La promessa di un premio nell'aldilà per chi si comporta in modo virtuoso nell'aldiqua; pur con le necessarie differenze, tutte le religioni adottano in fondo lo stesso schema. Reazione innata o difetto di fantasia, tentano di risarcire le ingiustizie che la vita riserva ai più.
«Gesù è il mio salvatore, Trump è il mio presidente»: gli evangelici Usa lo stampano persino sulle magliette ed è uno slogan che fa paura, oggettivamente. Ma pone pure tante domande: come è stato presentato il cristianesimo se milioni di persone pensano di poterlo intendere così?
Segno dei tempi conciliari fu anche, purtroppo, continuare a legare «messa» e «sacrificio» (SC, 2; 7; 12; 47; 49; 55). Solo una volta si affianca «eucaristia» a «pietas» e «caritas» (47; forse 10). Mai a perdono e misericordia: arranchiamo ancora dietro al Vangelo e ad Osea!
«Quando benediciamo un imprenditore non ci chiediamo se ha rubato», ha detto il papa per giustificare la famosa benedizione alle coppie irregolari. Vero. Ma se sappiamo che ha rubato non lo benediciamo...
Il concilio ripristinò la preghiera comune dei fedeli come uno dei segni di «partecipazione del popolo» al mistero eucaristico (SC, 53). Perché non si è trovato un modo definitivo per effettuare solo intenzioni della comunità locale legate al vangelo, all’omelia e all’attualità?
Dovessimo applicare la teoria dell'evoluzionismo alla religione, bisognerebbe concludere che alla fine di tutte le teorie teologiche e persino dei dogmi sopravvive "il più adatto". A cosa? Alla cultura del momento, all'approfondimento delle fonti, fors'anche alle mode.
"Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia": prima Corinti vuol dire tra l'altro che tutto quanto pensiamo di sapere sulla fede è confuso, provvisorio, incerto, opinabile, mutevole. Altro che certezze!
Sinodalita', misericordia applicata oltre le "regole", bastonate al clericalismo.... Se c'è una cosa riuscita a papa Francesco è il suo programma di "avviare processi". Ma ogni movimento crea disordine, tanto più in un apparato strutturato come la Chiesa. Bisognerà abituarsi.
«Il rinnovamento della liturgia», quale «segno dei provvidenziali disegni di Dio» e del «passaggio dello Spirito Santo» (SC, 43), fu legato alla creazione di commissioni (di liturgia, musica e arte sacra) che coadiuvassero i vescovi nazionali (44) e locali (45-46). Fu un caso?
I vescovi africani contro la benedizione alle coppie omosessuali, il Sinodo tedesco a favore dei preti sposati... Ognuno ha certo le sue ragioni, su cui nemmeno vogliamo sindacare, ma il risultato di sicuro non appare molto "cattolico" (che significa universale).
Il Concilio volle riti in cui si curassero i «gesti del corpo» e il «sacro silenzio» oltre che le «risposte» e i «canti» (SC, n.30), la «capacità di comprensione» oltre che la «semplicità» e la «brevità» - «senza inutili ripetizioni» o «molte spiegazioni» (n.34). Noi lo attuiamo?
"Ci benedica Dio onnipotente....". Non era più semplice e responsabile, più adulto, meno clericale spiegare che ciascuno, in ogni situazione della vita, può semplicemente mettersi davanti a Dio e chiederne in coscienza la benedizione? Senza mettere di mezzo né regole né mediatori
Discernere quali adattamenti liturgici siano «utili e necessari» può essere «difficile»: perciò ogni adattamento «profondo» va fatto dai vescovi e dalla Santa Sede con «attenzione e prudenza», ricorrendo a «persone competenti» e ai «necessari esperimenti preliminari» (SC, 39-40).
"Vi benedica Dio onnipotente....". Ma se a un prete viene richiesto di farsi mediatore di una benedizione divina, bisognerebbe spiegare in che modo tale funzione possa non essere "liturgica". Come è invece richiesto dalla recente istruzione per le coppie omo.
Nell’«autentico spirito liturgico» non c’è «rigida uniformità» (SC, n.37), ma «sostanziale unità» e «legittime diversità» (n.38) che, però, non mettano «in questione la fede o il bene comune» e includano «superstizioni» o «errori» (n.37). Ma chi e come discerne questo discrimine?
"Vi benedica Dio onnipotente....". Nella classica formula non è inutile notare che il sacerdote si limita a invocare la benedizione ma è Dio che la concede, se e quando vuole. E allora non è nemmeno così necessario che a chiederla sia un prete, no?
Prima che sostituisse il latino, «l’uso della lingua volgare» sembrava più una concessione, legata alla sua «grande utilità» (SC, 36) per una liturgia intesa (anche) come «fonte di istruzione» per «la fede dei partecipanti» e per rendere a Dio «un ossequio ragionevole» (SC, 33).
Chiamasi "pallone di prova" quello che si lanciava in aria a saggiare il vento prima di un'ascensione aerostatica. In senso figurato, è l'annuncio di un'azione innovativa tanto per preparare gli animi e vedere l'effetto che fa. Una tattica che papa Francesco non sembra disdegnare
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Anno nuovo, Chiesa nuova? Macché. La gerarchia (soprattutto in Italia) s'è sempre mossa con passo d'elefante, chiamandolo prudenza: figurarsi ora nel generale disorientamento... Tutti son lì ad aspettare che semmai cambi qualcosa lassù in alto; ma molto in alto.
Se nella liturgia non si deve fare «alcuna preferenza di persone private o di condizioni sociali», mi stupisce ancora molto che tale regola non valga per «gli onori dovuti alle autorità civili a norma delle leggi liturgiche» (SC, n.32). Far notare tutto ciò è populismo cattolico?
Ogni istituzione cresce anche attraverso i devianti: quelli che, contestando certe regole, permettono che vengano superate, migliorate. E le religioni, di quanto di buono sono debitori agli eretici!
La necessità di ricordare con forza che «le azioni liturgiche non sono azioni private» - e che la «celebrazione comunitaria» del «corpo della Chiesa» (SC, n.26) è «da preferirsi» a quella «individuale e quasi privata» (n.27) - fa capire bene quale fosse l’“andazzo” preconciliare.
Di Medjugorie la Commissione appositamente costituita dal vaticano ha riconosciuto come autentiche soltanto le prime 7 apparizioni del 1981. Allora come dobbiamo classificare i messaggi giornalieri che da oltre 40 anni si susseguono attribuiti alla Madonna? Vorremmo tanto saperlo
Il divieto assoluto per chi non è vescovo (o conferenza episcopale) di «regolare» la liturgia (SC, n.22) o di compiere ciò che non è «di sua competenza» (n.28), senza «buon ordine» e «sincera pietà» (n.29), non rivela anche troppa paura per gli effetti della riforma liturgica?
Qualcuno le ha contate: papa Francesco ha concesso 280 interviste in 10 anni di pontificato, in media una ogni due settimane. Troppe? Giuste? Si può vederla in molti modi. Certo è un segno inequivocabile di quanto la sua figura, le sue parole facciano notizia. Cioè siano attese.
Data l’«importanza estrema» della Bibbia per il «significato» della liturgia, doveva esserne «favorito» il «gusto saporoso e vivo» (SC, n.24), oltre che una lettura «più abbondante, più varia e meglio scelta» (n.35; 51; 90; 92). Forse sul primo obiettivo c’è ancora da lavorare…
Il credente che voglia ragionare con la sua testa senza credere di tutto alla cieca, si becca spesso del "presuntuoso". E allora chissà cos'è il super-ortodosso che guarda gli altri dall'alto in basso perché ha la verità in tasca...
Quando la Chiesa volle rendere i preti dei «maestri» esemplari sul «senso» profondo e lo «spirito» della liturgia (SC 14;19), elevò la liturgia tra le materie «più importanti» (16) e a essa li formò, dall’inizio (17) o ‘in itinere’ (18), con docenti di «speciale formazione» (15).
Marzo 2021: per la Congregazione per la dottrina della fede non è lecita la benedizione di coppie omosessuali. Dicembre 2023: lo stesso Dicastero ammette che si possano benedire coppie dello stesso sesso. Dimostrazione che, sapendo manovrare la teologia, si può sostenere di tutto
Come per ogni novità ecclesiale, il problema di fondo fu discernere la “parte immutabile di istituzione divina” - da conservare - e le “parti non più idonee” o in cui ci fossero “elementi meno rispondenti alla intima natura della liturgia” – da cambiare (SC, n.21). Ci riuscirono?
In una stagione in cui dilaga la creduloneria complottista e si è pronti a dar credito a ogni fake news seminata dai social, il realismo cristiano - fondato sull'incarnazione e sulla storia- dovrebbe imporre la più strenua difesa della ragione e della scienza. Altro che miracoli!
A 60 anni dalla riforma liturgica, si fa «ogni sforzo» per la «formazione» del popolo di Dio ad una «partecipazione» liturgica (SC, n.14) che avvenga «in modo consapevole, attivo e fruttuoso» (n.11)? Ci si ricorda che, altrimenti, essa non avrebbe una «piena efficacia» (n.11)?
L'ecumenismo consiste nel capire come mai dallo stesso Vangelo siamo giunti a conclusioni diverse, tutte con pretesa di certezza assoluta. E poi abbatterle, queste assolute certezze.
Se ufficio profetico «sacerdotale» e regale di Cristo si equivalgono, non è problematico dire che solo le «azioni liturgiche» sono «azione sacra» ineguagliabile in «efficacia» (SC, n.7)? «Culmine» e «fonte» dell’«azione della Chiesa» (n.10), pur non esaurendola «tutta» (n.9)?
Serie d'incontri in oratorio sulla legalità e le mafie, utile formazione per i giovani. Che bella (ma quanto rara!) una Chiesa che educa al bene comune, a virtù anche civili come l'onestà e la giustizia sociale. Forse per questo che c'erano decine di ragazzi?
Carlo Carretto, don Milani, Turoldo, don Tonino Bello e tantissimi altri... Di quanti, che oggi passano per maestri se non profeti, autorevoli ecclesiastici ci hanno insegnato a diffidare. E noi li abbiamo ascoltati.
Quale traduzione “maltratta” di più l’espressione «nostrae reconciliationis processit perfecta placatio» (SC, n.5), se non quella italiana che, a differenza di quella spagnola, inglese e tedesca, fa comparire un fuorviante riferimento ad un Dio «ormai placato»?
La fede, non solo quella cristiana, esalta la funzione del mistero. Eppure quando si tratta di questioni sociali, economiche, morali, politiche, ecologiche, scientifiche, eccetera eccetera fino alla cronaca nera, la Chiesa ha sempre qualcosa da dire. Il mistero non c'è più.
La «vita liturgica» (dal battesimo al «sacrificio» dell’eucaristia) «attua» il mistero pasquale della «redenzione» e della «salvezza» dalla «morte», per una «perfetta glorificazione» di Dio. Era necessario parlare anche di «riconciliazione con un Dio ormai placato» (SC n.5;6)?
Un vantaggio esiste, dal calo di praticanti e dalla crisi delle presenze nelle parrocchie: le comunità diventano più piccole, a misura umana, ed è più facile radunarsi per scambiarsi idee, conoscersi, parlare. Come fossimo davvero fratelli.
Per «conservare la sana tradizione» e farne scaturire «organicamente» ogni «revisione» e «legittimo progresso», servono «prudenza» evangelica, adeguata lettura del «nostro tempo» e dell’«utilità della Chiesa», «accurata investigazione teologica, storica e pastorale» (SC n.4; 23).
L'amico missionario, da poco in Italia, stupisce dell'aumento di preti omosessuali. Fatta salva la castità (chiesta pure agli etero) non farebbe problema, se non che nella Chiesa tale stato è visto come anomalia o peccato. Ciò induce a poca trasparenza e fomenta lobby sotterranee
Coloro che partecipano alla liturgia, «specialmente al divino sacrificio dell'eucaristia», possono attestare che essa «fortifica le loro energie» per meglio «predicare il Cristo» e per mostrare la Chiesa come ciò intorno cui «i figli di Dio dispersi possano raccogliersi»(SC n.2)?
È divertente (e insieme amaro) leggere i giusti elogi recentemente elargiti dal cardinale Zuppi ai preti-operai: «Senza di voi i modelli di evangelizzazione sarebbero più stantii». 40 anni fa la loro esperienza venne stroncata, la Chiesa li riscopre oggi che sono preti pensionati
Il Vaticano II verrà giudicato dai propositi iniziali di SC n.1: ha fatto «crescere la vita cristiana tra i fedeli»? Contribuito «all'unione di tutti i credenti in Cristo»? Chiamato «tutti nel seno della Chiesa»? Adattato al «nostro tempo» le istituzioni ecclesiali mutabili?
Non so se la Cei ha dato soldi alle navi che salvano migranti nel Mediterraneo, come ora accusano certi giornali sedicenti ipercattolici. So che la Chiesa evangelica tedesca l'ha fatto. E sarei davvero fiero se l'avesse fatto anche quella cattolica italiana.
Si stigmatizza spesso l'afasia del laicato cattolico. Ma non sempre i laici tacciono perché non hanno niente da dire, perché sono religiosamente ignoranti, tanto meno perché acconsentono... Talvolta tacciono solo per rassegnazione: sanno che tanto non sarebbero ascoltati.
Risulta patetico lo sforzo di quegli apologeti secondo cui ogni papa è sempre in continuità col precedente e nessuna decisione della Chiesa ne cambia mai la dottrina. Non si rendono conto che in tal modo svalutano implicitamente il valore di qualunque cambiamento: anche in meglio
Un anno fa, del tutto inatteso, esplodeva il caso Rupnik. Dodici mesi e tanti rivolgimenti dopo, non siamo ancora riusciti a conoscerne una verità condivisa; e già questo è uno scandalo. Ma uno ancora maggiore è capire che non ci siamo riusciti per i giochi di potere nella Chiesa
De Foucauld, Delbrêl, Turoldo, von Speyr, Tonelli, Carretto... la mistica (alta e operosa) del '900 non è nata in parrocchia. Val la pena chiedersi quale spazio lì è concesso alla libertà, al silenzio, alla ricerca, al coraggio dell'amare fuori schema.
Cultness, cioè il fitness come religione. Sta nascendo una nuova tendenza, detta anche bioeticismo, secondo cui avere cura del proprio fisico, seguire le tecniche salutiste, essere in forma è il primo segno di moralità. La palestra è la nuova chiesa.
La fuga dei cervelli c'è anche nella Chiesa? Certo che sì. Tanti credenti, non soltanto giovani, che sarebbero preziosi per le nostre comunità, proprio a motivo dei loro talenti rischiano di far ombra a qualcuno. Così se ne vanno altrove, dove forse qualcuno saprà dar loro spazi.
«Il prete è l'uomo del futuro», ha affermato recentemente il cardinale Zuppi ai colleghi vescovi italiani. Beh, secondo un'inchiesta sui preti Usa (nazione che di solito anticipa le tendenze mondiali) oltre la metà di quelli ordinati dopo il 2010 si autodefiniscono "conservatori"
Fede e speranza sono virtù astratte, dove l'immaginario gioca un forte ruolo e l'errore, le illusioni sono in agguato dietro l'angolo. La carità invece è l'unica virtù concreta, che si può praticare con la certezza di non sbagliarsi mai.
Ha ragione Papa Francesco a sottolineare che si è disposti a spendere per gli animali domestici ma non per i figli. Basta leggere i giornali di destra sedicenti cattolicissimi difensori della famiglia: c'è molta più pietà per i cavalli, per i cani o i gatti, che per gli immigrati
Ragione o torto che abbiano, fa specie che i cattolici tradizionalisti novax (esistono comunque anche quelli favorevoli ai vaccini. ndr) siano fieramente pro qualunque terapia di mantenimento in vita. Ma la medicina non è preda di Big Pharma e delle sperimentazioni coatte?
Esce l'ennesimo libro che promette rivelazioni sulla «verità mai detta» del terzo segreto di Fatima. Qualcuno dovrebbe finalmente spiegare che differenza ontologica corre tra le interpretazioni apocalittiche di quel materiale e le teorie complottiste correnti.
È significativo che sia nella vita politica, sia nella Chiesa cattolica il potere venga qualificato nel suo aspetto oneroso e generoso di «servizio». Dunque è per spirito di sacrificio e pura abnegazione che né nell'una né nell'altra nessuno lo molla mai.
Bella sorpresa nel Duomo di Milano: un box dedicato alla consulenza spirituale. Ma ancor più bella la scoperta che a offrirla (in varie lingue) sono tutti e solo diaconi.