La Speranza a muso duro

La situazione mondiale, locale, politica, sociale, religiosa… è disperata. Ma per Gesù non era meglio. E allora?
7 Ottobre 2025

Trump in America, Putin in Russia, in Europa… lasciamo stare. Salvini e la Meloni in Italia, il vescovo Tale in diocesi, don Talatro in parrocchia, Neutro Roberts in Vaticano… E la Speranza, dove è finita? Dove la mettiamo? Dove andiamo a cercarla? È il Giubileo della Speranza! Chi se ne ricorda? Chi ci crede? Anzi:  chi ci ha mai creduto?

Viene proprio da spararsi: diciamo solo «da disperarsi».

Ma pensiamo a Gesù. A Roma c’era l’imperatore, in Giudea Pilato, in Galilea Erode, a Gerusalemme i sacerdoti e i farisei: non era messo tanto meglio di noi… E poi: i suoi lo rincorrono per metterlo dentro, tra i suoi colleghi più validi c’è un certo Giuda Iscariota, Il suo braccio destro, Pietro… lasciamo perdere. Tra i preferiti Giovanni e Giacomo, quelli dello zot sui Samaritani e quelli delle poltrone in parlamento… E tuttavia non si è disperato.

Non l’ha presa sul personale, non si è offeso o dimostrato deluso. Non ha discusso per raggiungere compromessi, non ha abbassato il livello, né fatto sconti. Non è stato politically correct, né politicamente inclusivo. Ma si è schierato: ha smesso di parlare ai potenti sordi e si è rivolto agli umili disponibili, senza tralasciare nessuna singola persona. Se avesse aspettato il consenso o almeno solo un compagno, chissà dove saremmo…

Ha detto: «Non mi tiro indietro, farò da solo (solo?), pagherò io; se permettete offro io». È andato avanti, a muso duro ma senza arrabbiarsi o prendersela con gli altri, senza mormorare o lamentarsi, senza smettere di incontrare le persone, aiutarle, voler loro bene. Senza rinnegare i suoi amici, senza abbandonarli o disprezzarli.

La Speranza è una virtù, non un dono. Bisogna cercarla, vederla, volerla, lottare per averla! Se non si riesce a ritrovarla, viene in aiuto la Fede. Fede in Gesù Cristo, e basta. E magari in quegli angeli che lui ci mette vicino per consolarci e farci sperimentare il suo amore. E se pure la Fede dovesse perdere colpi, allora chiediamo la Carità e la Fedeltà: «Non ci abbandonare nella prova». Forse ritroveremmo anche la Speranza…

 

Una risposta a “La Speranza a muso duro”

  1. Francesca Vittoria vicentini ha detto:

    Gesù ha patito e sopportato una sofferenza immeritata; “ha toccato il fondo” dopo aver tanto predicato la Buona Novella, dimostrando in opere quanto quel Dio fattosi presente nel suo popolo fosse anche Padre amando ogni uomo, e desiderando la sua salvezza, ha mandato Lui ha ispirare fiducia nella Sua Parola. Invece non è stato creduto, peggio ha subito umiliazione rifiutata la figliolanza di uomo-Dio. Neppure con la prova della sua Risurrezione ha convinto tutti, neppure l’esistenza della Chiesa che pure nei secoli ha dato testimonianza di Verità fino si ns.giorni, ha raggiunto è convinto la Fede in Lui da parte di tutti e di ogni uomo!?Eppure non è mancata la presenza divina, Maria madre sua e nostra, i Santi tanto modello di Fede vissuta. Se non che l’uomo diventato anche sapiens non si accorge di essere causa di suo male, dimentico di avere un cuore che reclama “amore” alla vita

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