Perché siamo arrivati a questo punto? Come può accadere che una vittima sia trasformata in carnefice, tralasciando proprio l’obiettività di una storia da raccontare?
Messa si, messa no!? Con guanti o senza!? E la mascherina?
Meglio estinguersi!
Almeno potremo vedere Dio faccia a faccia.
Qual è il senso di quello che viviamo in questo tempo? Alla fine la discussione da farsi tra noi è proprio quella superficiale sul lockdown o su quando torneremo alle nostre amate celebrazioni e strategie pastorali?
A che cosa serve avere una legge "cristiana" se poi la società, le stesse coscienze dei credenti, puntano altrove?
Sarebbe utilissimo rivedere l'approccio ai giovani, tenendo presente che l' educazione all'affettività è un dato importantissimo del percorso di maturazione umana e spirituale dei pochi giovani che dopo gli anni del catechismo restano nell'ambiente ecclesiale
Molti retoricamente invocano il ritorno dell'appello ai "liberi e forti". Io dico che i liberi e forti del 1919 non ci servono oggi e nemmeno quelli del 1994. Ci servono invece persone umili, pazienti, innervate nel vissuto del Paese che sappiano riprendere in mano i fili di quel pensiero politico che il cattolicesimo ha germinato
Ai sacerdoti serve più fiducia nei loro fedeli, ai laici più coraggio di assumersi responsabilità. A tutti servirebbero comunità che sappiano pregare ed essere accoglienti per davvero
Cento anni fa se un Papa chiamava all'impegno in politica, trovava laici che organizzavano partiti e sindacati. Oggi invece trova solo professori che scrivono libri
Accompagnare i mutamenti cercando risposte adeguate: questo dovrebbe segnare il dibattito intraecclesiale oggi. Però mi spaventano i silenzi di chi aspetta e tace, non contribuendo al cambiamento.
Il bilancio di un delegato: un Convegno con meno «pretese». Ma forse è proprio questa la strada per cominciare a cambiare davvero
Sarò delegato della mia diocesi al Convegno ecclesiale di novembre. E colgo in giro tanta voglia di un nuovo inizio per la Chiesa italiana
Chi vive dal di dentro la politica sa quanto oggi i cattolici impegnati in questo ambito avvertano un vuoto culturale enorme. Firenze 2015 saprà raccogliere questa sfida?
Su un'intervista tutta tesa a marcare la distanza tra la chiesa di Salerno e la figura del monsignore di Curia oggi in carcere
Mi chiedo se, come credenti , facciamo abbastanza in termini di vicinanza, progettualità e di concreto aiuto a chi fa impresa ed è in difficoltà?
Fin dalla prima omelia ci ricorda la centralità della stoltezza della croce in un mondo dove il successo e l'efficientismo sono sovrani
Ci si affanna per questo o quel politico a rintracciare il quarto di sangue che lo certifichi cattolico. Ma siamo solo noi a interpretare «dal basso» la vita del Paese?
Qualche sera fa - alla fiaccolata in piazza San Pietro - ho sognato una Chiesa che riesca a lasciarsi dietro tante distrazioni e punti risolutamente alla vera meta
Torna il dibattito sull'unità politica dei cattolici. Ma non sarebbe ora di prendere atto della irriducibilità della Dottrina sociale della Chiesa ad un partito e un programma politico?
Una pagina evangelica può dirci molto su come affrontare la sfida concreta (e oggi attualissima) di rispondere a un bisogno fondamentale della gente
Su questa riforma si pronunciano tutti tranne il «Forum delle persone ad associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro». Come mai?
Pacche sulle spalle? Incoraggiamenti? Parole di speranza? Poche. Sostegno? Stima? La prima preoccupazione è spesso quella di evitare strumentalizzazioni
Per uscire dalla crisi ci occorrono uomini che sappiano manovrare all’unisono gli ingranaggi nella storia, senza pensare di fare da soli chissà che cosa