Degni, vigilanti, pronti…via!

Consapevoli che l'Avvento ci conduce fino al Natale, “andiamo con gioia incontro al Signore” con una prospettiva di futuro: "Siamo fatti per il cielo".
1 Dicembre 2023

È tempo di Avvento!

Siamo quasi all’inizio del nuovo anno liturgico e, ciò che inizia, porta con sé qualcosa del passato, prefigurando già la speranza del rinnovamento del cuore, dei gesti, delle azioni.

Tutto ciò va inserito in una dimensione che lega l’esperienza terrena a quella divina, perché è proprio della persona volare alto per essere pienamente felice.

Consapevoli di questo tempo speciale che ci conduce fino al Natale, “andiamo con gioia incontro al Signore” con una prospettiva di futuro, quella della casa del Signore, di giungere al termine di questo grande “pellegrinaggio” che dev’essere la vita terrena.

“Siamo fatti per cielo”, ma spesso lo dimentichiamo e da qui nascono la noia, la pesantezza, il nulla, l’abbandono, il vizio, la capacità di affrontare le piccole cose, la rottura dei rapporti di fedeltà e amicizia, il mettere da parte di Dio.

Il cristiano non incontra una teoria o una filosofia, ma un uomo che è anche Dio, Gesù Cristo.

L’aspetto spirituale si unisce con quello storico e concreto, ma l’Avvento non vuol essere solo la memoria del periodo storico che ha preceduto la nascita del Salvatore, anche se esso, così inteso, ha già di per sé un altissimo significato spirituale; ci vuol ricordare che tutta la storia dell’uomo e di ciascuno di noi va intesa come un grande “Avvento”, come un’attesa, istante per istante, della venuta del Signore, così che egli ci trovi pronti e vigilanti per poterlo degnamente accogliere.

Pronti a tutto e a volte pure spericolati? Pronti e via, senza meta, senza orari e una vera organizzazione?

Già, ma l’essere pronti fino all’estremo, porta spesso frutti effimeri e così si rischia di restare per strada, in panne, soli.

Non serve forse una meta, una preparazione, una strategia, una buona compagnia, una guida affidabile?

Si tratta di coniugare l’impeto naturale con l’essenzialità del Vangelo, per essere davvero pronti e non correre rischi inutili.

Pronti allora, sì, con la fiducia in chi non ci abbandonerà mai, con una parola data che è certa e ricca di speranza, con una compagnia significativa.

Essere vigilanti, invece, richiede l’atteggiamento delle sentinelle, quindi desti e lucidi, pronti a rimettersi subito in gioco, in cammino, a dare segnali di vita vera a chi ci circonda.

Questa attesa può anche essere una vera e propria preparazione fatta di sacrificio, impegno, servizio, preghiera. Qualche volta è necessario tenere svegli e pronti gli altri, coloro a cui si vuole bene, non deresponsabilizzandoli, ma coinvolgendoli in questa nuova prospettiva.

Essere degni è l’altra chiave per prepararsi all’Avvento.

C’è un abito esterno ed uno interno, si è chiamati a curarli entrambi e anche a prendersi cura di quello del prossimo.

Ciò che è – per così dire – indegno, fa di certo moda oggi: dal linguaggio alla gestualità, dall’abbigliamento ai comportamenti. Dunque, la questione è di stile e lo stile è quello del Vangelo: senza fronzoli, essenziale, deciso, ma sempre carico di fascino e coinvolgente.

Vogliamo entrare o no in questo “club” che è il Regno di Dio? Le regole?

Non è esclusivo nel senso che non esclude chi ci mette un po’ di buona volontà per esserne degno; si entra anche accompagnati e nessuno paga anche quando sembra che il prezzo sia troppo alto; la consumazione la si paga già su questa terra, a volte con sacrificio, ma la quantità è cento volte tanto; non ci sono buttafuori anzi “buttadentro”; il Padrone garantisce gioia vera e una vita in pienezza senza la necessità di sballarsi.

2 risposte a “Degni, vigilanti, pronti…via!”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Il povero parroco ci mette tutto il suo impegno a che la chiesa diventi luogo di incontro, per questo l’esposizione del Santissimo una volta al mese, un incontro reso ravvicinato, a favorire dialogo uomo con Dio. . E’ una iniziativa: nella piazzetta antistante la chiesa c’è il mercato e ortofrutticolo e di abbigliamento molto frequentato; si guardano dunque questi due centri di incontro, tutti e due offrono opportunità a chi compera con denaro cose necessarie e di quel cibo spirituale di cui pure si ha necessità per vivere. Si tratta di credere che li esposto c’è una “Persona” un Dio di amore, con il quale la quale esprimere ciò che si ha in cuore, tanto gli affanni personali che quelli della società in cui si vive coinvolti. Lui sa cio’ di cui abbiamo bisogno e comprendere chi è sfiduciato, e di quel Suo aiuto ne avremo certezza. come e più di quanto abbiamo acquistato al mercato.

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Spostando lo sguardo dal cielo alla Parrocchia di ieri mattina…
    Accese discussioni tra i 4 gatti partecipanti xchè il Parroco ha spostato la Messa nella Cappellina ( + acclimatazione. In tutti i sensi) col partito antiCovid.
    Penoso.

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