Preghiera di suffragio per una congiunta, anziana e molto cara, la cui mancanza risuona forte nella voce a tratti rotta del figlio prete, che guida la recita del santo Rosario.
Tra i parenti più stretti c’è la pronipotina della defunta, due anni e mezzo. È davanti a me, momentaneamente in braccio alla mamma, ma durante tutta la celebrazione passa da un familiare all’altro: il babbo, il nonno, la nonna, ancora la mamma, il nonno… questo suo continuo movimento si svolge nel più assoluto silenzio. La piccola non parla e non fa confusione, sembra cercare di volta in volta un punto di osservazione migliore per una sorta di ricerca, che pervade i suoi movimenti. Dalle ginocchia di papà si sporge per guardare verso l’altare, si mette in piedi sulle gambe del nonno e si fa sostenere per vedere all’indietro, quando il ritmo della preghiera cambia si ferma e si fa più attenta. Al canto del “Salve Regina” sembra trattenere il fiato, mentre guarda stupita la mamma; approda infine tra le braccia della nonna, che deve sorreggere la schiena della piccola perchè non cada all’indietro mentre contempla, il naso all’insù, gli affreschi del soffitto.
Poi, in un momento di silenzio, si ode la sua piccola voce che afferma, con tono definitivo: “È bella questa casa!”
E in questo tempo di fatiche, di parole ma anche di chiacchiere, di domande sul futuro della Chiesa, mi sorprendono le parole di Gesù: “se non diventerete come bambini…”