Nella Sacra Scrittura, il Signore si rivela a noi come un “Dio misericordioso”. È questo il suo nome, attraverso cui Egli ci rivela, il suo volto e il suo cuore. Egli stesso, come narra il Libro dell’Esodo, rivelandosi a Mosè si autodefinisce così: «Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6).
Il Signore è “misericordioso”: questa parola evoca un atteggiamento di tenerezza come quello di una madre nei confronti del figlio. Infatti, il termine ebraico usato dalla Bibbia fa pensare alle viscere o anche al grembo materno. Perciò, l’immagine che suggerisce è quella di un Dio che si commuove e si intenerisce per noi come una madre quando prende in braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, pronta a donare tutto, anche sé stessa.
Poi è scritto che il Signore è “pietoso”, nel senso che fa grazia, ha compassione e, nella sua grandezza, si china su chi è debole e povero, sempre pronto ad accogliere, a comprendere, a perdonare. È come il padre della parabola riportata dal Vangelo di Luca (Lc 15,11-32): un padre che non si chiude nel risentimento per l’abbandono del figlio minore, ma al contrario continua ad aspettarlo e, quando questi finalmente si decide a tornare, gli corre incontro e lo abbraccia, senza lasciargli neppure finire la sua confessione e poi subito ordina ai servi di preparare una grande festa. Ecco: la misericordia è una festa!
Di questo Dio misericordioso è detto anche che è “lento all’ira”. Dio sa attendere, i suoi tempi non sono quelli impazienti degli uomini; se Dio ha un’impazienza è unicamente quella dell’amore, se ha un’urgenza è quella di festeggiare il ritorno dei suoi figli.
Infine, il Signore si proclama “grande nell’amore e nella fedeltà”. Com’è bella questa definizione di Dio! Dio è grande e potente, anzi onnipotente, ma questa onnipotenza si dispiega nell’amore. Un amore che compie sempre il primo passo, un amore che non si merita, ma che è totalmente gratuito e che niente può fermare, neppure il peccato.