Se leggiamo il prete solo così è impossibile davvero realizzare quel suo ruolo di mediazione indicato già dal Concilio Vaticano II
In un mondo cambiato, con numeri diversi, al prete si richiede sempre di più, come se non ci fosse il coraggio di guardare alla realtà (e all’umanità) del sacerdote.
Ma perché invece di lamentare la faticosa gestione di più parrocchie da parte dei preti, non si riflette sul contributo che potrebbero offrire le comunità coinvolte?
Storie di santi e straordinarie vite comuni, per ritrovare la luce sulla strada nel nuovo libro di Don Francesco Cristofaro
C’è un elemento di dissolvenza necessaria nelle realtà evocate da Gesù per cercare di spiegare ai suoi discepoli l’essenza della loro identità?
Leggendo il Report della CEI destano perplessità alcuni termini usati al posto di altri, certe percentuali affiancate ai crudi numeri
Dovremmo riconoscere che fino a che la paura presidierà le nostre idee non riusciremo a tenere insieme maggiormente azione oggettiva e intenzione soggettiva, sacerdote e laico, Cristo e Chiesa.
Credo sarebbe il primo tema di cui il sinodo dovrebbe occuparsi, con gravissima urgenza, fino a ripensare daccapo la loro formazione, soprattutto umana.
Il modello di formazione dei futuri preti è diretta conseguenza del modello di Chiesa che abbiamo in testa
La necessità di abolire i seminari e di trovare altre vie per la formazione dei preti nasce dal cambiamento epocale in cui siamo e dalla necessità di una nuova evangelizzazione
È tempo che i laici rivedano le tante aspettative di cui spesso rivestono la figura del prete, per un più equilibrato, umano e armonico vivere cristiano.
Dopo le parole del cardinale Schonborn sul 'Responsum' della CdF, ecco una bella testimonianza che ci aiuta a riflettere su cosa è una benedizione di Dio.