Donaci occhi per vedere

Con la macchina fotografica in mano per aiutarli a capire meglio il senso della preghiera con cui invochiamo Gesù Eucaristia di donarci la sua capacità di guardare oltre l'ordinario
8 Novembre 2012

Trovare argomenti adatti per interessare ragazzi di dodici-tredici anni alla catechesi è impresa a volte titanica. Cerchiamo tutte le strategie, ci proviamo, usiamo la fantasia, tra fallimenti e successi.

Sono prossimi alla Cresima, e stiamo proponendo loro alcuni modelli, testimoni da seguire per crescere. Il modello per eccellenza è naturalmente Gesù, quindi partiamo confrontandoci con lui. Ma come parlarne agganciandoci a qualcosa di concreto, che possano ritrovare nella quotidianità?

Come traccia di partenza, avevamo programmato di commentare una parte della Preghiera Eucaristica V:

 

“Donaci occhi per vedere

le necessità e le sofferenze dei fratelli;

infondi in noi la luce della tua parola

per confortare gli affaticati e gli oppressi:

fa’ che ci impegniamo lealmente

al servizio dei poveri e dei sofferenti”

 

Ma occorre pensarla bene!

Arrivo a catechismo bardata come un fotoreporter: jeans, camicia bianca, cartellino al collo con scritto “Stampa”, macchinetta fotografica vecchio modello, con tanto di teleobiettivo (benedetti ripostigli dei suoceri che non buttano nulla!).

“Bene ragazzi, oggi facciamo i fotoreporter. Si va a caccia di immagini. Tema: la bellezza”.

“Come la bellezza?” Si accende immediata la discussione: “persone belle?” “No, non solo persone belle, ma tutto ciò che vi pare bello”.

“Ma dove andiamo?”

“Qui fuori, in piazza”.

“In piazza??? Ma che c’è di bello in piazza? Auto che passano? E poi come facciamo a vedere come viene la foto che non c’è il display?”

“Beh, questo è un primo ostacolo: dovrete pensarci bene, prima di scattare. La prossima settimana, poi, vedremo cosa avete combinato”.

Si esce. La macchinetta passa di mano in mano, ma nessuno si decide. “Assunta, non passa nessuno di bello…”; “Ma non vedi niente?” “No, cosa dovrei vedere?”

… dieci minuti di impasse, gironzoliamo un po’, gli sbuffi si fanno spazientiti, sono costretta a prendere in mano la situazione. Inquadro un vaso di fiori, magnifico, che troneggia su un davanzale affacciato sulla piazza. Scatto la prima foto commentando: “Non vi pare bello?”; “Sì, non l’avevamo notato…”; “C’è forse dell’altro?”

Ci sono le ultime rose intorno alla fontana, bianche, poi gli zampilli d’acqua, e la facciata della villa del settecento (uno dei tanti gioielli della nostra Italia), e un cielo color pervinca che solo in questa stagione… poco a poco ognuno si accorge di qualche particolare, e rapidamente il rullino termina.

Tornati nella nostra stanza è il momento del confronto: “qual è stata la cosa che avete trovato più difficile?”

“Beh, siamo abituati alla nostra piazza, non ci eravamo mai accorti che fosse così bella”.

Adesso forse sarà più facile guidarli a capire meglio il senso della preghiera, con cui invochiamo Gesù Eucaristia di donarci la sua capacità di guardare oltre l’ordinario, oltre lo schermo delle nostre abitudini o dei nostri pregiudizi, per giungere al cuore, delle cose e delle persone.

Il cartellone delle foto verrà magnifico. La frase di commento l’hanno scelta loro “Signore, donaci occhi per vedere!”

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