Profezia cercasi

Non abbiamo forse dimenticato quella lezione antica che vede la vita come un valore prioritario rispetto ad ogni formulazione morale ed etica?
10 Gennaio 2024

Per chi è abituato a leggere con attenzione i vari articoli che quotidianamente vengono snocciolati sui social, non può non rendersi conto della dilagante violenza che sta contrassegnando il nostro modo di vivere, di scrivere e di stare al mondo: si è sempre contro qualcuno!

Questo è diventato il mood dei vari opinionisti tuttologi che ogni giorno confondono il loro sfogo istintuale con la verità da imporre all’altro e senza mediazione razionale. Da notare gli articoli  – per lo più violenti – di ogni genere sorti dopo la pubblicazione della Dichiarazione del Dicastero per la dottrina della Fede Fiducia supplicans dello scorso 18 dicembre 2023, scritti per lo più senza la necessaria e serena lettura del documento.

Ecco che i rigurgiti di un imperialismo ierocratico ecclesiale, mai sopito del tutto, si consolida in personaggi di sciasciana memoria che sentendosi investiti direttamente dallo Spirito, devono difendere la vera dottrina, contro la falsa dottrina incarnata necessariamente da falsi cristiani.  Altri nemici, altre guerre. Almeno ci sentiamo vivi.

Ecco il rovesciamento della realtà che incarna l’eretico fra Diego La Matina del romanzo Morte dell’Inquisitore di Leonardo Sciascia, che prima di morire arso sul rogo nella piana di Sant’Erasmo a Palermo all’età di 36 anni, uccide con le catene cui era legato l’inquisitore spagnolo che lo aveva messo a morte.

Chi è nel vero e chi nel falso?

È questa la confusione che viviamo poiché schiavi di un sistema binario: verità e falsità, santi e peccatori, beati e dannati, che non accoglie la fatica della ricerca e dell’incarnazione di una verità che rispetta la libertà dell’uomo, i suoi tempi e la sua storia. Anche la libertà è naturale.

La sfida di oggi non è quella di riaffermare la dottrina tradizionale nota e indiscussa – anche se praticata e vissuta sempre da un numero minore di battezzati – e neanche quella di aggiornarla. Il compito è eminentemente profetico, partendo dalla storia, dalle situazioni confuse e intricate, cercando di intercettare l’uomo lì dove si trova per far brillare l’immagine del Figlio che c’è in ogni uomo a motivo del valore non morale della vita.

Sì, del passato prendiamo solo le cose che interessano, ma abbiamo dimenticato la lezione antica che vede la vita come un valore pre morale o non morale, ossia che viene prima di ogni formulazione morale ed etica e che le formulazioni normative sul valore di ogni vita umana vanno impostate in termini positivi verso la vita, non in termini negativi; vanno fondate sul valore assoluto della persona e sulla sua libertà.

L’opzione per la vita va molto più in là della semplice difesa dell’inizio e della morte naturale: esige la promozione e lo sviluppo di tutte le sue qualità per umanizzarla al massimo. Il problema della difesa della vita è pure nel mezzo, ossia in quell’arco di tempo che si declina dalla data di nascita alla data di morte.

Il primo compito del profeta – da Isaia a Qohèlet – è stato quello di liberare il campo dall’idea errata di Dio quale potere sommo, affamato di sacrifici, che agisce dentro la logica contabile del dare e dell’avere: le offerte al tempio e i suoi commerci, i sacrifici, sono la strada sbagliata stimmatizzata da Gesù – così si esprime l’economista Luigino Bruni nel suo interessante testo Dialoghi della notte e dell’aurora.

La strada giusta è invece un’altra: quella della giustizia e dell’azione a favore dei poveri, del prendersi cura e dal camminare insieme, anzi del mangiare insieme, per riprendere un modo di fare caro a Gesù nei Vangeli. Ed oggi, tra una guerra e un’altra, abituati alla violenza e alla morte degli indifesi, questa strada potrebbe essere grido profetico.

 

2 risposte a “Profezia cercasi”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Dal 2/1/24, folgorato da un detto di Gregorio Nazianzeno, ho capito
    che costui aveva sondato le profonditá della vita.
    Ecco che qui Luca mi ha acceso su:
    “Odia i precetti in contrasto con la VITA.”
    La Vita che lo porto’ alla rinuncia ad essere Patriarca di Costantinopoli.

  2. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Fin che c’è vita c’è Speranza, un detto comune, ma poggia su verità. Dio non punisce Caino, Gesù Cristo predica il perdonare, dunque la vita è cosa sacra, va rispettata in ogni situazione Forse perché se si toglie la vita, non esiste la possibilità per l’uomo di ravvedersi nelle proprie cadute? Forse che Dio confida, ha fiducia in quell’anima che esiste in un corpo umano, e spera nel ravvedimento dell’uomo come atto di amore ? Altrimenti come chiamarlo amore se non aperto a sperare di un ravvedimento ? La speranza dunque non è stata vana, quando si lascia alla vita il suo compiersi, e appare segno di crudelta’ imperdonabile quando si calpesta questo diritto umano alla esistenza. . Fare ogni sforzo per rispettare la vita è segno di raggiunta civilta

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