E vieni in una grotta…

La Madre di Dio di duemila anni fa, la piccola Neve del Mesolitico, la mamma malata di Alzeimer oggi: tutto "si tiene" in Cristo.
2 Gennaio 2022

È di pochi giorni fa la notizia del ritrovamento dei resti di un neonato vissuto diecimila anni fa in una grotta dell’entroterra ligure. Era una bimba ed i ricercatori l’hanno ribattezzata Neve. Leggo che la grotta ove è stata rinvenuta è una “cavità con una strana forma di capanna”.

Grotta, neonato, neve… un presepe del Mesolitico.

La grotta, il luogo nascosto, il rifugio antropico per eccellenza, il luogo scelto da Dio per entrare nella storia dell’uomo, per lasciarsi incontrare, conoscere ed amare. Una grotta dove creatore, creato e creature diventano una sola parola, la Parola, il Verbum.

È in una grotta, in questo vuoto sotterraneo, che l’incontro tra Dio e l’umanità riempirà di significato ogni vuoto: lo spazio qui è libero, è il senza. Dio lo riempie di sé in un nascondimento piccolo, ma gigantesco. Il buio si fa luce ed il freddo trova le sue fasce avvolte.

Così, per la piccola Neve milioni di anni fa, una madre ha partorito, allattato, curato ed amato fino alla fine, in una grotta tra bestie e paglia. Una grotta che gli speleologi hanno definito quasi una capanna. Ma Neve lì ha trovato sepoltura, presto, troppo presto. Gesù nella sua grotta a Betlemme ha invece portato vita, vita nuova per tutti noi, per ogni uomo disposto ad entrare lì dentro, con lui.

E nelle grotte l’uomo ha sempre cercato e ritrovato l’intimità più profonda nel rapporto con Dio. Gli eremiti fin dai tempi più antichi sparivano al mondo fuori e recuperavano lì, nella grotta, il vero mondo dentro.

Anche Maria ha amato moltissimo la sua grotta, lì dove è diventata madre.

Madre di Dio, madre di Dio per ciascuno di noi. Da quella notte ha benedetto chi sa farsi grotta con lei, chi sa svuotarsi, farsi povero, per accogliere il suo bambino. Maria è ritornata a cercare l’uomo un giorno, ancora tra i pastori, e lo ha cercato in una fanciulla, l’ha aspettata in una grotta a Massabielle. In quella grotta Maria ancora ci ha ricondotti al Padre, ancora si è messa in mezzo tra Dio e l’uomo, per farci da luce e rassicurarci nell’avvicinarci al mistero dell’incarnazione.

Negli ultimi mesi di vita, mia madre, da anni malata di un Alzeimer devastante, non parlava più, non era più presente a nulla, lontana e assente in un corpo accartocciato e spento. Nulla sembrava riuscire a recuperare qualcosa, nessun viso caro…

Un giorno, a ridosso del Natale, abbiamo cantato vicino a lei “Tu scendi dalle stelle” e in un sussurro di voce ha improvvisamente continuato da sola la strofa… “e vieni in una grotta…”

Non riuscivamo a crederci, anche se sapevamo che le cose antiche nella sua memoria ancora potevano in qualche modo riemergere. Ma quella grotta fu una delle sue ultime parole dette. La sua voce per noi.

E in quel Natale riuscì a fare la sua ultima comunione. Un pezzettino piccolo piccolo di ostia accompagnato con dolcezza perché riuscisse a deglutirlo. Gesù nella sua grotta.

Quel corpo malato, buio e silente, è stato la grotta più vera che io abbia visto, il mio presepe più intimo e dolce. La mamma se n’è andata tempo dopo, regalandoci però quell’ultimo Natale, così, inaudito e dolcissimo.

Mamma, meravigliosa grotta.

 

6 risposte a “E vieni in una grotta…”

  1. Paola Isabella ha detto:

    ……mamma è la parola dal suono più dolce che sgorga dalle bocche dei piccoli…..mamma è un rimando a figlio, altra parola che si rende indispensabile per essere mamma. Proprio in questo momento di passaggio attraverso in punta di piedi la mia piccola crisi come mamma, ma anche come figlia……spesso vicina e distante insieme, spesso indispensabile e inutile insieme. Attraverso il dolore e cerco di viverlo comunque come un dono per ristabilire la mia grotta e il mio essere grotta. Con queste parole lette a tarda notte cerco piano piano di ritrovare il mio baricentro.

  2. Gian Piero Del Bono ha detto:

    Tutto si tiene. La fede Cattolica e’ come una grande cattedrale dove ogni minimo mattoncino ha la sua importanza , ne togli uno e crolla giu’ tutto. Da quando molti fra il clero e i laici si sono arresi alla “secolarizzazione” cioe’ a pensare come il mondo e non come ci ha insegnato Cristo, di mattoncini ne sono stati tolti tanti, e ora ci si stupisce che stia crollando tutto . Il rispetto pei genitori e gli anziani, la sacralita’ della famiglia , la presenza di Dio nell’: umilta’ delle nostre vite ..non si crede piu’ a questo come non si crede piu’ nella Trinita’ e nell’ Incarnazione. Togli la fede nei dogmi e viene giu’ tutto.

    • Gian Piero Del Bono ha detto:

      Quando l’eutanasia dei vecchi e dei malati, insieme con l’aborto, l’ingegneria genetica e la manipolazione dei feti, il divorzio e il matrimonio fra lo stesso sesso,il transumanesimo , saranno considerati “normali” dalla maggior parte della Chiesa cattolica, clero e fedeli, quando si sara’ persa ormai ogni nozione cristiana della vita ,e navigheremo nel mare fluido del relativismo morale e religioso, la grotta della Sacra Famiglia di Betlemme rimarra’ il punto fermo, e forse ci saranno ancora uno o due anziani scampati all’ eccidio che ricordano il vecchio canto Tu scendi dalle stelle

    • Roberto Beretta ha detto:

      Ma si può fare anche il ragionamento opposto, Gian Piero: quando cioè di mattoncini se ne sono messi così tanti nei secoli che la struttura originaria non si riconosce più e si finisce per legarsi a costruzioni molto umane, magari utili per un periodo ma non certo non meritevoli di eterno ossequio. Buon anno!

    • gilberto borghi ha detto:

      Togli l’amore dalla fede e viene giù tutto. L’acido corrosivo di chi a tutti costi vuole salvare la propria visione della fede non aiuta a mantenere la fede.

  3. BUTTIGLIONE PIETRO ha detto:

    ❤️💕♥️💕❤️💕♥️💞❤️💓♥️💖❤️💗♥️💘

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