Solo l’amore, alla fine, è la legge

Nella (bassa) marea della cronaca ecclesiale quotidiana, ricordiamo che il peggiore dei peccatori può diventare un santo e passarci addirittura avanti nel regno di Dio.
13 Gennaio 2024

L’unica legge che Dio stesso ha scritto nel cuore dell’uomo è la legge dell’Amore. Tutte le altre leggi umane devono scaturire da quest’unica legge. Se amo non rubo, non uccido, rispetto il prossimo. Questa legge, la legge dell’amore, non è una norma esterna a noi, ma è scritta nel nostro cuore, tanto è vero che quando amiamo siamo felici, ci sentiamo in pace, sereni, pienamente realizzati. Quando invece facciamo dei torti al nostro prossimo, siamo nervosi, inquieti e dominati dalla paura, anche se cerchiamo di nasconderlo talvolta dietro modi duri.

Spesso questa legge che dovrebbe essere vissuta in modo del tutto naturale, in realtà è duramente messa alla prova, poiché il “male”, che noi cristiani identifichiamo con il “maligno”, ci tenta, presentandoci il male sotto apparenza di bene, come qualcosa di desiderabile per il nostro benessere, ma quando assecondiamo la tentazione e commettiamo il peccato, di qualsiasi genere, scopriamo che la mela era marcia, scopriamo cioè che i frutti che il peccato produce in noi sono: amarezza, vuoto, tristezza, sensi di colpa e di fallimento.

Poiché la tattica del demonio è proprio questa: prima ci presenta il male come un bene, per indurci a peccare e poi ci accusa, per indurci alla disperazione. Dio condanna il male perché ci fa male, ci fa stare male, ma la porta della Sua Misericordia rimane sempre aperta. Afferma Gesù: “Ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7). Tutti abbiamo bisogno di conversione e il fatto di fare continuamente esperienza di avere bisogno della Misericordia di Dio, ci deve portare ad essere misericordiosi verso il nostro prossimo.

Avere misericordia non significa che la giustizia non debba fare il suo corso, perché questo sarebbe un incentivo a commettere il male, ma significa piuttosto adoperarsi per il recupero dell’uomo o della donna che hanno sbagliato. Chi ha commesso dei gravi reati, perché accecato dalle proprie passioni o perché cresciuto in un ambiente familiare in cui ha assorbito uno stile di vita improntato alla illegalità e alla violenza, quando si ritrova nella solitudine e nel buio, toccando il fondo della propria esistenza, può reagire in due modi: o indurendosi ancora di più e cadendo nella disperazione tanto da volersi togliere la vita, come spesso accade, oppure aprendosi alla Misericordia di Dio e cambiando vita, con il Suo aiuto.

In questo caso anche il peggiore dei peccatori può diventare un santo e passarci addirittura avanti nel regno di Dio.

Se in prima persona ci adoperiamo, con l’aiuto di Dio, a vivere secondo la legge dell’amore, cominciando dalle piccole cose, quelle quotidiane, a portata di mano, come donare un sorriso, perdonare, rispettare il prossimo, usare modi gentili, avere cura del creato e dell’ambiente, potremo rendere questo mondo più bello, più umano e armonioso, come Dio lo ha pensato, portando un raggio di sole a tutti coloro che ci avvicinano.

Una risposta a “Solo l’amore, alla fine, è la legge”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Non qualsiasi amore porta al bene. Si fanno guerre innescate da torti cui si risponde con pugnace puntigliò in nome di giusta causa, ma quando l’ara del sacrificio si fa alta di inermi che nella causa sono sacrificati allora diventa ingiustizia. Così l’amore in cui non si contempla un perdonare, un sacrificare per guadagnare quel bene che diventa il miracolo dall’amore. Dunque amare non vuole dire assoggettare altri, così come può richiedere di trattare una resa per amore e a salvezza di vite umane, sia quando in grandi vertenze i poteri si confrontano a voler soltanto il prevalere di supposte ragioni sia quando questo esempio dall’alto fa scuola nei casi di singoli cittadini, o comunità o partiti. Il bene comune e assente, l’uomo perde coscienza circa il vero bene con il desiderare la distruzione dell’altro. Per questo non resta al povero cittadino che alzare voce al Dio creatore chiedendo aiuto per misericordia del suo resto

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