Immacolata perché libera

Solo in un'ottica di libertà assunta e vissuta, possiamo smettere di vedere Maria come una semi-dea irraggiungibile dall’uomo.
8 Dicembre 2023

Per molto tempo, si è parlato di Maria Immacolata nei termini di una semi-dea che, a detta anche del canto, è l’ “irraggiungibile”, rappresentata con gli occhi celesti e i capelli biondi, l’occidentale perfetta dal sapore del gelido marmo che nulla o poco dice all’umano.

Credo che un discorso ragionevole su Maria che possa rendere giustizia alla sua Immacolata Concezione debba partire dalla benedizione (euloghía) di Ef 1,3-12. L’unità formale della benedizione è data da tre verbi che hanno Dio come soggetto: ci ha prescelti (v. 4: exeléxato); ci colmò (v. 6: echarítōsen); profuse (v. 8: eperísseusen). I tre verbi descrivono i momenti sostanziali della benedizione divina: elezione-predestinazione, redenzione nel sangue del Diletto, e rivelazione del mistero. Notiamo che la comunità benedice Dio perché da Dio è stata beneficata. Ogni atto compiuto dal Signore diventa motivo di esultanza comunitaria che si costituisce come lode, adorazione, ringraziamento (cf. Sal 63,4-6; 103,1-2).

Il primo motivo della benedizione consiste nella paternità che Dio ha su Gesù definito come il Signore; ciò indica il grado di consapevolezza che la comunità ha riguardo l’identità di Gesù: egli vive in una relazione filiale con Dio (il Padre) e, al contempo gli si attribuisce il titolo divino di Kyrios. La stessa Maria si riconosce beneficata da Dio fino al punto di esultare: “l’anima mia rende grande [megalúnei] il Signore” (Lc 1,46). In Maria, l’esultanza non è altro che l’attestazione di quanto sta avvenendo in lei (la crescita del Figlio di Dio nel suo grembo) e della sua risposta alla benedizione divina: il ringraziamento costituisce qualcosa di concreto nella vita di Maria così come nella vita della comunità.

Il secondo motivo della benedizione contenuto nella lettera paolina è l’elezione da parte di Dio ancor “prima della creazione del mondo”. Ma il senso della predestinazione rimanda all’intenzione originaria di Dio: creare per destinare tutti alla vita in Cristo. Questo aspetto fondamentale e rivoluzionario per la teologia comporta che la venuta di Cristo non significa più la correzione di un errore dettato dal peccato, ma viene vista nell’ottica di una vocazione più ampia che sta all’inizio della creazione stessa. Lo stesso peccato originale diventa in realtà la pretesa di un auto-salvezza e di una libertà illimitata che vuol fare a meno della comunione con Cristo. La redenzione, allora, non è altro che il modo mediante cui Dio continua ad attuare quel desiderio (che sta all’origine della sua intenzione creativa) di comunione con gli uomini e con la creazione intera.

Da questo progetto non è esente Maria. Ella, in quanto donna pienamente libera, con la decisione volontaria di aderire al progetto di comunione con Dio in Cristo è l’immacolata o, per dirla più propriamente con Ef 1,4, è l’irreprensibile (amōmous). L’Innefabilis Deus inserisce il dogma all’interno di questo orizzonte interpretativo, al di fuori del quale Maria continuerebbe ad essere considerata la semidea irraggiungibile dall’uomo. Maria, invece, è la realizzazione di tutta l’umanità destinata alla comunione con Cristo, l’immagine di un’umanità vissuta in pienezza e di una libertà profondamente esercitata.

Essere liberi porta come conseguenza la capacità di un ascolto profondo, di un’intelligenza della fede che ha uno sguardo contemplativo sulla realtà così da poter dire la propria (cf Lc 1,34); Maria è l’alfabeto di un’umanità che vive nella gioia e nell’amore condiviso. Si è immacolati perché dotati di quelle Ali di libertà che, per dirla con la nota canzone di Andrea Bocelli, sono la condizione sine qua non per “affrontare l’universo” e realizzare sé stessi, per non rimanere ingabbiati da una libertà che pretende di auto-salvarsi.

In quest’orizzonte, chiunque vive pienamente e responsabilmente la propria libertà realizza quel processo inarrestabile di santità e irreprensibilità di cui Maria, come donna, fa già esperienza.

 

22 risposte a “Immacolata perché libera”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Maria, come diceva Scalfaro, da un pdv teologico nn é necessaria ma “propedeutica”.
    Da un pdv UMANO dipende da che RELAZIONE avete con lei.
    DOGMI. Chi di riempie la bocca senza manco sapere quanti essi siano fa un GRAVISSIMO TORTO A Gesù Cristo. Ricordo don Patrizio, Biblista e docente, quando diceva che de anche la CC ontera sparisse.. non x qs il Cristianesimo finirebbe. Prima di riempirsi la bocca. Pls si documenti.

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    @ R.Beretta: a me pare che Ella sia davvero un dono nel Vangelo, una realtà dal cielo che giunge a essere presente nel cammino dell’umanità. Se si fa caso, nelle varie sue apparizioni agli umani in Terra, appare in momenti critici della storia, con nomi diversi riferentesi a quanto il suo messaggio ci e in quel tempo necessario. Siamo sempre comeSan Tommaso,abbiamo bisogno anche di una credere concreto, che cade sotto gli occhi. Gesù Cristo lo aveva capito eper questo è apparso più volte a moltissimi da Risorto. Madjugorje la Chiesa non si è pronunciata però folle vanno e tornano., regina dellaPace, ed e di questa che oggi abbiamo bisogno. Con anticipo ha iniziato all’ascolto dei suoi messaggi/di incoraggiamento, e che siamo sfiduciati in questi giorni non si può negare. Per cui a un credente diventa sostegno da sicurezza che il cielo non sta a guardare.

  3. Claudio Menghini ha detto:

    @Matteo de Matteis
    @Beretta

    Ma se un dogma può essere falso, allora per logica inevitabile è tutto il cattolicesimo ad essere falso. Perché è falsa la promessa di Cristo raccontata nel vangelo.

    Non si può pretendere di restaurare un edificio nel mentre si vuole abbatterne le fondamenta. A questo punto si dica apertamente “vogliamo distruggere l’edificio” e almeno giochiamo a carte scoperte.

    • Roberto Beretta ha detto:

      No, questo è il sofisma manicheo del “tutto o niente”. Ci sono realtà che hanno avuto un senso nella storia, ma oggi non più e anzi sono controproducenti. Certo, discernere comporta sempre rischi: compreso quello di essere distruttivi. Ma allora cervello e coscienza che li abbiamo
      a fare? E davvero l’Immacolata è “necessaria ” al Vangelo?

      • Maria Crasso ha detto:

        @Beretta – h22.01
        Le opere di Dio non hanno tempo, sono eterne. E l’Immacolata è opera di Dio, non del Papa che l’ha svelata in un periodo post rivoluzionario che aveva visto il trionfo di Satana nell’uomo. È per accontentare la Madre che Cristo fece il suo primo miracolo pubblico a Cana. Pregate e auguri.

    • Matteo De Matteis ha detto:

      Attenzione, non ho scritto che questo dogma è falso, ma che mi pare abbia senso solo a partire da specifiche prospettive filosofiche e teologiche (per esempio un’interpretazione letteralista di Gen 1-11, la dottrina agostiniana di peccato originale etc). Ma quando le prospettive cambiano, non ti conducono più automaticamente all’Immacolata Concezione. Perché è un dogma diverso da quelli “principali”, (che sono più immediatamente espliciti nelle Scritture): è piuttosto una deduzione che deriva da quelle premesse teoriche che citavo in parentesi

  4. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Però, quel Dogma su Maria di Nazareth, perché non pensare che il Papà l’abbia promulgato per i fedeli di quel tempo. Era un tempo dove non tutti erano acculturati tanto da capire cosa significasse “Io sono l’Immacolata Concezione” non lo sapeva una Bernadette così come tanta altra gente di allora, non a un qualcosa di imposto, ma a essere “istruzione” anche ai posteri. Se oggi ancora si dibatte sulla scelta di Dio Padre per Maria, prescelta diversa da altre fin dalla nascita, va riconosciuto però il suo “Si”, libero, umanamente Lei non sapeva come neppure a noi è dato conoscere ciò che avviene domani! E questo ci porta a riflettere sulla “libertà” ; siamo tutti liberi e responsabili delle ns. decisioni. Eva era libera, come Maria, ed e altrettanto comprensibile che Dio Padre per il proprio figlio abbia scelto una donna dotata di uno spirito da Madre speciale, adatta a generare un Cristo, Suo Figlio, le scelte di vita che l’hanno resa quella che è.

  5. Pietro Buttiglione ha detto:

    @Silvio
    SE ammetti lo stato dell’Eden ( essere Bene e non poter Male) la sub-ordinata sulla libertà sparisce ( forse che chi è così nn può agire come è? Se poi contesti la possibilità di essere *così* guarda ai Santi che tendono proprio a quello stato.. e col-lega.
    PS che poi tutto qs impone una profonda revisione dei Sacramenti, a partire dal Battesimo che io chiamo Spic&Spa.. ovvio!

  6. Silvio Lepora ha detto:

    Pre-scelta, pre-diletta, pre-destinata. E chi più ne ha più ne metta. Ma anche no! Povera Maria! che nobiltà può mai avere il suo “sì” a queste condizioni? Poteva dire “no” con tutti quei pre? Poteva Maria peccare come tutti gli uomini e donne? Se immacolata il suo arbitrio era del tutto servo? A meno che sotto sotto si creda che, essendo solo una donna, se non fosse stata piena di “pre”, mai avrebbe potuto rispondere “sì”. Myriam priva del peccato originale, come lo siamo tutti noi, grazie al battesimo. Del tutto inutile questo dogma di un papa incapace di comprendere la realtà del suo tempo, cieco ai segni del suo tempo. E svilente per la libertà e la grandezza di Maria che sta tutta in quel libero “sì”

  7. Maria Crasso ha detto:

    San Paolo, scrivendo a Timoteo, profetizza così:
    “Verranno giorni infatti in cui gli uomini non sopporteranno più la sana dottrina, ma per prurito di novità si circonderanno di maestri secondo le loro voglie”
    Mai come oggi si assiste allo svilimento della Parola.

  8. Matteo De Matteis ha detto:

    Sono d’accordo con R.Beretta: anch’io, a prescindere dal tentativo di ricentramento biblico operato dall’autore, sono perplesso sulla sensatezza di quel dogma al giorno d’oggi, perché si basa su un’esegesi biblica e un’antropologia teologica non più adeguate. Gen 1-11 non sono racconti storici, percui non c’è nessuna conseguenza trasmissibile da Eva a Maria e a noi: non possiamo più confondere il peccato originale con il peccato delle origini, cioè quello di Adamo ed Eva. Quel dogma ha bisogno di una nuova ermeneutica oppure di fare la fine del limbo: aveva un senso in una certa prospettiva teologica, ma nella prospettiva attuale non ci serve più. Oltretutto è un ostacolo in funzione ecumenica e paradossalmente è controproducente in ordine alla considerazione della donna nella Chiesa, che non sono argomenti secondari, ma due segni dei tempi che concorrono alla re-interpretazione della Rivelazione oggi, con buona pace dei cardinali dubbiosi

  9. Paola Meneghello ha detto:

    Siamo tutti destinati a questa comunione e a questa Libertà di Spirito, perché tutti dobbiamo manifestare la piena divinità che anima fin ogni nostra più piccola particella fisica.
    Ma certo ci vuole responsabilità e Fiducia, si direbbe Fede, in ciò che sentiamo cone vero nel cuore, “al di là” di ogni umana comprensione e di ogni giudizio altrui e, ancor più difficile, “oltre” ogni tornaconto personale. Liberi dall’Ego personale..?!
    Maria è libera perché è la Madre consapevole di dover partorire la Vita, verso la quale si dona totalmente, senza riserve né paure.
    Questo dogma appare antico e vetusto, ma dipende da come lo si vuole interpretare: la Madre è la Matrice vergine, immacolata, di ogni cosa sulla quale lo Spirito si posa per manifestare la Vita: non ci avevo pensato prima, ma la lettura di questo testo mi ha consegnato questa immagine, che mi fa riflettere, grazie!

  10. Pietro Buttiglione ha detto:

    @ Maria
    Osservando ‘lato il male-detto’, che io cerco di manco nominare…..
    . Hai ragione..
    Ma lato Gesû : per essere totalmente Uomo doveva essere
    totalmente tentato ( cfr; con+juga con ” la Fede di Gesù…” )
    Invece lato Maria, Creatura, è stata la sua natura a impedire che entrasse
    Nel buco delle tentazioni. Nessun combattimento spirituale. Insomma era diversa. Da.noi

    Io ci credo.

  11. Pietro Buttiglione ha detto:

    Molti fratelli confondono “immacolata” con “sempre vergine” che, nella mia ignoranza teologica, non mi risulta affatto conclamata dalla CC.
    Credo invece nella prima intesa come uno stato dell’essere in cui ESSERE &AGIRE coincidono, un pò’ come nell’Eden ( la distonia manifesta in quel”ma chi ti ha detto che sei nudo??” da cui la scelta libera, il male and so on. Lo CREDO.
    PS. Quindi per lei no temptation.. cui invece é soggetto Gesù.. ahia..

    • Maria Crasso ha detto:

      x Pietro –
      Non penso che non fu tentata. Penso che fu vittoriosa in ogni tentazione. Proprio come Cristo.
      Satana odia Dio e tutto quello che gli somiglia.

  12. Roberto Beretta ha detto:

    Gentile Luigi, il dibattito mi interessa. E del resto lei saprà bene che il dogma dell’Immacolata fu discusso per secoli, anche da ordini religiosi che non l’accettavano. Poi di teorie teologico-filosofiche con cui giustificare quasi ogni posizione se ne possono costruire a iosa… Ma sono umane costruzioni, appunto. Come la presunta predilezione/predestinazione di Maria: chi la può dimostrare? A che serve? Perché non ne potremmo fare a meno?

    • Maria Crasso ha detto:

      “Se non ascoltano Mosè e i profeti non crederanno neppure se uno resuscita dai morti.”

      Se la Genesi è costruzione umana, le apparizioni mariane “abbiamo deciso” che non vengono dal Cielo, gli scritti dei Papi non sono mai alla nostra altezza.. ci priviamo di doni di grazia che Dio aveva predisposto per noi

      • Roberto Beretta ha detto:

        Difficile però credere che i racconti della Genesi siano storici: ormai non lo pensa quasi più nessuno, nemmeno tra i cattolici. Credere a babbo natale a 10 anni è tollerabile, farlo a 30 anni è un problema…. voglio dire: i racconti mitici funzionano dal punto di vista pedagogico, ma poi non ci si può fermare lì

  13. Maria Crasso ha detto:

    L’uguaglianza davanti a Dio te la sogni…Dio non ci ha fatti uguali con lo stesso stampino. Maria è privilegiata in vista dell’incarnazione.
    Dio vuole per Maria una lode speciale. Santa Bernadette Soubirous senti dalla Vergine le parole: “Io sono l’Immacolata concezione”
    Maria è immacolata non perché è libera ma perché liberata dal peccato di Eva da sempre. “Io porro’ inimicizia fra te e una donna”

  14. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Maria e un nome dolce, fin dalla nascita ci viene fatta conoscere, forse anche come persona più vicina perché umana; privilegiata perché “da Dio Padre prescelta quale madre del Suo Figlio. E non è difficile accettarla come persona privilegiata, in quanto a realizzare un tale disegno divino devono corrispondere requisiti che neppure dai suoi genitori poteva ereditare. La “prescelta” perciò dotata di doni esclusivi madre per il figlio di Dio e anche per ogni essere umano. . Rivolgersi a lei è facile, la sua maternità cosi aperta dialogante presenza fra cielo e terra fin nell’oggi, viva anche per le sue vicende personali che la rendono per questo famigliare. Forse il dogma, esiste per quel credente che ha dubbi, “Io sono l’Immacolata Concezione, sua dichiarazione, dall’alto così come quella del Padre :” Questo e il mio figlio l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”! un caro dono di amore in nostro aiuto.

  15. Luigi Puddu ha detto:

    Capisco che si debba pagare comunque dazio al mainstream, ma è ingiusto scambiare l’atto di iper-dulia dovuto alla Madre di Dio con la proclamazione di una semideità. Ciò soprattutto in tempi in cui di semi-dee ce ne è fin troppa abbondanza… Così come è grave (nel noto autore di post-it) voler ignorare che l’elezione, la pre-destinazione, la pre-dilezione, il privilegio sono la modalità di rapporto scelta da Dio stesso sin dalle origini (e che fonda e sostanzia la comune dignità umana molto più che le illuministiche libertà-uguaglianza-fraternità, come l’ateissimo Adorno ebbe a dimostrare).

  16. Roberto Beretta ha detto:

    Va bene. Ma queste riletture bibliche non fanno altro che confermare per contrasto le difficoltà del dogma dell’Immacolata. Che non solo appare inutile (non aggiunge nulla al contenuto di salvezza del Vangelo), ma addirittura rischia di essere controproducente; nel senso che è un “privilegio” che limita la stessa idea di incarnazione, di uguaglianza e fraternità di divino e umano.

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