Dov’è Dio oggi?

E se le sfide della cultura odierna fossero dei doni a favore di ormai ineludibili conversioni pastorali?
30 Novembre 2023

Papa Francesco, Udienza generale (29.11.2023):

“Si sente quasi sempre parlare male dell’oggi. Certo, (…) non mancano motivi di preoccupazione… Potremmo persino dire che ci troviamo nella prima civiltà della storia che globalmente prova a organizzare una società umana senza la presenza di Dio… È una tentazione che pervade le grandi sfide della cultura odierna.

In Evangelii gaudium ho provato a descriverne alcune (cfr nn. 52-75), ma soprattutto ho invitato a «una evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri, con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali. È necessario arrivare là dove si formano i nuovi racconti e paradigmi, raggiungere con la Parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città» (n. 74).

In altre parole, si può annunciare Gesù solo abitando la cultura del proprio tempo; e sempre avendo nel cuore le parole dell’Apostolo Paolo sull’oggi: «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2 Cor 6,2).

Non serve dunque contrapporre all’oggi visioni alternative provenienti dal passato. Nemmeno basta ribadire semplicemente delle convinzioni religiose acquisite che, per quanto vere, diventano astratte col passare del tempo. Una verità non diventa più credibile perché si alza la voce nel dirla, ma perché viene testimoniata con la vita. Lo zelo apostolico non è mai semplice ripetizione di uno stile acquisito, ma testimonianza che il Vangelo è vivo oggi qui per noi.

Coscienti di questo, guardiamo dunque alla nostra epoca e alla nostra cultura come a un dono. Esse sono nostre ed evangelizzarle non significa giudicarle da lontano, nemmeno stare su un balcone a gridare il nome di Gesù, ma scendere per strada, andare nei luoghi dove si vive, frequentare gli spazi dove si soffre, si lavora, si studia e si riflette, abitare i crocevia in cui gli esseri umani condividono ciò che ha senso per la loro vita.

Significa essere, come Chiesa, «fermento di dialogo, di incontro, di unità. Del resto, le nostre stesse formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un incontro tra culture, comunità e istanze differenti. Non dobbiamo aver paura del dialogo: anzi è proprio il confronto e la critica che ci aiuta a preservare la teologia dal trasformarsi in ideologia» (Discorso al V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Firenze, 10 novembre 2015).

Occorre stare nei crocevia dell’oggi. Uscire da essi significherebbe impoverire il Vangelo e ridurre la Chiesa a una setta. Frequentarli, invece, aiuta noi cristiani a comprendere in modo rinnovato le ragioni della nostra speranza, per estrarre e condividere dal tesoro della fede «cose nuove e cose antiche» (Mt 13,52).

Insomma, più che voler riconvertire il mondo d’oggi, ci serve convertire la pastorale perché incarni meglio il Vangelo nell’oggi (cfr Evangelii gaudium, 25)…”.

11 risposte a “Dov’è Dio oggi?”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Che nell’oggi si viva il proprio oggi sono i fatti, gli accadimenti a dimostrarlo, tutto quanto viene espresso da una società libera anche . E’ giusto quindi che si faccia cenno di “come” far giungere anche la Parola a chi ci vive accanto, attraverso comportamenti che parlino di amore generoso, e se questo non si vede e Cristo stesso a non essere conosciutoQuando il Santo Padre dice che le guerre distruggono dice una verità: distruggono nell’uomo la sua umanità, lo fanno diventare capace di atti criminali. la vita di ogni uomo è sacra, farne strumento per uccidere non è , una traduzione da quel Vangelo in cui Gesù. Correggel’apostolo che taglia l’orecchio a una guardia venuta per arrestarlo. Se oggi un giovane non conosce Cristo, lo si vede da quanto è capace di amore, verso quali ideali tende e se nella società si realizza il bene comune. Ogni credente dunque può dare il proprio apporto di evangelizzazione nel proprio quotidiano

  2. Pietro Buttiglione ha detto:

    Citare Einstein denza conoscerlo!?
    Cito x chi legge e non è incorreggibile come GPD,
    1) Nell’Universo TUTTO è relativo, xchè è un sistema “isolato” quindi tutto va misurato vs un “metro” INTERNO.
    2) Einstein ha sostituito la grandezza tempo con spaziotempo ma questo è REALE e MISURABILE! tant’è che il suo ‘intervallo’ si conserva!!
    Ma quello che mi preoccupa davvero non è la sua ‘imprecisione’ fisica ma quella religiosa!! Terribile l’assenza nel suo msg di QUALSIASI riferimento a Cristo e alla Sua Incarnazione 😰😭😭
    3) e la Parola. dove è quel…
    # Dove 2 o +. OGGI!
    ma anche:
    # Saró con voi OGGI=sempre!?
    Ecc ecc

  3. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma tutti quei bravi “predicatori” che intrattengono in lectio divine gli utenti tele, perché non si materializzano nelle “piazze, nelle chiese periferiche, a fare attento l’orecchio di tanta gente semplice che ha perso famigliarità con un linguaggio che arrivi alla intelligenza del cuore, che non hanno tempo e denaro da spendere in libri. E’ Cristo stesso che ha fatto così quando il Padre l’ha mandato perché ha visto che la sua Legge veniva fraintesa, edulcorata, usata a propri e umani fini. Natale dunque significa anche luce dall’alto che è una Parola a incantare, n fatto vero accaduto, e da un Dio fattosi uomo per meglio raggiungere ogni uomo. E’ di quel “pane” che è come medicina a coloro che cercano pensano e si perdono un vivere senza futuro. Carità e’ anche dare risposte a coloro che chiedono giustizia, che non hanno conoscenza della vera libertà, Paolo di Tarso si è speso cosi

  4. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Se qualcuno osa mettere accanto due termini ” Dio” e ” oggi” non ha capito nulla ne’ del concetto di Dio ne’ del concetto del tempo. Dio infatti e’ l’ Essere per il quale il tempo non esiste : Dio e’ eterno . Il Dio di ” oggi” non e’ diverso dal Dio di duemila o diecimila o 1000000 anni fa. Se esiste Dio ,trascende il tempo.
    La parola oggi invece identica il tempo . Il tempo e’ categoria umana , e’ costruzione mentale . Per la teoria della relativita’ di Eistein il tempo-spazio e’ relativo .

    • salvo coco ha detto:

      Sig. Del Bono lei non ha capito cosa significa essere discepoli di un Dio incarnato e continua a credere in una dottrina avulsa dalla storia che tanto danno ha fatto all’umanità.

  5. salvo Coco ha detto:

    Sarebbe ora che la chiesa clericalista si accorgesse di questi doni (segni dei tempi), che fosse capace di discernimento e che avvisasse una profonda riforma della sua dottrina alla luce del Vangelo e dei segni dei tempi

    • Andrea Sperelli ha detto:

      O forse sarebbe ora che cominciasse ad ascoltare la Chiesa invece di riproporre stantii slogan anni ’70.
      Se c’è una critica che viene rivolta a Papa Francesco è di essere sin troppo aperto ai segni dei tempi e che stia attuando una riforma sin troppo eccessiva della dottrina. E lei lo vorrebbe accusare del contrario?
      Oppure con “chiesa clericalista” intende i “tradizionalisti”? Beh, al momento sono una minoranza, difficile identificarli come la Chiesa di oggi.

      • salvo coco ha detto:

        sig. Sperelli, punto primo: Francesco non lancia slogans anni 70, Francesco è un testimone del Vangelo. Punto secondo: non è troppo aperto ai segni dei tempi, è ostacolato dai tradizionalisti incapaci di leggere i segni dei tempi. Punto terzo: la chiesa clericalista è un sistema di potere basato sul sacro che affligge le nostre comunità da circa 1600 anni. Il tradizionalismo è uno dei sintomi di tale sistema.

    • Andrea Sperelli ha detto:

      Giusto per chiarezza, potrei essermi espresso male, non stavo criticando Papa Francesco, stavo criticando il suo post sig. Coco.
      È lei che usa slogan anni ’70.
      ” … la chiesa clericalista si accorgesse … ” durante il pontificato di Papa Francesco? Ma andiamo! Aggiorni almeno gli slogan.
      Che si sia favorevoli o contrari i tradizionalisti oggi sono una minoranza, è innegabile. Continuare ad identificarli come la Chiesa è voler rimanere aggrappati a vecchi schemi (anni ’70 appunto).
      C’è stato il Concilio Vaticano II, se ne è accorto? E no, non hanno vinto i tradizionalisti, lo dimostra il fatto che i tradizionalisti lo digeriscono male (Il CVII).

      • Salvo Coco ha detto:

        A me non piace la polemica. Sig. Sperelli le ho posto 4 domande. Mi risponde ? Grazie

      • Andrea Sperelli ha detto:

        Non ho capito. Quali sono le quattro domande?

        (puntini, puntini, se non non mi fa inserire il commento perché troppo corto 😉 )

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