Declericalizzare la liturgia!

"Fiducia supplicans" può essere letta anche alla luce di una desacralizzazione "positiva"...
9 Gennaio 2024

Il documento Fiducia Supplicans per una sorta di eterogenesi dei fini, potrebbe rivelarsi prezioso.

Molti dei commentatori ci hanno riso sopra e non sono state risparmiate le battute ironiche. Eppure io prenderei molto sul serio la tendenza a declericalizzare la liturgia e le altre attività ecclesiali.

Si inizia con le benedizioni, quelle di serie A e quelle di serie B, quelle rituali e quelle spontanee, si amplia la platea dei destinatari, si prefigura una tendenza che vada oltre le benedizioni, e passo dopo passo …

Esaminiamo la questione.

A ben vedere, cos’è che contestiamo alla chiesa gerarchico-istituzionale se non il clericalismo con cui ha “flagellato” sedici secoli di vita ecclesiale ? E cos’è il clericalismo, se non l’annullamento di ogni dimensione umana, laica, esistenziale, quotidiana, profana della vita nuova in Cristo ?

Il clericalismo ha abolito la laicità di Gesù e delle prime comunità. Ha reintrodotto le categorie sacrali delle pratiche religiose precristiane, soprattutto quelle del paganesimo greco-romano.

Quando oggi si procede a desacralizzare un rito benedizionale si perviene ad un recupero della dimensione laica originaria della vita cristiana – che, ricordiamocelo, non è quella che poi il clericalismo ha costruito, ma è quella delle prime comunità quando il clero non esisteva.

Questo è il punto. Una benedizione senza clero, senza liturgia, senza paramenti, in forma breve, lontano dai luoghi consacrati, non è meno cristiana delle benedizioni ufficiali impartite da un chierico con tanto di formule prestabilite ed approvate dalla gerarchia. Anzi !

È una benedizione più aderente al Vangelo. È un gesto che trasmette più genuinamente la testimonianza di Gesù che sta in mezzo a noi, nelle nostre case, nelle nostre attività, nei nostri affetti, nelle nostre tribolazioni.

Non occorre un prete che in forza del suo essere consacrato ha il potere di benedire. Possiamo benedire noi uomini e donne e con maggiore fedeltà al Vangelo.

Lasciamo pertanto ai chierici gelosi delle disposizioni e delle dottrine immutabili, le loro esitazioni, le loro paure, le loro prerogative.

Se non cambieranno mentalità presto si troveranno soli, a vagare dentro enormi e sontuosi edifici vuoti, privi di gioia e di speranza.

La vita sarà (lo è sempre stata) altrove, nelle strade del mondo, sospinta dallo Spirito.

16 risposte a “Declericalizzare la liturgia!”

  1. Pietro Buttiglione ha detto:

    Da ex-ateo quando leggo certe uscite di fratelli che sentenziamo “Tu 6 protestante” cosî, senza uno straccio di argomento, tanto x insultare.. -mi torna in mente quel:
    Ma voi avete portato il cervello all’ammasso!
    Capita.. specie quando si giudica senza conoscere. O, peggio, a cose che si sa non vere…
    Ricordo quando mi trovai a parlare della Madonna con il Pastore Valdese Ferrario.
    Nessuno dei pre-giudizi circolanti in ambito cattolico.
    Le sue tesi.. tutte condivisibili.
    Forse io non -cattolico? E se invece tra noi “cattolici” ci fossero tante disparità di opinioni?
    Ignoranza degli altri+ignoranza di se stessi..= guerre, anche di religione!
    Da dove cominciamo?

  2. Claudio Menghini ha detto:

    Sig. Salvo Coco, ma non sarebbe stato meglio dichiarare esplicitamente “non sono cattolico, nego ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, credo nel protestantesimo” ?

    Io preferisco un protestante che si presenta apertamente come tale, ad uno che si presenta indossando una maschera.

    Qua il problema non è la mancanza di fede, ma la mancanza di trasparenza.

    • Salvo Coco ha detto:

      Sig. Menghini, ma non sarebbe stato meglio tacere piuttosto che dire parole talmente sconclusionate ? Il vescovo Lefebvre ha avuto più coraggio di lei quando ha rifiutato i documenti del concilio dicendo che la chiesa stava diventando protestante. Non ha fatto finta di essere cattolico, con tutti i privilegi di cui godere, ma ha fondato una chiesucola tradizionalista. Lei, sig. Menghini, faccia altrettanto: esca dalla chiesa cattolica, si allontani da quel protestante, eretico, massone, comunista di papa Francesco e si accosti a Viganò e a Burke. Con il loro fanatismo reazionario stanno creando uno scisma. Potrebbe dar loro una mano.

  3. Silvano Bussi ha detto:

    E se un padrino di mafia dà la benedizione ai suoi picciotti prima di mandarli a uccidere qualcuno o per ringraziarli del loro lavoro scellerato? Benedizione cristiana laica anche quella? Ovviamente chiunque può benedire chiunque e l’efficacia del gesto dipende dalle qualità personali degli interessati. Riservarla ai sacerdoti dovrebbe servire a garantire la coerenza fra l’atto e la dottrina, anche se ora sono proprio i garanti a minare tale coerenza. La chiesa delle origini era chiesa di pochi, spesso in lite fra loro. La chiesa di molti deve gestire il problema della coerenza, altrimenti diventa chiesa inutile e irrilevante. Forse l’autore dell’articolo auspica proprio questo.

    • Salvo Coco ha detto:

      Sig. Bussi, a le piace fare polemica. A me no. Provi ad argomentare invece di insinuare. La coerenza non è un prete che benedice in forza della garanzia che gli assicura il suo ministero. Anche un prete può essere mafioso e d abusare del potere che la chiesa clericalista gli ha dato. Avrà sentito parlare del sistema clericale che è causa degli abusi sessuali, degli abusi spirituali, degli abusi di coscienza, degli abusi dottrinali. Quale garanzia offre un sistema di potere basato sul sacro ? La storia non ci insegna nulla ? Le prime comunità non conoscevano il clero, erano laiche così come laico era Gesù. Ed erano molto più coerenti della chiesa gerarchica di oggi. Fiducia supplicans non è un ulteriore passo verso l’irrilevanza e l’inutilità della chiesa (come paventano i tradizionalisti anticonciliari), ma è un piccolo passo verso una chiesa declericalizzata. Ovvero verso una chiesa fedele al Vangelo. Al Vangelo, prima che alla dottrina.

  4. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma non è o può anche apparire una aspirazione pro la propria persona? La benedizione dal prete non è da lui tizio caio ma in persona del suo Signore, va più in nella persona benedetta, , mentre un laico può essere uno che suppone di esercitare il medesimo incarico, un ruolo che lo appassiona. E questo succede e il fedele sente che quel bel discorso fatto all’ambone non “suona” come dovrebbe.” le pecore conoscono la voce del pastore” Cristo ha mandato gli apostoli a due a due, ma ricchi dei suoi doni spirituali , questi operavano miracoli in nome Suo e per lo stesso motivo anche non venire accolti. Tutte queste laiche aspirazioni che stanno dando voce denigratoria a danno del clero, si allineano al laicismo imperante. Ma La Chiesa malgrado peccati commessi da suoi membri non soffre così tanto da perdere la faccia, proprio dai molti o pochi che hanno salvaguardato l’aderenza al Vangelo, quella Parola che passa, trasforma e continua a salvare lla vita dell’uomo.

  5. Maurizio Martinuzzi ha detto:

    Buongiorno, concordo per molti aspetti il contenuto dell’articolo; in particolare due “prospetti” descritti, per i quali mi permetto un commento, innanzitutto credo sbagliato parlare di laici a proposito della fede cristiana in quanto siamo battezzati dunque figli ed eredi in egual misura al netto dell’essere consacrati o meno, preferisco sentirmi citare come battezzato (salvo l’aspetto laico-sociale), poi è verissimo che il vivere il quotidiano da cristiani costituisce quell'”ecclesia” che precede la “chiesa” laddove si inizia la nuova vita e dove tutto ha esito; dunque le molte “azioni sacre nel quotidiano” devono essere rispettate, stimolate e benedette; ma si sà al clero questa “libertà” di fede preoccupa; grazie e buona giornata; p.s.: mi sono iscritto oggi non conosco ancora le regole del blog spero di non esser stato invadente, in caso mi scuso;

  6. Giuseppe Gerlin ha detto:

    Mettiamoci il cuore in pace! Colui che benedice è il Signore: il laico invoca la benedizione di Dio, il chierico la imparte in persona Christi et in persona Ecclesiae.

  7. Pietro Buttiglione ha detto:

    Uscendo da Messa nel Duomo di Carrara ho chiesto a don Piero che, dopo uma Omelia VIVA, fatta di Vita e non di parole ripetute tipo versione in prosa! una benedizione mentre salutava tutti sul limitare della Chiesa. …volentieri! Una Croce sulla fronte.
    Mi ha fatto bene.

  8. Lorenzo Pisani ha detto:

    E dire che a cavallo tra il 2012 e il 2013, in tempi “non sospetti”, l’ottimo amico Luigi Accattoli, sul suo blog, e poi su “Il Regno” già scriveva, con penna felice, di benedizioni laiche, anche benedizioni di laici a consacrati.

    https://www.luigiaccattoli.it/blog/visitatori-belli-ricambio-le-vostre-benedizioni/

    Riporto le parole di Accattoli 2012
    “Un pieno protagonismo laicale comporta che i cristiani avvertano se stessi come uomini e donne di benedizione per sè, per l’umanità, per il mondo.”

    Sono sicuro che in tante occasioni potremmo benedire, dire bene davanti a Dio, dire bene delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, laici e consacrati che siano. Bene-dire farebbe bene a noi stessi anzitutto.
    E ancor più bene ci farebbe chiederla, una benedizione, perché nel chiederla il nostro io si fa meno ingombrante e riconosciamo Dio presente nell’altro.

  9. Angelo Rubino ha detto:

    Da ministro straordinario già dopo aver offerto la Comunione al malato a casa sua a fine rito impartisco la bene- dizione nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

  10. Stefano Giovannini ha detto:

    Già oggi il padre – non il genitore 1 o 2 – può impartire la benedizione sui propri figli: cosa si vuole di più?
    Se il clero cerca altro, convinca il papa a convocare un concilio che valuterà.
    Il di più è del demonio.

  11. Mario Gugliotta ha detto:

    Sono d’accordo. È un primo passo da valorizzare.
    Papa Francesco procede nel cammino di rinnovamento per una reale inclusione di tutte le realtà. Il principio di fondo è quello espresso nel documento sulla famiglia: il tempo è superiore allo spazio. Ciò vuol dire che lo sviluppo della società è più importante delle ideologie.

  12. Andrea Sperelli ha detto:

    Ma dove lo leggi in ‘Fiducia Supplicans’ che la benedizione può essere impartita da un laico?

    • Salvo Coco ha detto:

      Non c’è bisogno che il laico sia autorizzato a benedire, mica è un minorato che necessita del permesso del clero. Ogni battezzato partecipa con uguale dignità ai tria munera cristologici e quindi può benedire serenamente con formule spontanee. Purtuttavia, prima ancora che venisse pubblicata Fiducia Supplicans, nel benedizionale si leggono le seguenti parole: “Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, o anche da un laico con i gesti e le formule per esso predisposti.” http://www.liturgia.maranatha.it/Benedizionale/p5/62page.htm.

  13. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Ma se chiunque può benedire in nome di chi benedice? Se è da parte sua non ha alcun valore se non quello che la persona stessa si attribuisce. Gesù Cristo stesso non attribuiva a se stesso il miracolo o altro segno che compiva, ma sempre lo faceva discendere dal Padre !? Così si legge nella Sacra Scrittura. Fuori da questa la libertà di pensare, agire secondo il proprio credere o non credere. In fin dei conti ognuno poi se è credente da laico o del clero, per ciò che riguarda la Fede ha da rapportarsi non tanto con un suo confratello, ma di come fa uso della Parola ne deve rendere conto al suo Maestro e Signore. Mi pare poi che Gesù stesso abbia precisato che nulla viene smentito o cambiato di ciò che è stato già scritto. Così è un bene che tutti siano in grado di leggere responsabili di una propria ragione .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I commenti devono essere compresi tra i 60 e i 1000 caratteri. I commenti sono sottoposti a moderazione da parte della redazione che si riserva la facoltà di non pubblicare o rimuovere commenti che utilizzano un linguaggio offensivo, denigratorio o che sono assimilabili a SPAM.

Ho letto la privacy policy e accetto il trattamento dei miei dati personali (GDPR n. 679/2016)