Riflessione sull’Avvento quale compimento di un infinito che si dischiude nell’umanità in grado di restare umana
La cura delle classi più deboli affretta la crescita del regno di Dio con il quale sono “rovesciati i potenti dai troni” e “innalzati gli umili”…
L’esperienza della sofferenza può trasformarsi in una fonte di speranza inesauribile in grado di ridare e riportare vita…
Il Dio – Bambino traccia la strada per accogliere, attraversare e vivere la fragilità. Solo così si potrà uscire dalla gabbia dell’indifferenza e camminare nella via della prossimità…
Il tempo dell’avvento diventa occasione per convertirsi da un’immagine di chiesa che non esiste più. Vegliare è abitare l’umano con gioie e dolori, potenzialità e contraddizioni…