambini...»
Su alcune novità interessanti che lo stile di Papa Francesco ha già messo in moto tra le persone che vedo intorno a me
«A me, adesso e con loro, basterebbe riuscire a promuovere un esercizio di igiene linguistica, da applicare nel nostro gruppo e magari da portare a casa»
Nel gruppo del primo anno sono tre su quattordici e la domanda viene subito fuori. Insieme ad alcuni pensieri che mi inquietano
Me l'hanno chiesto a bruciapelo i miei ragazzi. Come far passare l'idea di Grazia se loro faticano a concepire che esista qualcosa che non si paga?
Venti bambini, tre catechiste e due genitori per una catechesi attraverso l'arte. Con tante domande che restituiscono il mistero di quei racconti
È iniziato l’Avvento e mi sembra che ci siano tutti i presupposti per dialogare su un argomento che a loro interessa...
"E' facile mancare a questo comando? No? Allora è un comandamento che riguarda pochi! Quasi quasi lo possiamo cancellare dall'elenco... che dite?"
Con la macchina fotografica in mano per aiutarli a capire meglio il senso della preghiera con cui invochiamo Gesù Eucaristia di donarci la sua capacità di guardare oltre l'ordinario
"Lo devi dire chiaro ai genitori che la Messa non è un optional, devono assumersi le loro responsabilità", mi hanno detto. E allora io ci ho provato così...
Come rispondere all'obiezione - sincera e anche dispiaciuta - di un bambino di nove anni senza ferirlo ma anche senza banalizzare quell'appuntamento
«Se lo mando fuori, con che coraggio racconto ai compagni di Zaccheo, o della donna sirofenicia? Come narro del Rabbì che mangiava con gli ultimi?»
Quanta fatica costa oggi in una parrocchia trovare disponibilità nuove per sostituire chi non può più davvero svolgere questo servizio. Eppure lo dico per esperienza: ne vale la pena.