Il quadro del Correggio in carne e ossa

Quando andando a Messa capita di imbattersi in una semplice, naturale e magnifica catechesi familiare sull'importanza dell'Eucaristia
10 Gennaio 2014

Due giorni in montagna prima di concludere le vacanze … e piove a dirotto! La chiesa però è gremita, sembra che questo tempaccio non abbia influito sulla decisione di partecipare all’Eucaristia domenicale: entriamo con dieci minuti di anticipo e già non ci sono più posti a sedere. Ci accomodiamo vicino ad un altare laterale, e prima che inizi la Messa ho il tempo di guardarmi un po’ intorno. La gente continua ad entrare, ci sono persone di tutte le età, molti sono evidentemente turisti, e anche parecchi bambini. Dopo qualche minuto arriva una famigliola, papà, mamma e tre figli: il più grandicello avrà undici o dodici anni mentre i fratellini ne dimostrano più o meno cinque e tre. I genitori li fanno sedere sul gradino dell’altare laterale proprio mentre il coro intona il canto d’inizio. Il maggiore si alza quasi subito e si mette accanto al papà, mentre i piccoli cominciano a disputare e la mamma, forse per prevenire intemperanze maggiori, si siede nel mezzo, sul gradino. Distolgo lo sguardo, è il momento dell’atto penitenziale e ho tanto bisogno di misericordia…

Dopo un po’ torno a rivolgermi verso di loro e la scena è cambiata: la mamma si è spostata, sempre seduta a terra ma con la schiena appoggiata alla colonna d’angolo. Tiene sulle ginocchia il bimbo più piccolo, mentre il secondo tenta di guadagnare un po’ di spazio nel suo abbraccio, appoggiandole la testa sulla spalla. Mi balena davanti agli occhi l’immagine della Madonna con Gesù e Giovannino: sembra una rappresentazione vivente di quel quadro, anche il sorriso, quieto e felice, è lo stesso.

Per tutta la durata della celebrazione sono attratta da loro e ogni tanto mi giro: il grande non riesce a stare fermo, ogni tanto parla sottovoce alla mamma, che risponde serena. Ad un certo punto il piccolo si addormenta, mentre il fratellino si rifugia tra le braccia sicure di papà che sta in piedi vicino a me: “Papà, dove va quella scala?” “Lì sopra, vedi, si chiama pulpito. Una volta il sacerdote andava lì per parlare alla gente” “Che bello, mi fai salire?” “Non si può. Ma adesso guarda, Gesù viene!”. E’ il momento della Consacrazione.

Discutiamo tanto, nelle nostre comunità, su come migliorare la catechesi e sono in atto progetti articolati, molto belli ma anche complessi, per coinvolgere le famiglie nell’azione catechistica. Ma io oggi ho assistito ad una semplice, naturale, magnifica catechesi familiare sull’importanza dell’Eucaristia domenicale, per la quale quei genitori non hanno ritenuto necessario fare altro che uscire di casa insieme, affrontare anche qualche piccolo disagio, per condividere con i figli l’Amore che è fonte di ogni nostro amore.

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