Riscoprire in tempo di Avvento un luogo (forse) un po’ accantonato nella nostra relazione col Signore...
Se il protagonista del Sinodo è lo Spirito e, attraverso Lui, i (suoi) desideri in noi, come discernere quelli "santi" da quelli "mondani"? Il criterio della piccolezza, della fragilità e del fallimento è ancora attuale?
La Madre di Dio di duemila anni fa, la piccola Neve del Mesolitico, la mamma malata di Alzeimer oggi: tutto "si tiene" in Cristo.
Se andiamo a fondo con l'esegesi dei sentimenti di Gesù, la loro complessità ci rivelerà molto della complessità del "Nome" di Dio e delle nostre identità relazionali
Il vangelo che narra il ritorno alla Vita di Lazzaro ci svela anche quanto Dio si è incarnato in tutta la nostra umanità
Quello che conta per Charlie rimane la verità della tesi della propria narrazione
Alcune note di analisi biblica mi hanno stuzzicato una riflessione sull’infinita ricerca dell’identità. Sia dell’uomo che di Dio.
Cristo chiede di deporre al centro del nostro essere, fragile e mortale, il seme della sua stessa Vita: quel Dio che è Padre, che ci genera e mette al mondo, è Colui che ci attende per essere destino e stupore.
Di fronte alle malattie e al male presenti nella Natura, cosa significa essere "contronatura"?
C’è un posto per tutti lungo la via che sale al Calvario. Oggi vorrei provare a riservare un posto al cristiano che sente il cuore un po’ pesante, che vive la stanchezza del cammino, che percepisce la sua fede vacillare, che avverte la fatica di stare nella Chiesa di oggi, nelle comunità di oggi, nel mondo di oggi.
Il dilemma della maternità surrogata tra storie bibliche e mercificazione del corpo femminile