Si parla tanto di far partecipare di più i laici alla messa, ma persino le preghiere dei fedeli sono copiate dal foglietto prestampato... Almeno lì, potremmo lasciare - anzi incentivare - che i suddetti fedeli dicano effettivamente la loro. O è fatica sprecata?
Per fortuna oggi i vescovi italiani sembrano almeno indirettamente esprimere forti perplessità morali su Berlusconi al Colle. Nel 1994 (e poi per due decenni) la Cei la pensava esattamente al contrario, e ce lo fece votare. Dev'essere che Silvio nel frattempo è molto peggiorato.
Giusto un anno fa papa Francesco istituiva formalmente i ministeri del lettorato e accolitato per le donne. Siamo qui ad aspettare con fiducia che qualche vescovo faccia il coraggiosissimo primo passo. Magari in Italia, chissà.
Se conoscessimo la storia della Chiesa, quante cose "irrinunciabili" del cristianesimo capiremmo che sono assai rinunciabili... Invece continuiamo a credere che "è sempre stato così". Historia magistra fidei.
Al cinema, in ufficio, nei negozi; ma in chiesa il green pass non c'è. Se i vescovi avessero coraggio e profezia, chiederebbero che gli fosse applicato: come a tutti i comuni mortali, senza antipatici privilegi. Chiesa in uscita? Questa preferisce non avere fastidi all'entrata.
Il caso della predica no vax ha creato scandalo. Ma un prete può davvero evitare di esporre dal pulpito opinioni personali (cioè in sostanza se stesso)? Lo scandalo è semmai che i fedeli non possano dire la loro.
Una certa ala cattolica, prendendo spunto dall'attuale consonanza tra governo e Chiesa sul tema dei vaccini, accusa quest'ultima di essere succube dello Stato. Quando governava la Dc invece andava tutto bene.
La miglior prova delle radici cristiane dell'Occidente è che il cristianesimo sta subendo la stessa crisi di fiducia dell'Occidente, e viceversa. Per l'uno e per l'altro la salvezza sta dunque fuori, oltre il loro millenario rapporto.
Secondo dati dell'Ufficio Vocazioni della Cei, in Italia ci sono 1804 seminaristi diocesani sparsi in 120 seminari maggiori: in media 15 persone per ogni struttura. Preoccupa lo scarso numero di aspiranti al sacerdozio; e il numero eccessivo di risorse per educarli, invece?
«La dimensione liturgica occupa un posto pachidermico nella vita del prete. Le parrocchie, in troppo grande maggioranza, sono stazioni di servizio sacramentali in cui la preoccupazione liturgico-catechetica ha peso per alcuni asfissiante». (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb)
«A oggi nelle parrocchie il potere è del clero, non si discute; la parrocchia cambierà se i preti vorranno cambiare. La parrocchia è ancora espressione di uno schema feudale. Non si può cambiare nulla se questo dovesse ancora perdurare». (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«Eppure è bene scendere da quel piedistallo, urgentemente. Non tanto per una questione di razionalizzazione delle scarse forze sacerdotali residue, ma perché è in gioco la vita, la salute e la felicità di tanti presbiteri» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«Oggi nelle parrocchie che cosa è in atto se non una educata lotta tra parrocchiani delusi e preti smarriti? Il prete è solo contro tanti: ha un potere enorme grazie al diritto canonico sempre dalla sua parte, ma è in inferiorità numerica».(D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb)
«Si vagheggia un prete capace di rispondere a tutte le richieste pastorali di una comunità cristiana, che è impigrita, sicuramente viziata. Ma la responsabilità è da ricercare all'interno della compagine ecclesiastica: vittime di se stessi» (D. Cambareri «Contro don Matteo», Edb)
«Insostenibile. Il profilo clericale disegnato dalla propaganda ecclesiastica e ridefinito a partire dalle attese delle persone ha come conseguenza di imporre sulle spalle del povero prete il fardello dell'ideale della perfezione» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«Chi diventa parroco riceve un'immagine da fuori che poi sceglie d'interiorizzare o subire. Più si è angelicata questa figura, più la si è allontanata dalla concretezza della vita, più si sono poste le premesse di un disastro esistenziale» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb)
«C'è una domanda diffusa, sotterranea e timida d'amicizia nei nostri presbitèri. Questo bisogno si dovrà incoraggiare. Probabilmente ci condurrà a una vita di comunione in cui non ci si sentirà minacciati dalla presenza di un altro prete» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«Ci si aspetta che un clero formato per essere autosufficiente, per il comando in solitaria, improvvisamente - e un po' kafkianamente - si risvegli pieno di voglia di condivisione, collaborazione e amenità simili. È follia!» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«L'acritico amore per il passato è anch'esso sintomo della senescenza della Chiesa, accompagnato da una conseguente paura: quando la fedeltà alla tradizione si tramuta in maniacalità, allora rivela l'impoverimento di una istituzione» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«Dove nasce la crisi del clero? Sicuramente laddove dovrebbe essere nutrito il pensiero: i seminari. Se ci lamentiamo di un'ideologia ecclesiologica fragile è perché c'è un pensiero ormai rachitico (non è solo altrui il "pensiero debole"» (D. Cambareri, «Contro don Matteo», Edb).
«I preti non vogliono lavorare meno, vogliono lavorare meglio». Cosa significa lo scrive don Domenico Cambareri, parroco nel Bolognese, nel libro «Contro don Matteo. Essere preti in Italia» (Edb). In queste vacanze natalizie ne collezioniamo qui alcuni passaggi, come utili perle.
Dicono che Natale non ha senso senza il festeggiato. Dicono. Eppure non è vero: anche chi non crede, o crede altrimenti, in questo giorno di calendario così zuppo di cristianesimo ha qualcosa da imparare. Non per niente gli angeli cantarono pace per tutti «gli uomini che Dio ama»
Primo Natale anche per la nuova cattedrale di Nostra Signora d'Arabia, inaugurata pochi giorni fa in Bahrein; è la più grande chiesa della Penisola arabica. Beh, qualche volta fa piacere persino che ci siano delle «cattedrali nel deserto».
Einaudi pubblica una «versione non confessionale» della Bibbia, cioè una traduzione il più fedele possibile alla lettera dell'originale, senza (presunte o supposte) infiltrazioni dovute a teoria e prassi delle varie religioni. Sarà interessante vedere le differenze col testo Cei.
«Perché nella Chiesa la differenza fa tanta paura? Non si sopporta una comunità che non sia appiattita sul modello delle altre e mostri delle differenze, anche quando queste non minacciano l'unità della fede». Così Enzo Bianchi dal suo osservatorio. E la denuncia fa riflettere.
Viene il sospetto che l'attaccamento al dogma, giudicato come sommo criterio di cattolicità, sia spesso un comodo alibi per sentirsi a posto di fronte a ben altre richieste del Vangelo: una reale fraternità, la comunione dei beni, la difesa della giustizia, la scelta della verità
L'arcivescovo di Parigi Aupetit ha detto di essersi «comportato in modo inappropriato» con una donna, in pratica un vecchio flirt per cui il prelato ha dato le dimissioni. Solo perché si tratta di una colpa sessuale? Come se non sapessimo che pure i vescovi sono peccatori...
È uscito un libro contro la «mafia di San Gallo», gruppo di cardinali progressisti che si riuniva periodicamente nella città svizzera e che sarebbe stato una lobby di potere nella Chiesa. Ammesso che sia così: non è la stessa cosa che fanno tanti altri ecclesiastici reazionari?
Ortodossi, cattolici, evangelici: in queste tre autodefinizioni c'è già la pretesa di essere gli unici possessori della "verità". Ma sono nomi da cambiare: la Chiesa sarà degna di chiamarsi ortodossa, cattolica ed evangelica solo quando sarà una.
Tommaso d'Aquino, Alberto Magno, Bernardo di Chiaravalle, Caterina da Siena: nessuno di loro credeva all'immacolata concezione di Maria, eppure sono diventati santi lo stesso (e alcuni dottori della Chiesa). Oggi chi li seguisse sarebbe addirittura eretico: forse siamo nati tardi
Da don Camillo a don Matteo: l'immagine del prete nell'inconscio degli italiani non si è evoluta molto in 70 anni. Sono figure simpatiche, sempre disponibili, attraenti: certo. Ma anche leader solitari, privi di dubbi, ben poco "sinodali"... Sarebbe ora di girarsi un altro film.
Ricordate la polemicona sulle radici cristiane nella costituzione d'Europa, una quindicina d'anni fa? Sembrava non potessimo farne a meno. Beh, ora ci sarebbe occasione di dimostrare quanto siano solide tali radici coi profughi ai confini della Polonia. Ma chi alza la voce?
Le affermazioni del vescovo Carlo Maria Viganò sul virus e sui vaccini dimostrano una cosa che in realtà dovrebbe essere sottintesa sempre: non basta una croce pettorale per essere guide sagge e garantire equilibrio, non basta una consacrazione per diventare eccellenze.
«Cuore Divino di Gesù, vi preghiamo: non tardate a cacciare dalla Cina il demonio e i suoi scagnozzi. Abbiate pietà
della folla dei pagani e fate che entrino presto nella Santa Chiesa». Cent'anni fa pregavano così i missionari nel Celeste Impero: il Padreterno la pensò altrimenti
Visto che si assottiglia sempre più la pattuglia dei bambini e ragazzi che viene a catechismo, qualche parrocchia ha pensato di mandare i catechisti stessi a visitare le loro famiglie. Per adesso una tantum; ma che bello sarebbe una catechesi intorno al tavolo di casa!
Così ha titolato un libro di osservazioni politico-religiose l'anziano e acuto gesuita Domenico Pizzuti. Cercasi popolo pure nella Chiesa: non perché si fa rara la pratica, ma perché si deve passare dalla «centralità dei preti» a una «diaconia collettiva» per gestire le comunità.
Dicembre 1971: dall'omonimo libro di Gustavo Gutierrez nasce la Teologia della Liberazione. Strumentalizzata marxisticamente da una parte, demonizzata vaticanamente dall'altra, dopo 50 anni e con l'arrivo del papa latinoamericano viene il sospetto che ci siamo persi un'occasione.
La Chiesa di Francia venderà i suoi beni per rifondere le vittime di pedofilia. Ma i suoi beni in realtà sono offerte del popolo di Dio destinate ai poveri. Dunque le colpe della pedofilia le pagano i poveri.
Non ce n'è uno tra i neo-vescovi che all'ingresso in diocesi non dichiari cose come: «Vengo tra voi per ascoltare e imparare», «Fratello tra voi fratelli», «Sorpreso dalla nomina, vi chiedo di aiutarmi»... Poi, esauriti i convenevoli, di solito comandano come tutti gli altri.
Commentando il "permesso" di comunicarsi concesso dal papa a Biden, Giuliano Ferrara ha chiesto a Francesco di spingersi oltre e ridefinire la prassi eucaristica ancora così legata a un'idea di "purezza" del recipiente. Non ha torto stavolta, l'Elefantino.
Un censimento ci rende edotti che nelle 226 diocesi d'Italia operano 283 esorcisti, più o meno la metà di quelli attivi nel mondo intero. Ma che? Forse il diavolo, oltre a vestire Prada, preferisce la pizza e i maccheroni...
Da noi la crisi di vocazioni va di pari passo col calo di considerazione del sacerdote. In Africa o Asia invece, dove la tonaca è mezzo di ascesa sociale, le "chiamate" sono molte. Se c'è un nesso, è una prova evidente delle distorsioni vigenti nella Chiesa sulla figura del prete
«Sarebbe impensabile da noi vedere una simile assemblea discutere con tanta apertura, sincerità e
con grande umiltà da parte dei vescovi»: l'ha ammesso Jérome Vignon, osservatore francese al Sinodo tedesco. Piacerebbe sapere se c'era pure un osservatore italiano...
Arrivano in Italia i "Rosari da combattimento", da originali destinati ai soldati Usa della Grande guerra; corone pesanti in ferro fatte per non rompersi. Ora però i super-cattolici le ostentano come segno di fede militante e «armi d'assalto», sia pure spirituale: Guns N' Rosary
È divertente leggere su un sito cattolico severamente no vax (ce ne sono!) l'apologia del velo femminile a messa: «I capelli delle donne costituiscono richiamo sessuale che distrarrebbe dalle celebrazioni» (sic). Il velo imposto è dunque ok, il green pass obbligato è dittatura.
Propostina: visti i problemi dell'editoria cattolica (Edb fallita, altre sigle soffrono), si potrebbe destinare qualche fondo dell'8 per mille a chi stampa libri. Va bene finanziare le nuove chiese ma - ora poi che i fedeli diminuiscono - anche fare cultura è costruire.
In un'intervista sul sinodo, il vescovo presidente della commissione Cei per l'annuncio critica "il nuovo magistero dei blog: basta aprire un sito per vedere quanti insegnano alla Chiesa che cosa fare". Che imperdonabile presunzione per un sinodo che si vuole "dal basso"...
Chissà se il sinodo italiano farà sparire quel brutto uso di pagare le messe per i defunti, in cui si insinua la pessima idea che chi ha i soldi possa guadagnarsi più indulgenza. Ma sarà dura: quelle offerte sono anche un'entrata integrativa "pulita" per i celebranti.
In soli tre giorni, saputo che il Papa li commissariava, nel 2010 i Legionari di Cristo avrebbero "tombato" 254 milioni in un paradiso fiscale, ora rivelato dai Pandora Papers. Sottile vendetta contro colui che spaventò i legionari romani uscendo dalla tomba dopo tre giorni.
«Viviamo un'epoca di riti tristi» scrive un prete teologo bergamasco, argomentandolo per un intero volume. Paradossale, visto che mai come ora si è cercato di rendere le messe allegre e vivaci con vari espedienti. O forse la tristezza è proprio non saper accogliere il rito com'è.
Il "per sempre" è una richiesta che, come il celibato, non è detto debba essere assoluta in ogni caso e per chiunque. Forse è tempo di dar spazio nella Chiesa anche a forme di servizio pastorale e di vita religiosa "a tempo".
Uno dei dati del famoso rapporto francese sulla pedofilia del clero sottolinea che, su 216.000 vittime dal 1950 ad oggi, ben 121.000 si riferiscono al periodo tra il 1950 e il 1970. Dedicato a chi sostiene che i mali della Chiesa sono venuti dal post-Concilio e dal Sessantotto.
Ai tanti parroci dirigisti che usano i laici per manovalanza e ne rifiutano il contributo critico, basterebbe fare un ragionamento semplice: non venite a cercarci quando c'è un problema. A voi le responsabilità, i meriti e le colpe. La comunità è un'altra cosa.
Nel mensile femminile dell'Osservatore Romano la giornalista (donna) in un'intervista sulle "attese delle donne" chiede al segretario (donna) del Sinodo, testualmente: "Perché le donne aspirano ad assumersi le proprie responsabilità nella Chiesa?". Almeno l'avesse chiesto un uomo
Si lamentano falle nella formazione dei preti, tra cui la carente maturità personale. Con tutto il rispetto per il valore del celibato, è comune esperienza laicale che un serio rapporto con persone dell'altro sesso e una famiglia da mantenere "maturano" assai. Vogliamo provare?
Una delle più evidenti ipocrisie clericali è nascondere o depotenziare nella propria comunicazione le magagne (scandali, errori) dei suoi esponenti: si predica la Chiesa "debole" ma si pretende di mostrarsi inappuntabili. E poi facciamo pure le pulci al "culto dell'immagine"...
"L'Evangelo resta per la comunità la sola legislazione. Se puoi invocarlo contro una decisione della comunità, è tuo dovere (sic!) assoluto farlo". Così la Regola di Bose: straordinario! (sull'applicazione ci sentiamo un'altra volta)
Dunque, mentre Papa Francesco era in ospedale, in Vaticano "prelati" organizzavano una cena per discutere della successione del successore di Pietro. Qualcosa ricorda un'altra cena serale, in cui però il venduto era solo uno su 12: si vede che in Curia migliorano anche il Vangelo
È proprio vero che - cercando cercando - si può trovare un complotto dietro ogni angolo. Adesso pur di sostenere che le dimissioni di Benedetto XVI sono "finte", qualcuno ha notato che vennero date il giorno del Carnevale tedesco... Ma che burlone, questo Ratzinger!
Le "magnifiche sorti e progressive", che Leopardi irride riferendosi agli avanzamenti presunti ineluttabili della scienza, si devono applicare pure alla Chiesa: non è detto infatti che nella storia essa abbia sempre "progredito", ovvero migliorato la sua aderenza al Vangelo. Anzi