Se il Natale comincia al museo

Venti bambini, tre catechiste e due genitori per una catechesi attraverso l'arte. Con tante domande che restituiscono il mistero di quei racconti
21 Dicembre 2012

Si avvicina il Natale. Nell’incontro mensile del gruppo catechiste ci confrontiamo su come strutturare percorsi adatti al tempo liturgico, per le diverse fasce di età. Laura e Alessandra, che accompagnano i bambini del quinto anno, propongono un’iniziativa interessante:

–          Assunta, abbiamo visto una proposta della Diocesi di Vicenza, “Catechismo in museo”  e ci è venuta un’idea: Vicenza è un po’ lontana, ma avremmo pensato di accompagnare i bambini in un’uscita qui vicino, al Museo Civico. Ci sono le guide che propongono dei percorsi tematici, sviluppati con le opere d’arte più famose, e uno di questi è sul Natale. Perché non ne approfittiamo? Potrebbe essere un modo nuovo per parlarne, e poi in dieci minuti si arriva, un paio di mamme hanno offerto il loro aiuto, e se vieni anche tu con cinque auto li portiamo tutti….

Detto, fatto. Martedì pomeriggio venti bambini, tre catechiste e due genitori hanno vissuto l’esperienza di una catechesi attraverso l’arte. Tutto molto bello, il Museo Civico è ogni volta una scoperta, la guida è preparata: i commenti sugli autori, sugli episodi rappresentati, sui personaggi, sui colori, sono ricchi ed argomentati. I bambini, poi, ci sorprendono con la loro attenzione: forse è l’effetto-museo, il fatto che i viaggi di istruzione scolastici li abbiano abituati ad un determinato comportamento, fatto sta che siedono silenziosi e concentrati, alcuni prendendo appunti.

Ad un certo punto, di fronte ad una tela sulla Natività, Giada alza la mano:

–          Perché san Giuseppe dorme, mentre Maria è lì che tiene Gesù e lo presenta ai pastori?

E la guida:

–          Beh, in molte opere i pittori lo rappresentano così, vedi che è piuttosto vecchio, forse sarà stato stanco…

Già. Anche i grandi artisti possono trasmettere un’immagine riduttiva di questo grande santo. Ma a noi credenti non basta. Per fortuna intervengono Laura e Alessandra:

–          Però, bambini, forse c’è anche qualcosa d’altro: lo cerchiamo insieme? Vi ricordate i racconti del Vangelo? Cosa succede quando Giuseppe scopre che Maria aspetta un bambino?

E Giacomo:

–          Giuseppe non vuole più sposarla, ma poi gli appare un angelo e gli dice di sposare lo stesso Maria.

–          Bene, Giacomo. E cosa stava facendo Giuseppe quando gli appare l’angelo?

Rispondono in quattro, con voce sorpresa: – Dormiva!

Giada però non è soddisfatta:  – Ma qui però non è quel momento, Gesù è già nato. Come mai dorme ancora?

La catechista Laura riprende le parole della guida, che aveva illustrato molto bene l’utilizzo del linguaggio simbolico da parte degli artisti, e spiega che, anche se non ne siamo certi, possiamo però immaginare che il sonno di Giuseppe richiami qui la sua grande fede, il fatto che lui si fida di Dio così come si è fidato al momento dell’annuncio della nascita.

La visita prosegue, diventando quasi una caccia al tesoro, alla ricerca di particolari che non capiscono: perché in quel quadro dell’Annunciazione l’angelo offre a Maria un ramo con tre gigli? Perché sembra che ci sia un vento forte ad alzare le tende? Perché quei tronchi formano una croce proprio davanti alla porta della capanna? Perché in quel quadro non ci sono l’asino e il bue e nell’altro sì? Cosa ci fa un pezzo di colonna di pietra dentro una stalla? Perché i magi sono in posizioni così diverse? Chi sono quelli che accompagnano Maria e Giuseppe in Egitto?

In dialogo con la guida e le catechiste, intrecciando le notizie artistiche con i significati biblici, i racconti di Natale si fanno vividi. All’uscita Michela chiede: – Alessandra, quando ci torniamo?

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