Quando Dio sorride

Su alcune novità interessanti che lo stile di Papa Francesco ha già messo in moto tra le persone che vedo intorno a me
16 Marzo 2013

“Sì, Dio sorride dei calcoli degli uomini e li contraddice, ma solo per dare loro dei doni più grandi di quelli che essi avrebbero potuto immaginare”. Si chiude così una tra le molte belle riflessioni che ci sono state regalate in questi giorni. Dal momento in cui l’ho letta, in me risuona con insistenza una domanda: ma concretamente, cosa succede quando Dio sorride?

E mentre me lo chiedo, mi arrivano le prime risposte.

I giovani animatori dei nostri preadolescenti sono nativi digitali, naturalmente, e la rete è uno degli ambienti che frequentano con assiduità. In questi giorni, forse per la prima volta, li vedo reagire con fastidio, con decisione, pubblicamente, agli interventi ironici verso la Chiesa e il Pontefice che, in rete, non mancano mai. Confesso che li credevo in un certo senso avvezzi allo stile irriverente o dissacrante così diffuso nella nostra cultura (per fare un esempio, ricordo la descrizione del ‘prete gonfiabile’). Invece no. E’ come se papa Francesco avesse offerto loro argomenti concreti ed efficaci per contrastare gli attacchi. Di più: è come se non aspettassero altro.

Siamo a pranzo da amici, prendiamo l’aperitivo in salotto con la tv accesa: vengono trasmesse le immagini di papa Francesco che dice “Come vorrei una chiesa povera, una chiesa dei poveri…”: strano vedere un uomo adulto farsi d’improvviso rosso in viso, la pelle d’oca ben visibile, e sentirlo sussurrare “Finalmente…”.

Mi arriva un sms da un giovane papà, normalmente molto critico verso la gerarchia, che scrive, commentando con un emoticon molto eloquente: “Vuoi vedere che stavolta ne avete trovato uno giusto?”.

Piccoli segni quotidiani… Ma non ci sono solo questi: un patriarca della Chiesa Orientale, Bartolomeo I di Costantinopoli, sarà presente per la prima volta nella storia alla Messa per l’insediamento di un pontefice. Lo so che la strada è stata ben  preparata da coloro che lo hanno preceduto (ricordo l’abbraccio di Paolo VI e Atenagora…), ma succede adesso, diviene concreto e visibile adesso, in questo preciso momento, proprio ora…

Certo, il controcanto non manca: la macchina del fango è già in azione, non solo fuori della Chiesa, purtroppo. E seppure essa tacesse, papa Francesco è un uomo, con i limiti, le fragilità di ogni uomo, non è e non potrà essere perfetto.

Eppure io non posso smettere di pensare al sorriso di Dio. Ieri ho riletto la ricerca di un mio caro amico, don Devis, giovane prete che ha completato gli studi con un lavoro su questo tema, il quale scrive: “L’uomo, a mio avviso, ha nostalgia del riso, e soprattutto del sorriso di Dio. È arrivato il tempo di annunciarlo e di mostrare che Dio veramente ride […]”. La via principale per riflettere sul sorriso di Dio è quella della Scrittura, che ci offre tra l’altro “i tre sorrisi che troviamo nella promessa e nella nascita di Isacco: il sorriso di Abramo, quello di Sara (Gen. 17,17; 18,12-13) e infine quello di Dio”; il sorriso di Dio è il leitmotiv di tutti gli episodi legati alla nascita di Isacco e riposa nel significato stesso di questo nome: Ishaq “Egli ride” o “Possa la divinità sorridere”.

Ecco cosa succede, quando Dio sorride: nel grembo della storia, che a volte sembra sterile, si ri-genera il popolo di Dio.

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